Largo Gianfranco Miglio è ormai diventato luogo di contestazione politica. Dopo la manifestazione di centro sinistra, poche settimane fa, capeggiata dagli esponenti del Partito Democratico, insieme a Socialisti, +Europa, Civitas e altre realtà politiche del progressismo comasco, oggi è stata la volta di Forza Italia.In occasione del 25esimo anniversario della fondazione del partito nel 1994, una quarantina di gilet azzurri (che in Parlamento si sono già lanciati in accorate contestazioni contro l’operato del governo Lega-M5S) si sono ritrovati in presidio, guidati da Mauro Caprani e Alessandro Fermi, rispettivamente coordinatore provinciale di FI e presidente del consiglio regionale.
Sulle pettorine indossate dai manifestanti, raccolti attorno al gazebo, campeggiavano gli slogan “Meno tasse, più lavoro”, “Si TAV”, “Giù le mani dal No profit”.
Nelle parole dei leader forzisti, il bersaglio delle critiche è stata la manovra di bilancio approvata lo scorso dicembre e, nello specifico, l’introduzione del reddito di cittadinanza (in partenza il prossimo marzo), la flat tax mancata per le imprese, oltre alla riforma delle pensioni.“Si tratta di una manovra economica assurda che va a togliere i soldi dalle tasche dei pensionati con la sospensione dell’adeguamento ISTAT di quasi due miliardi di euro, per il calderone il reddito di cittadinanza. Se consideriamo che hanno tolto i voucher e i contratti a termine hanno creato di fatto del lavoro nero. Hanno di fatto tolto due terzi dei nove miliardi per gli investimenti – ha affermato Caprani – Spiace perchè una componente essenziale di questo governo [la Lega Ndr] sarebbe nostra alleata e anche degli amici”.“La manovra è culturalmente scellerata, opposta alla nostra impostazione culturale nel considerare il Paese Italia – ha detto Fermi – il Paese ha nel lavoro, nell’impresa, nella capacità di fare, nel genio la propria storia. L’Italia non è diventata la settima potenza mondiale grazie ai sussidi e forme di sostentamento totalmente passive. Il reddito di cittadinanza è culturalmente mortificante. Ma non c’è un’agevolazione fiscale per l’impresa, per la contrattualistica per l’impresa, la flat tax è diventata mistero”.
Nelle parole di Fermi, come in quelle di Caprani, si è intravisto un tentativo di apertura alla Lega, nonostante le critiche per l’esecutivo. “Vogliamo provare a stimolare gli alleati locali della Lega per spiegare che probabilmente quest’alleanza rischia non solo di essere dannosa per il Nord ma dannosa anche per loro politicamente. Il governo è uno solo e non ci possono essere delle divisioni delle responsabilità. L’auspicio è che si possa rivedere questa struttura governativa”.
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