Hanno assunto una portata nazionale le parole pronunciate dal leader nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, la scorsa settimana a Cantù all’inaugurazione delle nuova sede provinciale del partito di estrema destra.
Tra i passaggi più forti del suo discorso, senza dubbio quello in cui veniva affermato che “con questo governo l’Italia non è più antifascista”, nell’ambito di un parallelo tra la svolta politica data dall’esecutivo Cinque Stelle-Lega e la conversione politica di Benito Mussolini da socialista rivoluzionario a nazionalista e poi fondatore del fascismo (qui l’integrale).
Fiore, poi, sempre il 23 giugno scorso, disse di voler chiedere al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di togliere i fondi nazionali all’Anpi e ribadì che “oggi è cambiato qualcosa, dal 4 marzo c’è stato uno spostamento dell’Italia e della politica su posizioni nostre”.
Ebbene, sulla base di queste affermazioni ieri Andrea De Maria, deputato del Pd nonché ex sindaco di Marzabotto, teatro di una delle più sanguinose stragi nazista nel 1944, ha sfidato il governo nazionale a prendere le distanze dalle posizioni di Forza Nuova.
“Ritengo queste parole molto gravi – dice De Maria – Mettono in discussione la stessa natura della nostra democrazia, fondata sull’Antifascismo e sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Chi oggi governa il Paese, 5 Stelle e Lega, dovrebbe rispondere con parole chiare, respingendo anche l’evidente scelta di Fiore di aprire con loro una interlocuzione politica, in nome della scelta di rinnegare il valore fondante dell’Antifascismo. Intendo assumere una iniziativa di sindacato ispettivo nei prossimi giorni, per chiedere al governo parole chiare in merito”.