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Gli atti negati, le domande, il muro di Rapinese e Fontana: i lavori alla Como Nuoto restano un mistero

Una serie di muri invalicabili. Dapprima nel sindaco Alessandro Rapinese. Ieri sera nell’assessore a Bandi, Contratti, Legalità e Trasparenza Alberto Fontana. E nel mezzo, anche degli uffici comunali. Contro queste barriere continua a schiantarsi la richiesta dell’opposizione, e in particolare del consigliere di Svolta Civica Vittorio Nessi, di avere atti e risposte sulla vicenda dell’assegnazione del compendio comunale di viale Geno 14 alla Como Nuoto. Eppure le domande, contenute in un’interrogazione e in una richiesta di accesso agli atti che almeno fino a ieri notte non sono riuscite in alcun modo a ottenere risposte, erano chiarissime. Le riportiamo di seguito:

Dalla documentazione rilasciata risulta che:

– in data 2 agosto 2020 è stata disposta la consegna anticipata non essendosi potuto procedere con immediatezza alla formale sottoscrizione del contratto di concessione dell’impianto sportivo avvenuta il 21 maggio 2021,

– la società aggiudicataria si è impegnata ad eseguire lavori di messa a norma e riqualificazione dell’impianto di filtrazione acqua e dell’impianto elettrico, di sostituzione del generatore di calore e di riqualificazione della centrale termica oltre al rifacimento completo dell’impianto di disinfezione/flocculazione/filtrazione della piscina;

– Il cronoprogramma di attuazione degli interventi indicati nell’offerta comprensivi della manutenzione degli impianti l’esecuzione dei lavori prevede l’esecuzione delle opere entro il termine di 110 giorni,

– l’articolo 8 lettera a) dell’atto di concessione statuisce che in relazione agli interventi di messa a norma/riqualificazione dell’impianto sportivo la Concessionaria dovrà procedere all’esecuzione degli interventi entro sei mesi dalla data di consegna della struttura,

si chiede al Sindaco,

– per quali motivi il contratto di concessione è stato sottoscritto a distanza di circa dieci mesi rispetto al giorno della consegna anticipata dell’impianto sportivo atteso che l’art. 9 comma 3 del bando prevedeva: “Il soggetto aggiudicatario, entro 60 giorni dalla data di comunicazione dell’avvenuta aggiudicazione definitiva dell’aggiudicazione, dovrà sottoscrivere l’atto concessorio in forma pubblica con oneri a suo carico”;

– se i lavori di messa norma e riqualificazione previsti dal progetto tecnico presentato in sede di gara e richiamati nell’atto di concessione siano stati effettivamente realizzati dalla Società Sportiva Como Nuoto nella loro interezza;

– se il programma di manutenzione ordinaria e straordinaria di cui al progetto tecnico presentato in sede di gara e richiamati nell’atto di concessione è stato eseguito nei modi e nei tempi previsti;

– se il progetto ha ottenuto l’assenso preventivo degli uffici comunali competenti e se sono state richieste eventuali autorizzazioni o comunque seguite le procedure previste dalla vigente normativa con particolare riferimento al titolo edilizio;

– la data di inizio e fine lavori e il relativo verbale di accertamento dell’UTC circa la regolare esecuzione degli stessi e la corrispondenza con il progetto presentato in sede di gara.

Ebbene, senza aver ottenuto risposte nei tempi previsti, il documento (come è nelle facoltà dei consiglieri) è stato portato in consiglio comunale la scorsa settimana da Nessi, che ha ripetuto gli interrogativi. Ha (non) risposto il sindaco Alessandro Rapinese. “Il regolamento dice che l’interrogazione prevede la risposta della giunta se un fatto sia vero o meno, se un’informazione sia pervenuta alla giunta o sia esatta, se la giunta intenda prendere decisioni su determinati oggetti o sui motivi e criteri per cui la giunta abbia preso o meno determinati provvedimenti – ha affermato il sindaco – La ratio del regolamento è di non chiedere alla politica ciò che non compete alla politica. Questo è il motivo per cui non è stata data risposta all’interrogazione. Ci sono competenti settori dell’amministrazione che rispondono. Ci sono 704 dipendenti al vostro servizio, la componente politica si occupa dell’opportunità. Io non firmo contratti perciò chiedetemi quello che compete a me, altrimenti ci sono gli accessi agli atti. Non chiedete ciò che non può essere chiesto e otterrete risposta”.

Come non rientrassero nelle casistiche elencate le domande dell’interrogazione di Svolta Civica è difficile da intuire. E infatti, Nessi ha replicato così: “Non erano domande difficili, si chiedeva se fosse vero o no che i lavori fossero stati realizzati, se la manutenzioni fossero state realizzate, se il progetto avesse avuto l’assenso con la data del relativo verbale, ed era stato chiesto un accesso agli atti che non è stato adempiuto. Non era difficile dare una risposta su questo. Erano quesiti lapalissiani”.

Visto il primo muro, comunque, Svolta Civica ha tentato un secondo passo scrivendo e protocollando una lettera indirizzata all’assessore a Bandi, Contratti, Legalità e Trasparenza, Alberto Fontana, al segretario comunale e al responsabile del settore legale del Comune di Como. Ma ieri sera, anche da Fontana è arrivato il diniego a rispondere.

“Trovo veramente singolare forma e contenuto di questa comunicazione poiché a me indirizzata non so per quale ragione – ha detto in aula Fontana – Non so se è stato fatto come nei sorteggi di Champions League, se sono state messe le palline nell’urna ed è stato estratto il mio nome. Ma a mio avviso questa modalità è elusiva del regolamento del consiglio comunale che disciplina il diritto di presentazione di interrogazioni e mozioni”.

