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La giunta chiede 3 milioni per Campo Coni e via Belvedere. Ma sfumano i fondi Pnrr per il Palaghiaccio

La giunta di Palazzo Cernezzi ha chiesto fondi del Pnrr per circa 3 milioni di euro da destinare al Campo Coni e al centro sportivo di via Belvedere.

“Per quanto riguarda il Campo Coni Campo Coni – spiega l’assessore allo Sport Paolo Annoni, d’intesa con il collega ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni – il finanziamento è per rifare gli spogliatoi e creare una palestra di 250 metri quadrati nell’ex casa del custode”.

Sul fronte del centro sportivo di via Belvedere “abbiamo chiesto un altro milione e mezzo per asfaltare la strada, sistemare campo da calcio, campi da tennis, pista da pattinaggio, fare alcune opere accessorie a servizio del rugby (forse pure un campo da allenamento laterale), sistemare l’anello del pattinaggio e creare uno skate park”.

Sfumata, invece, la possibilità di poter chiedere altri fondi per il maxi progetto da 6 milioni per Palaghiaccio di Casate (ne avevamo parlato qui), sfruttando la possibilità di investirli su un impianto sportivo comunale di interesse federale. Serviva, però, per l’appunto, l’appoggio all’operazione da parte della Federghiaccio, che non è arrivato.

“Avevamo già interessato e inviato documenti ufficiali ad Antonio Rossi (sottosegretario regionale con delega allo Sport, ndr) con il progetto per un accordo di programma con la Regione per i lavori, ma lì c’erano 4 milioni pronti – spiega ancora l’assessore Annoni – La Federghiaccio avrebbe dovuto puntare su Como, a livello nazionale. Consiglio Federale mercoledì sera. Due altre regioni puntano i piedi, a Vipiteno è crollato il tetto del palasport, in Veneto Zaia vuole un maxicentro federale e Zaia è una potenza. Inutile dirvi che ieri la mail della Federghiaccio è arrivata ieri sera poco prima delle 21 e c’è scritto che la Federghiaccio ha puntato su un altro impianto”.

In ultimo, l’annuncio che sempre il palazzetto del ghiaccio di Casate gestito da Csu non resterà aperto due settimane in più (fino a metà maggio) come invece auspicato dalle società sportive e dalla stessa amministrazione: “Avevamo pure provato a tenere aperto due settimane in più quest’anno – conferma Annoni – ma siamo stati sommersi dai costi alle stelle delle utenze”.

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Un commento

  1. Gentile Assessore,
    le dinamiche federali sono talora incomprensibili per i comuni mortali. “Zaia è una potenza” lei dice ma è anche vero che noi lombardi non riusciamo a far fronte comune. Varese ha risolto il problema affidando la (ri)costruzione e la gestione del palaghiaccio a terzi: imprenditori che si daranno da fare per produrre profitti. Ma per ottenerli è necessario offrire/vendere servizi cui è finalizzato il progetto varesino. Como cosa può offrire? Un costoso progetto di restyling che, visto gli spazi, sarà sempre limitato. Ma il nodo della questione è, a mio avviso, la gestione dell’impianto. Da quanto tempo ai semplici utenti è precluso l’ingresso? Non ho memoria. Pur con la pandemia, altri impianti lombardi hanno individuato delle modalità di accesso, a Como possono entrare solo i tesserati delle società! Se uso le medesime precauzioni perché non posso entrare a pattinare? Sono anziana perciò mi ricordo della gestione del palaghiaccio da parte dello Sporting quando c’era persino la discoteca con luci stroboscopiche. Con la gestione para-comunale è evaporato tutto. Si segua quindi l’esempio di Varese che, purtroppo, è sempre davanti a Como.

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