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Politica, Sanità

Ex Asl, politici e sindacato: “Lago e valli tornino a Como”. Dotti: “Scelta strategica giusta”

“Così non funziona”. Una voce unanime tra politica e sindacato quella che si alza in queste ore – con posizioni bipartisan nonostante manchi un attimo al voto – sul fronte del cosiddetto “azzonamento”. Parola brutta che indica la decisione, era il 2015, arrivata da Regione Lombardia di racchiudere la zona del Centro Lago e le valli con l’Ats della Montagna.

Sindaci e consiglieri regionali sono  intervenuti ieri all’incontro sulla sanità organizzato dalla Cgil di Como. Sia Alessandro Fermi, consigliere regionale uscente di maggioranza (candidato di nuovo al Pirellone, sia Luca Gaffuri, consigliere regionale uscente di minoranza (ora candidato al Parlamento), hanno sottolineato i disagi e le problematiche. Sul punto sono intervenuti anche i sindaci di Menaggio, Michele Spaggiari, e di Tremezzina, Mauro Guerra, entramib hanno evidenziato le difficoltà della cittadinanza. Insomma, spiegano dal sindacato: “Unanime è arrivata la richiesta di fare retromarcia, qualsiasi sia la maggioranza uscente dalle prossime elezioni regionali”.
“Siamo soddisfatti per i contenuti emersi nel corso del dibattito – dice  Giacomo Licata, segretario provinciale Cgil Como – gli interventi dei relatori e il dibattito con il pubblico hanno confermato quanto abbiamo sempre sostenuto dall’inizio di questa vicenda: l’azzonamento determinato da Regione Lombardia è una scelta sbagliata che ha marginalizzato la zona del Lago e delle valli”.

“L’incontro è stato molto partecipato con numerosi interventi dal pubblico – aggiunge Matteo Mandressi, segreteria Cgil Como – il presidente della Comunità montana Lario Intelvese Ferruccio Rigola, rettificando le proprie posizioni di due anni fa e a nome dei sindaci della val d’Intelvi, ha chiesto a gran voce di tornare con l’Asst Lariana. Chiederemo immediatamente alla Regione, appena sarà insediata la nuova giunta, di approntare un progetto con termini temporali e modalità organizzative per riportare la rete socio sanitaria territoriale e l’ospedale di Menaggio con Como. In quella fase non si potrà prescindere dal coinvolgimento delle forze sociali”.

EDIT 19.24 – Sul punto in queste ore si è espresso anche Francesco Dotti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e ricandidato. “Voglio chiarire che i problemi assolutamente oggettivi registrati sul territorio non sono dovuti alla sbagliata scelta strategica di una sanità di montagna – scrive Dotti – bensì ad una mancata attuazione della stessa, anche e soprattutto a causa di una voluta e premeditata indebita interferenza di persone che non hanno certo a cuore il bene del territorio”.
“La dimostrazione che la scelta strategica era e rimane giusta – chiude Dotti – sta nel fatto che mai come dalla realizzazione dell’Ats della Montagna siano arrivati fondi e risorse aumentate, resi vani esclusivamente dalla cattiva volontà gestione dei soliti noti. Il mio impegno sarà quello di ripristinare il correto percorso per fornire i servizi che i nostri cittadini devono pretendere, grazie anche alle adeguate risorse stanziate e, se necessario, proponendo, alla scadenza della fase sperimentale, delle modifiche alla Legge di Riforma”.

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2 Commenti

  1. È vero così non funziona ed è primario il ritorno con Como della sanità e dell’ospedale di Menaggio.Non si possono più sopportare trasferimenti di malati su Sondrio e anche su Sondalo,con parenti costretti a pagarsi gli alberghi per stare vicini ai congiunti ricoverati a 100 chilometri da casa.Non è ammissibile che si chieda a medici in servizio a Menaggio di fare delle guardie a Chiavenna,non è ammissibile che con pazienti ricoverati da più di un anno non vi sia un radiologo reperibile di notte.Non è giustificabile la mancanza di medici capaci e le scuse della Ats che dichiara di emettere bandi ma di non trovare personale.E,per terminare è preoccupante che i medici in servizio guardino verso altri lidi perché non vedono un futuro.

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