“Questa comunicazione fa seguito a una richiesta di accesso agli atti del consigliere Nessi con riferimento ai criteri di assegnazione del compendio di viale Geno 14 alla Como Nuoto e ai successivi adempimenti che la società avrebbe dovuto porre in essere – ha proseguito l’assessore – Questa richiesta sembrerebbe, a dire del consigliere, non evasa o non evasa completamente: siamo di fronte alla stessa interrogazione sulla quale aveva già risposto il sindaco sottolineando che non fosse un’interrogazione né che dovesse risponderne la politica. L’interrogazione aveva già avuto risposta, soddisfacente o meno non rileva, a mio avviso. E ora, facendola passare dal protocollo come un qualsiasi cittadino, elude le modalità di rapporto tra consiglieri, sindaco, assessori e segretario”. Il punto ribadito da Nessi, però, era proprio che la risposta del sindaco era stata una totale non-risposta.

“Andando oltre – ha dunque concluso Fontana rimandando agli uffici – io penso che la richiesta di accesso agli atti che si afferma sia rimasta insoddisfatta debba coinvolgere i dirigenti dei settori di riferimento, e se non bastasse non sono io a dovervi dirvi quali sono i passaggi ulteriori, li conoscete benissimo. E lo dico contro l’interesse dell’ente, perché se una richiesta di accesso agli atti non viene soddisfatta, a quel punto esiste una negligenza da parte dell’ente che dovrà risponderne ma certamente non compete alla parte politica”.

Nella lettera, Nessi chiedeva anche “una verifica completa e approfondita del procedimento oggetto dell’accesso agli atti non evaso e dell’interrogazione che non ha avuto alcuna risposta” e si chiedeva “un riscontro formale alla presente e che vengano segnalate all’autorità competente eventuali irregolarità che dovessero emergere nel corso dei doverosi approfondimenti”.

Ma anche qui, Fontana si è chiamato fuori: “Mi chiedo se questa richiesta implichi il fatto che io mi rechi a vedere personalmente i lavori che sarebbero dovuti essere eseguiti o che sono stati eseguiti, e la loro regolarità. Ma io non ho competenza, io mi sento un eroe quando assemblo una libreria dell’Ikea ma non sono in grado di verificare quali lavori siano stati eseguiti. Quindi anche qui non credo che il destinatario della richiesta debba essere io”.

Anche il sindaco è nuovamente intervenuto: “Se sta adombrando del malaffare, gli uffici a cui riferirsi li conosce bene”.

Sta di fatto che fino a oggi – tra parte politica e uffici – per l’opposizione sapere se i lavori previsti nell’aggiudicazione del compendio di viale Geno 14 alla Como Nuoto siano stati fatti o meno, pare impossibile. Ma la sensazione è che la battaglia non sia finita qui.

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10 Commenti

  1. Eppure la domanda è semplice: i lavori che dovevano essere fatti da Como Nuoto a termini di bando vinto sono stati fatti? Non dovrebbe essere così difficile dare una risposta.

    1. Ma come è possibile che l’Assessore socio di Como Nuoto non sappia nulla…come le tre scimmiette sagge: non vedo, non sento, non parlo. Ah…già, scordavo; come dice il Sindaco: è politica.

  2. Un comportamento irresponsabile sia da parte del sindaco che dell’assessore, che sull’argomento fanno ironia, dai sorteggi di champions a non sapere fare le domande. Quello che stanno cercando di nascondere è ormai palese e non si può nascondere. Il comportamento è gravissimo, credo ne pagheranno le conseguenze. Invece di garantire trasparenza e imparziali d’obbligo per chi amministra hanno dimostrato di essere piccoli piccoli e di fare parte in pieno di questo giochino.

  3. Ma perché non fanno degli esposti agli organi competenti (ATS, ARPA, VVF,…) invece di ostinarsi a chiedere agli uffici atti, la cui veridicità può essere accertata solo dagli enti competenti di cui sopra?
    Mandino dei pubblici ufficiali a verificare se sono stati fatti tutti gli adeguamenti previsti per rispondere alle prescrizioni contenute a seguito dei primi sopralluoghi (sempre che ne siano state fatte).

  4. Rapinese numero uno !!! Se gli argomenti sono questi governerà per due mandati sicuramente. Schiena diritta e avanti tutta. E come diceva in una canzone il Califfo: tutto il resto è noiaaaaa

  5. Io non so, non c’ero e se c’ero, dormivo. Che pena!
    Mi domando: ma non stiamo parlando di soldi pubblici? Non è forse dovere degli amministratori darne conto, anche al di là e al di fuori dei regolamenti ? Forse, le verità dobbiamo andare a cercarle sotto il tendone che ricopre la piscina.
    Mollare la presa, oggi, sarebbe una sconfitta per tutti.

  6. Ma che simpatico l’assessore Fontana, tanto da citare i sorteggi di Champions. Quanto a recarsi in logo per vedere se i lavori siano stati effettuati o meno, l’Assessore potrebbe tranquillamente non scomodarsi visto che da simpatizzante del sodalizio di viale Geno dovrebbe sapere perfettamente lo stato dell’arte

  7. Scaricabarile condito con la consueta arroganza, che vedo presente in tutta la ciurma del sindaco Rapinese.
    Puzza tanto di enormi scheletri nell’armadio

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