Che sinistra sarebbe senza un dibattito democratico e affilatissimo? Non sarebbe. E infatti – ma la cosa con ogni probabilità non sorprenderà nemmeno lo stesso Stefano Fanetti – l’intervista del capogruppo Pd rilasciata oggi a ComoZero ha immediatamente innescato un sano – e durissimo – confronto nell’intera area (contributi e opinioni sempre ben accetti a redazionecomozero@gmail.com).
Como, Fanetti ridisegna Pd e centrosinistra: “Aperti a liberali e moderati, basta veti da sinistra. Traglio bis? Se vuole lui…”
Tra tante reazioni informali, una esce allo scoperto senza timori né imbarazzi: è quella del coordinatore di Articolo Uno, Emilio Russo. Che con la grazia della scure che si abbatte spietatamente, fa a pezzi il Fanetti-pensiero. Parola a Russo, dunque.
La dichiarazione di Fanetti è sorprendente. Non perché contenga delle novità sconvolgenti ma perché, al contrario, ripropone la linea perdente seguita in questi anni: quella della subalternità nei confronti di pezzi dell’establishment e della mortificazione del ruolo delle forze politiche a partire dal suo stesso partito.
Un conto è dialogare con un ampio arco di forze per costruire un’alternativa credibile alle destre, un altro è rincorrere “il partito dei signori” immaginando un “moderatismo” per il quale non esiste alcun riferimento sociale nella città se non in alcune parti delle élite.
Vista la nettezza delle posizioni espresse da Fanetti (ma a nome di tutto il Pd?), vale la pena di essere altrettanto chiari.
L’accenno ai presunti “veti” a sinistra è una farneticazione, un alibi per difendere una scelta di rottura pensata a freddo e senza nessun costrutto. Si tratta di una posizione che implicherebbe lo scivolamento verso uno schema di alleanze anomalo sia rispetto a quello della maggioranza nazionale sia rispetto a quelle che si stanno costruendo in tutte le Regioni e i Comuni nei quali si voterà a settembre e – per quello che capisco- si identifica con il tentativo di replicare lo schema perseguito da Renzi e Calenda e non già con lo sforzo in atto da parte del Pd.
L’orientamento di riproporre lo stesso candidato sconfitto nelle elezioni del 2017, infine, mi appare inspiegabile, sia per il ruolo del tutto impalpabile svolto da in questi anni nel Consiglio comunale da quello che avrebbe dovuto essere il leader dell’opposizione, sia per il fatto che il signor Traglio, indipendentemente dalle sue qualità personali, rappresenta una figura sociale e un orientamento culturale del tutto estranei alle esperienze di giovani, lavoratori, precari, ambientalisti, mondo del volontariato, ceti medi che vivono quotidianamente la realtà di Como e che hanno visto la loro condizione peggiorare a causa della crisi legata alla pandemia.
È attorno alle risposte da dare alla crisi e alle prospettive future di Como che andrebbero costruite le alleanze e misurate le distanze, e non sulla base di teoremi astratti che rivelano una inquietante pigrizia mentale.
7 Commenti
Li leggo tutti….
La verità, il giornale e libero?
I radical chic hanno posto il primo veto…….
Posso farle una domanda?
Che quotidiano legge?
Ho grande stima per il professor Russo. Ho avuto la fortuna di ascoltarlo in diverse occasioni compreso quelle in cui commentava i risultati elettorali.
Ha capacità straordinarie nello spiegare e nell’argomentare le motivazioni delle sconfitte elettorali. Analizza nei minimi dettagli gli errori fatti, le alleanze che si sarebbe dovuto evitare, quelle che si sarebbe dovuto fare, i leader negativi e quelli positivi, le ragioni tradite del popolo. Analisi accurate, strutturate e lucidissime.
Non ricordo invece di aver mai ascoltato un suo commento a una vittoria elettorale. Non so se il motivo è dovuto al fatto che l’analisi della vittoria non è il suo forte o semplicemente perché non ha vinto mai. Ma questo è un altro discorso…..
“L’accenno ai presunti “veti” a sinistra è una farneticazione”
Intanto però chiarisce che il suo veto lo mette sì!
E quindi rassegnamoci, ahimè, ad altri cinque anni di centrodestra o forse solo destra. Purtroppo, come diceva un osservatore, in prossimità delle elezioni il centrodestra si unisce e vince il centrosinistra si divide e perde!