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La proposta: “Zone gialle nelle province lombarde con i numeri Covid più bassi”

Zone gialle nelle province lombarde con i numeri della pandemia più bassi. E’ la proposta che verrà discussa domani, martedì 26 gennaio, tramite una mozione urgente presentata dal consigliere del MoVimento 5 Stelle Raffaele Erba.

“Domani in Consiglio porterò una mozione urgente per chiedere la riapertura di quei territori lombardi che, in base alle rilevazioni, potrebbero essere classificati in Zona Gialla. Il DPCM permette alle Regioni di procedere alla differenziazione dei colori per i territori che rientrano nei parametri della Zona Gialla”, dichiara Erba.

“I territori lombardi potrebbero suddivisi in base ai colori su scala provinciale al fine di ridurre l’impatto delle limitazioni, anche alla luce degli errori commessi nel calcolo dell’indice RT che per una settimana hanno costretto quasi 10milioni di persone a rispettare i rigidi vincoli della Zona Rossa – aggiunge Erba  Regione Lombardia dimostri con i fatti di tenerci realmente alle nostre imprese. Questo nuovo approccio potrebbe dare una mano importante a molte delle attività pesantemente penalizzate dalle recenti limitazioni come i commercianti al dettaglio e soprattutto i baristi e i ristoratori”.

“La possibilità di allentare le maglie della Zona Arancione esistono e sono praticabili. Considerando il forte impatto che tali modifiche porterebbero all’economia lombarda, è auspicabile che le associazioni di categoria sostenga la nostra linea facendo pressione su Regione Lombardia affinché si amplino le possibilità che la mozione venga accolta”, conclude il consigliere regionale pentastellato.

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8 Commenti

  1. Io farei ancora meglio: colore delle zone a livello comunale. Che senso ha avere lo stesso colore se due comuni hanno dati di contagio diversi ???
    Poi, per far rispettare i divieti, mettiamo le forze dell’ordine a controllare i confini comunali tra Cucciago e Cantù, tra Cucciago e Fino Mornasco, tra Cucciago e Casnate, tra Cucciago e Senna, tra Cucciago e Vertemate.
    Se poi volessimo fare “più meglio” ancora potremmo differenziare i colori tra quartieri della stessa città o tra differenti vie all’interno dei singoli quartieri…

  2. Egregio sig. Sandro, evidentemente per Lei l’educazione ed il rispetto dell’altrui parere sono un optionals, beata ignoranza…..

  3. Differenziare per provincia ha senso: la Valtellina e l’Oltrepò Pavese sono mondi diversi con situazioni epidemiologiche probabilmente differenti.

    Ma andrebbe fatto per tutte le province a livello nazionale, basandosi ovviamente su dati provinciali. Non solo per la Lombardia.

  4. Considerando che il colore della zona è il frutto della media dei valori di ogni provincia, se la Lombardia è in zona arancione e Bergamo, Cremona, Lecco, Sondrio e Mantova hanno valori da zona gialla, altre province, chissà forse anche Como, avranno dati da zona rossa. Ci sta, non è un’ipotesi fuori luogo. Affina le politiche di contrasto anche se aumenta la confusione. Erba è un ragazzo sveglio, sa come farsi voler bene. Vada avanti così che ha capito tutto. ?

  5. Regalate un cervello a chi ha detto che c’è già abbastanza confusione… Non è logico che a Bergamo che i casi sono bassissimi siamo stati in zona rossa… Già tutto ciò è alquanto incostituzionale e il popolo capre lo accetta…

  6. Province di colore diverso? ma dai, c’è già abbastanza confusione così, per amor del cielo lasciamo perdere….

    1. Se, per fare un esempio, a Como siamo messi molto bene e a Lecco molto male, perché stare tutti in arancione come se non ci fosse alcun differenza?

      Chi è messo bene (dati alla mano) vada in zona gialla e chi è messo male vada in zona rossa.
      Restituirebbe anche maggior senso di responsabilità, visto che le misure su Como dipenderebbero esclusivamente dal comportamento dei comaschi.

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