Il figliol prodigo – un tempo “prodigio” – torna dunque in città. Per conquistarla? Per spiccare il volo iniziato ai tempi del regno sulla sua Albese con Cassano, esaltato dalle Lariopolde a Villa Olmo e a LarioFiere (distillato purissimo di renzimo in acquavite lariana, contributo chiarissimo al mitologico 40% democratico-fiorentino), rallentato pesantemente dalla rapida e infelice traiettoria nel Pd, ora in ricostruzone nella creatura (fragile) di Matteo Renzi?
Troppe domande tutte assieme, probabilmente. Ma Alberto Gaffuri (nella foto, il prima da destra) è sempre personaggio da seguire nelle sue traiettorie politiche. E infatti, con il primo banchetto ufficiale in città di Italia Viva – a Porta Torre, oggi 10 ottobre, dalle 9 – l’interessato, assieme alla co-coordinatrice provinciale del partito Barbara Ferrari (leopardata nell’immagine di copertina), si presenta in pieno stile tardo-renziano.
Con un slogan che bandisce subito neutralità e toni cauti, ovviamente in forma di hashtag: #ComoShock. C’è anche sostanza specifica sotto quel cappello. E ovviamente punta tutto al cuore economico di Palazzo Cernezzi. Citiamo direttamente dall’annuncio sulle “iniziative che il partito comasco intende mettere in campo per sensibilizzare l’amministrazione comunale cittadina circa il corretto utilizzo delle somme a disposizione”.
“Quello delle risorse di bilancio è un capitolo di assoluto primo piano nella gestione del Comune di Como – si legge ancora – Auasi 84milioni di euro di avanzo, al netto delle somme vincolate, rappresentano una voce che non può, né deve, essere sottovalutata. A Como c’è tanto da fare; impiegare i fondi già disponibili è un dovere per evitare che ai sacrifici richiesti ai cittadini non corrispondano servizi all’altezza delle necessità”.
Ma se non è nei dettagli, è dentro Facebook che si nasconde il “diavolo (politico)”. E infatti, la breve presentazione della discesa in campo di stamattina affidata alla pagina ufficiale di Italia Viva aggiunge un po’ di pepe alla portata: “C’è una città, la nostra Como, che non può vivere di piccole polemiche spicce oppure, quando va bene, soltanto di ordinaria amministrazione. C’è bisogno di un’azione vera che consenta di investire le risorse già a disposizione e, in aggiunta, di trovarne di nuove per ridare slancio a ciò che da troppo tempo appare in fase di stallo. Usciamo dalla #PaludeComo e costruiamo assieme #ComoShock”.
Palude, shock, polemiche spicce.
Questo sì è renzismo classico. E che la lunga marcia verso Palazzo Cernezzi abbia inizio (anche se noi, forse esagerando un po’, l’avevamo già fatta partire come da articolo qui sotto).
Alberto da Cassano punta al trono: l’uomo di Renzi a Como e sogna la fascia da sindaco
5 Commenti
eh eh. .
Che strano metterci Italia Viva, quando Renzi l’aiutò a ucciderla
Giú il fiasco prima di commentare altrimenti solo corbelleria
Un mesetto dopo la scissione di Italia Viva chiesi a un amico del PD di Como chi fossero i fuoriusciti. Mi disse di Alberto Gaffuri, che però era sempre stato estraneo alle dinamiche di partito, di diversi attivisti dell’erbese, del Segretario dei Giovani democratici, di due signore grintosissime che operavano nel circolo della convalle, di alcuni personaggi di spicco della vecchia sinistra di Como e del Lago, di uno che conosco che è molto stimato da chi lo conosce ma che in pochi conoscono (l’antipolitico per definizione) …..insomma, mi disse, che il PD cittadino non si era strappato le vesti per la scissione e per chi era uscito dal Partito. Alla domanda chi è rimasto, mi è stato risposto che erano rimasti quelli che contavano. Considerando la tradizione del PD e soprattutto di quello cittadino, sono arrivato alla conclusione che erano rimasti i pochi che da sempre contano quelli che nel tempo li hanno salutati. I soliti….
Speriamo che questo gruppo diventi un pungolo per la sinistra cittadina e in particolare per il PD, sempre che quest’ultimo non faccia di tutto per spingerlo verso la destra cittadina. I “tafazziani” rimasti nel PD, e sono tanti, ci potrebbero anche pensare. In fin dei conti potrebbe essere una strategia se non si vuole smettere di “contare”. Di “contare” quelli che li salutano ovviamente!
Renzi….. Quello che aveva detto per settimane che di sarebbe ritirato dalla politica se avesse perso il suo referendum.
Proprio una personcina affidabile.