Alla fine la sfida all’ultimo voto per il comando di Fratelli d’Italia in provincia di Como non ci sarà: tutto è stato risolto da un accordo tra le due correnti in lizza a poche ore dal congresso di sabato 1 dicembre.
Le due ‘squadre’ che teoricamente si sarebbero dovute sfidare in campo aperto – complici anche le ruggini lasciate dalle scorse elezioni regionali – erano: da un lato, quella storica rappresentata dal segretario provinciale uscente Stefano Molinari e soprattutto dal sottosegretario del governo Meloni nonché dominus storico della destra comasca Alessio Butti; sull’altro versante, il gruppo nato dopo il voto per il Pirellone che ha radunato il sindaco di Rovellasca, Sergio Zauli, la consigliera regionale Anna Dotti, i consiglieri comunali a Como Antonio Tufano e Lorenzo Cantaluppi e, più in alto, Mario Mantovani. Sul metaforico ring per contendersi la corona da segretario provinciale era ufficialmente prevista la salita di Molinari e Zauli. Poi, parola ai delegati e alla forza delle correnti. Ma, come detto, i giochi si sono già risolti con un accordo della viglia, così da evitare la resa di conti pubblica e una ‘sanguinosa’ resa conta ai voti.
La quadra ha trovato il suo punto di equilibrio con una iniziale conferma nel ruolo di vertice dell’uscente Stefano Molinari come presidente. Nel contempo, però, ruoli di peso nel direttivo provinciale dovrebbero spettare all’ala opposta con una robusta assegnazione di incarichi (tecnicamente è prevista l’elezione del presidente e di 13 dirigenti; altri 7 saranno nominati direttamente dal presidente eletto cioè Molinari). Inoltre – a suggello della tregua – addirittura già prevista la staffetta con Zauli tra due anni mezzo: il sindaco di Rovellasca prenderà il posto di Molinari al timone di FdI e Molinari gli farà da vice. Due anni e mezzo: in politica, equiparabili a un paio di ere geologiche.
2 Commenti
intendevo LA PRIMA REPUBBLICA…..
Bene, nella migliore tradizione della tanto vituperata, e demonizzata, da questi …