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“La paura dell’altro, la Como del futuro”. Nella notte più bolsa, Maurizio “Fitzgerald” Traglio

E’ stato un lampo. Paradossalmente quasi fuori contesto e del tutto inaspettato. Eppure, ieri sera in consiglio comunale a Como, Maurizio Traglio (imprenditore e candidato a sindaco del centrosinistra nel 2017), in una serata bolsissima e legata ad aridissimi temi contabili e amministrativi che nulla concedevano allo svolazzo poetico, ha pronunciato un discorso politico tra i più articolati da quando è entrato sulla scena.

Certo, con elementi di propaganda e opposizione tout-court al centrodestra governante, ma nello stesso tempo con una cornice molto più ampia, dal futuro delle imprese alle sfide della globalizzazione, dall’effetto “paura” come arma elettorale fino alla questione universitaria in città.

Comunque la si pensi, qualcosa di diverso dalle più classiche (benché naturalmente giustificatissime) dichiarazioni preliminari sui problemi della via o del quartiere. Perché lo si possa contestare, apprezzare, condividere o cestinare (o perché, volendo, vi si possa replicare) pubblichiamo integralmente l’intervento di Maurizio Traglio.

I grotteschi avvenimenti che hanno visto protagonisti negli ultimi giorni il sindaco e la sua maggioranza hanno messo in luce, una volta di più, quale sia la natura dell’amministrazione che guida la città.

Buona parte delle promesse che hanno caratterizzato in maniera determinante la campagna elettorale del sindaco Landriscina si sono infrante sullo scoglio della realtà: alcune sono semplicemente inattuabili, altre sono state tradite.

La Como di Landriscina avrebbe dovuto essere, ad ascoltare gli slogan, la Como della cura delle piccole cose e, nel contempo, una non meglio specificata “Grande Como”. Non abbiano né l’una né l’altra.

Giunta Landriscina

Per nascondere le proprie mancanze, si è solo cercato di acuire la sensazione di diffidenza verso l’altro di turno, senza offrire adeguate soluzioni ai problemi, ma fuggendo dalle proprie responsabilità, dando sempre la colpa a qualcun altro.
Il parallelismo con quanto accade nei palazzi romani è, ahinoi, evidente.

Il problema è che questa impreparazione ci sta accompagnando verso una nuova crisi sociale ed economica di cui vediamo già i primi segnali: dopo anni di crescita, le imprese hanno cominciato a perdere nuovamente fiducia, il peso politico del Paese nello scacchiere europeo e mondiale sta diminuendo, vi è un’assenza drammatica di progetti infrastrutturali e di programmi sociali che superino logiche meramente assistenzialistiche.

Era ed è nostra convinzione che la buona politica possa sorgere dalle amministrazioni locali che molto possono fare per contrastare la deriva autolesionistica verso cui qualcuno vuole condurci.

Como avrebbe tutte le caratteristiche per essere un modello trainante di questa buona politica. La globalizzazione, che seri danni ha fatto ad altre realtà, a Como ha regalato un proscenio di notorietà mondiale, che spinge costantemente il Pil locale legato al turismo.

Milano, sempre più capitale sociale ed economica del Paese, avrà crescente bisogno di realtà limitrofe in cui cercare bellezza, organizzazione, qualità della vita e partner industriali competitivi.

Como dovrebbe essere la “città diamante” di cui parlava il sociologo Mauro Magatti partendo dall’analisi delle prospettive per l’università cittadina. Invece, proprio a partire dall’università, in particolare dal Politecnico, abbiamo iniziato a perdere forza.

Le rare politiche attive di questa giunta sono volte unicamente a porre elementi di chiusura e di ritorno al passato, mentre un nuovo difficile futuro rischia di travolgerci ancora una volta. Eppure, in quest’aula, il tema del nostro futuro è semplicemente ignorato, a tutti i livelli.

Proprio in questi giorni è stato ospite della nostra città l’imprenditore Brunello Cucinelli che, davanti alle imprese comasche, ha rivolto un invito semplice: “Como – ha detto – sostituisci la paura con la speranza”.

Ecco, vorrei rilanciare in quest’aula con forza questo invito, perché la paura sarà anche un buon produttore di consenso elettorale ma, non molto lontano, ci condannerà alla sconfitta e all’impoverimento.

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2 Commenti

  1. avere il coraggio di dire che si è compreso il messaggio non è certamente di questa amministrazione. Nessuna idea, nessun coraggio, nessun programma e quindi le parole di Traglio sono destinate a spegnersi contro il muro del nulla eretto dai nostri amministratori. Chiudersi a riccio per non far veder cosa succede nel mondo è il sogno di chi non sa guardare oltre le proprie mediocri capacità. Per capire che Milano sia esplosa e chiami a raccolta tutti gioielli che la attorniano sarebbe necessario che qualcuno non la ritenesse troppo da raggiungere. Tranquilli, anche a Milano si parla italiano.

  2. Finalmente qualcuno a Como fa politica con la P maiuscola!
    Per far qualcosa è necessario parlare di futuro. Como sta chiudendosi su se stessa e sta perdendo il treno. Far sinergia con Milano, unica metropoli europea in Italia, è l’unica strada!

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