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Fdi, durissimo contrattacco dalla Lega: “Perso a Como per colpa loro”. Poi nuovo assist a Rapinese: “Votare è un dovere ma mai con la sinistra”

Prima il leader nazionale della Lega, Matteo Salvini, che sul fronte del ballottaggio comasco ieri ha dapprima accusato pesantemente gli alleati di Fratelli d’Italia e poi sostanzialmente invitato a votare lo sfidante di Barbara Minghetti, Alessandro Rapinese: Dopo Adduci e la foto con Bartolich, Salvini pro Rapinese: “Al ballottaggio non voterei a sinistra”. E attacca FdI e Fi.

Poi la piccatissima risposta del coordinatore provinciale dei meloniani, Stefano Molinari: Como, le bordate di Molinari (FdI) a Salvini: “Ha dimezzato i voti e al governo con la sinistra c’è lui”.

Ora è la La comasca a contrattaccare con un comunicato titolato “Dalla Lega arriva la risposta agli attacchi di Stefano Molinari”.

Eccola:

Qualcuno ha la coda di paglia e ha scelto di giocare a “scarica barile”. Ancora una volta la Lega ha la lucidità politica per dire che l’unico risultato inconfutabile è che a Como il centrodestra, che governava la città, ha perso la possibilità di candidare il sindaco uscente per le decisioni politiche di Fratelli d’Italia.
Il centrodestra ha perso sei mesi decisivi di campagna elettorale perché Fratelli d’Italia, che ha preteso su tavoli politici di esprimere il candidato, non riusciva ad individuare il nome giusto per la città di Como. Hanno preteso di condurre i giochi e non ne sono stati all’altezza.
Adesso, dopo aver mancato il ballottaggio, ci troviamo pure a dover sentire Fratelli d’Italia, nella figura del suo coordinatore provinciale Stefano Molinari a cui loro stessi hanno preferito un altro candidato, che esulta per aver aumentato i voti della sua lista e critica la Lega?
Questa sicuramente non è dimostrazione di saggezza e spirito di squadra.
Fratelli d’Italia a Como dovrebbe chiedere scusa ai comaschi, al sindaco uscente Landriscina e a tutto il centrodestra, altro che fare inutili polemiche sul nulla.
È una verità assoluta che se Giordano Molteni non è approdato al ballottaggio ci sono delle colpe: la coalizione non ha potuto costruire una lista civica del candidato e addirittura uno dei candidati proposti da Fratelli d’Italia (Graziani) alla fine si è candidato contro.
Il 26 giugno si decide il Sindaco di Como e la Lega vuole fare la sua parte ricordando a tutti gli elettori che si tratta di un momento fondamentale e che votare è sì un diritto, ma anche un dovere ed è importante continuare ad esercitare questo dovere. L’abbiamo sempre sostenuto: non vogliamo dare la città alla sinistra. Buon voto ai comaschi.

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10 Commenti

  1. Ormai siamo allo sbando totale.

    L’endorsement per Rapinese è la chiosa finale che fa capire quanto si siano mai interessati alla città: zero.

    È tutta questione di ripicche e insulti; avendo perso, meglio provare a far perdere la famosa “sinistra” (che poi chissà dove l’hanno mai vista..) e consegnare la città a un populista.
    Come il famoso marito che si taglia i genitali per fare un dispetto alla moglie. Geniale!

  2. Il divorzio tra la Lega e Fratelli d’Itali, e non solo, si è consumato alle urne, con la pugnalata leghista del voto disgiunto che ha regalato a Rapinese il ballottaggio (un triste primato nella storia elettorale di Como). A questo punto, ma con il crisma dell’ufficialità, la Lega dà indicazioni esplicite di voto per Rapinese.

    L’idea di fondo è quella di prendere nettamente le distanze da un eventuale successo della sinistra. Se la cosa dovesse accadere, la Lega potrà smarcarsene, tentando di rifarsi la verginità perduta, addossando la colpa del secondo insuccesso, e del conseguente voto fuori linea, alle altre forze del centrodestra.
    La Lega sta cercando insomma in ogni modo, anche se penosamente, di non farsi coinvolgere in un disastro elettorale, da cui teme di essere ancor più travolta. “Non siamo stati noi a consegnare la Città alle sinistre!”, potrebbero sempre sostenere dinanzi all’elettorato di destra, sperando di ricominciare proprio da lì la risalita nei consensi dei tanti delusi. Forse alla Lega, ora come ora, non rimane che questo atteggiamento, per metà furbo e per l’altra metà imposto da un risultato di lista disperante.

    Chissà se di fronte allo spregiudicato “lanciare il sasso e poi nascondere la mano” della Lega, non resti agli altri alleati che suonare invece uno sciogliete le righe? Perché se Lucini ha fatto un solo mandato e ha scelto, per note vicende, di non ripresentarsi, sarà, per chiunque, davvero difficilissimo togliere subito la cadrega a Rapinese. E dopo almeno dieci prevedibili anni di gestione rapinesiana,
    dei partiti, di destra e di sinistra, rimarrà ancora qualche solida traccia? Se Rapinese ed i suoi dimostreranno infatti che un capoluogo di provincia può fare senz’altro a meno dei partiti, per gestirsi e crescere, chi potrà fermare, a quel punto, l’onda lunga delle liste civiche, sia di destra che di sinistra?

    Ricordo che don Giuseppe Brusadelli diceva:
    “Como è adatta a tutto, anche per una rivoluzione”.
    Che stia per avverarsi quella, allora incredibile, previsione?

  3. La Lega paga il suo appoggio al Governo Draghi. Se vuole recuperare, anche a livello nazionale, gli ampi consensi perduti deve fare solo una cosa: far riappropriare le funzioni al Parlamento, che in questi 2 anni di pandemia è stato totalmente desautorato di ogni pubblica funzione, come se fossimo in una Monarchia Assoluta. Basta votare la fiducia incondizionata ad ogni DL. In caso contrario l’altra batosta la subirà alle prossime elezioni politiche (se mai le faranno).

  4. Da che pulpito arriva la predica… la Lega che ha scelto il candidato sindaco a Milano e ha perso malamente oppure la Lega che in un piccolo comune (Pusiano) si è schierata per contproprio favorendo la vittoria del candidato di csx? Perdono voti ovunque ma se si perde la colpa è sempre degli altri, dove si vince il merito è sempre e solo loro, vedi Erba dove nonostante un deputato ed una senatrice in lista hanno perso un centinaio di voti rispetto a 5 anni fa

  5. “Votare è un dovere ma mai con la sinistra!”. Ha ragione Stefano Molinari quando ricorda alla Lega che con la sinistra loro ci governano. Ma si sa, la Lega è tutto e il contrario di tutto. La Lega è Salvini, Molteni e Locatelli ma anche i Ministri dell’attuale Governo, Giorgetti e Garavaglia; gli antieuro Borghi e Bagnai sono leghisti come il Governatore Zaia, europeista, la cui Regione vive degli scambi commerciali con la Germania, scambi che altrimenti andrebbero altrove; la Lega è contro l’invio delle armi all’Ucraina perché è per la pace e contro la violenza ma chiede di ridurre i vincoli all’acquisto delle armi da parte della cittadinanza; la Lega è con la Chiesa ma contro l’accoglimento dei migranti, la Lega è per Molteni fino al primo turno poi, dopo che si è perso, era contro; la Lega è tutto e il contrario di tutto. Ovviamente, invita a votare per Rapinese. C’erano dubbi?

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