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AUDIO Gentilini, Cioffi, la “marchetta”, le urla: Brenna e Aleotti nel remake di “Chiedimi se sono felice”

“Che rumore fa la felicità? Che sapore ha la felicità?”. Se lo chiedevano i Negrita, in una canzone di un certo successo di una dozzina di anni fa. E quegli interrogativi, in senso lato, sono risuonati anche ieri sera in consiglio comunale, durante le dichiarazioni di voto sull’assestamento di bilancio (poi approvato).

Tre quarti d’ora dopo che il sindaco Mario Landriscina aveva annunciato ufficialmente il rientro in giunta di Forza Italia con gli assessori Pierangelo Gervasoni (Opere pubbliche) e Livia Cioffi (Turismo e Cultura) – “Ritengo che dopo un periodo molto complesso e discusso, questo sia un importante momento di riunione della coalizione che segna un passaggio per dare unità di governo alla città e rispondere alle esigenze”, le parole del primo cittadino – il tema, ma ancor più il precedente addio di Carola Gentilini, è tornato di prepotenza nel dibattito.

A portarcelo, il capogruppo della lista “Insieme per Landriscina”, il quale, messe da parte le ire funeste proprio verso i forzisti dei giorni scorsi, si è prodotto in un’ode alla speranza soprattutto su Livia Cioffi.

“Parlo per amore della cultura, del turismo e della città – ha detto – Sono felice che dopo questi anni un pochino travagliati per cultura e turismo, a causa anche dei sovvertimenti negli assessorati, questi settori possano avere un nuovo futuro grazie all’ingresso della nuova assessora. Dunque auguro sinceramente buon lavoro a questi due assessori e sorpattutto a Cioffi: saremo al suo fianco e le daremo una mano”.

Ricordando quanto avesse polemizzato nei giorni scorsi, il capogruppo dei Cinque Stelle, Fabio Aleotti, è quasi insorto contro Brenna: “Lui è così felice, io invece sono triste e amareggiato perché intanto abbiamo perso un assessore che si è dimesso. E che sia stata una scelta volontaria, direi di no”.

“Quando qualcuno è messo da parte non per incapacità, non per mancanza di risultati, non perché non ha perseguito gli obiettivi del programma elettorale, non perché l’impegno non fosse sufficiente – ha incalzato ancora Aleotti – non si può essere felici, io non lo sono, è ipocrisia. Se è stata una sostituzione politica, non ci si può crogiolare nella felicità per l’emento che arriva, perchè può anche essere il migliore del mondo ma non è qui per demeriti di qualcuno che invece si è dovuto dimettere solo ed esclusivamente perché gli è stato chiesto di allontanrsi. Sono parole infelici quelle di Brenna”.

E ancora, in un crescendo del tono di voce fino alle urla (come da audio sotto): “Siamo abituati ai giochi politici ma che questi vengano ammantati da felicità, soddisfazione, stima e rispetto per aver chiesto a qualcuno che ha fatto il suo dovere di farsi da parte (sempre Gentilini, ndr), allora io non ho stima e rispetto, mi viene la pelle d’oca. L’ipocrisia in quest’aula non dovrebbe esistere, i giochi politici sono chiari a tutti, li subiamo sia in minoranza che in maggioranza, va bene, ce li teniamo: ma non fate discorsi smielati perché dovete ricucire un rapporto dopo che vi siete espressi sulla stampa (riferimento alle interviste polemiche di Brenna, ndr). Io non voglio essere preso in giro. Io dedico il mio tempo alla città e ai cittadini, non alla presa in giro. Quella non era una dichiarazione di voto, ma è stata una marchetta politica ed elettorale”.

Controreplica finale di Brenna a chiudere il cerchio: “Riguardo alla felicità, io non sono un uomo felice, sono perfettamente conscio delle difficoltà che questa città sta vivendo, anche dopo il grave momento sanitario vissuto. Io non sono un uomo felice perché sono stati nominati due nuovi assessori, ma perché in questa comunità si sta cercando di arrivare a un’armonia. A Gentilini devo delle scuse: una persona alla quale ho voluto molto bene, con la quale cui mi sono trovato estremamente in sintonia”.

E per il remake del film “Chiedimi se sono felice”, Cernezzi Edition, è tutto.

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