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La scossa di Calenda da Roma a Como: “Ecco il nostro candidato sindaco, fuori dai rituali di partito”

Sulla scia del risultato del leader Carlo Calenda a Roma (prima lista in città con il 19,1% pur con il terzo posto personale del candidato), Azione lancia lo squillo di tromba anche per le comunali che attendono Como l’anno prossimo.

“Il risultato di Carlo Calenda a Roma, la cui lista sfiora il 20%, ponendolo dinanzi a PD, FDI e a tutte le altre liste – si legge in una nota – è un risultato incoraggiante per un nuovo soggetto politico che cresce e sta maturando, dimostrando come sia possibile essere una valida alternativa alla politica basata su slogan e su toni accesi che troppo frequente generano odio e confusione”.
Poi lo sguardo volge su Como.

“Nel turbinio di ipotesi che sta infuriando nel toto-nomi per il Sindaco del 2022, Azione è all’opera, e non da sola – continua la nota del partito comasco – stiamo lavorando per costruire un programma credibile per risvegliare la città da un lungo inverno non solo politico, ma anche progettuale che ha spento ogni entusiasmo sociale e imprenditoriale. Per il capoluogo i periodi d’oro sono oggi davvero lontani, relegati all’album dei ricordi. Dobbiamo e vogliamo capovolgere questa situazione”.

Emerge anche un ipotetico profilo-base del candidato sindaco: “Puntiamo a un candidato con forti capacità di gestione, un innovatore di visione, capace di coltivare le relazioni esterne e di essere punto di convergenza per le forze del rilancio della città. Con tutto il rispetto, personalità dalla sin troppo lunga esperienza partitica non corrispondono affatto a questo profilo. Como merita energie nuove, serve ascoltare per progettare una strategia di lungo periodo – almeno fino al 2030, ma anche oltre – piuttosto che seguire i rituali dettati da colori di partito”.

Inevitabile un passaggio (polemico) sulla giunta in carica a Palazzo Cernezzi: “Quello che è mancato negli ultimi anni a Como sono state delle linee chiare e persone che ci credessero fino in fondo. E, dopo il completo disastro dell’era Landriscina, non possiamo permetterci errori. Non sarà un percorso semplice, ma vogliamo crederci e vogliamo andare avanti”.

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2 Commenti

  1. Anche Landriscina era fuori dai rituali di partito.
    Il problema è che per governare serve qualcosa in più del bla bla bla, soprattutto in una città che è stata amministrata male per anni.

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