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Lo statuto comunale impone “motivata comunicazione”, Rapinese spiegherà la cacciata di Lombardi

La frase apparsa nella convocazione delle prossime sedute di consiglio comnale è stringata come da prassi: “Comunicazione del Sindaco ai sensi dell’art.59 dello Statuto comunale”. Ma dietro la prosa sintetica, già nell’assemblea del prossimo 30 gennaio potrebbe aversi finalmente qualche novità sul caso politico che ha decisamente movimentato il periodo natalizio a Palazzo Cernezzi. Leggasi, ovviamente, la revoca fulminea dell’ex assessore al Verde, Ivan Matteo Lombardi, silurato a sorpresa dal sindaco Alessandro Rapinese il 27 dicembre scorso e, da allora, non sostituito. La delega specifica, come noto, è stata assunta direttamente dal primo cittadino, arrivato ad assommarne una dozzina, un record a Palazzo Cernezzi.

Non sono state poche, però, le polemiche sulla poca comunicazione da parte del sindaco circa le motivazioni reali della cacciata di Lombardi, motivate unicamente nell’atto ufficiale di revoca con la mancanza improvvisa di fiducia nei suoi confronti. Da più parti sono giunte richieste di una maggiore trasparenza su quanto avvenuto, che pure i rumors hanno attribuito sovente ai buoni rapporti di Lombardi con l’opposizione, peraltro unicamente per l’affinamento o il confronto su singoli provvedimenti.

Ad ogni modo, tornando al prossimo consiglio comunale e alla comunicazione annunciata dal sindaco, l’articolo 59 dello Statuto comunale recita testualmente così:

Art. 59 – SOSTITUZIONE DI SINGOLI ASSESSORI
Il Sindaco può revocare uno o più Assessori, dandone motivata comunicazione al Consiglio Comunale nella prima seduta utile.

Dunque, ecco che (considerando che l’ultimo consiglio comunale si è svolto il 21 dicembre 2o22, dunque prima del siluramento) finalmente arriveranno le ulteriori spiegazioni rispetto alla sola e generica venuta meno della fiducia del primo cittadino nell’ex assessore al Verde. Che poi, in quella stessa sede, possa emergere anche qualche indicazione sulla volontà o meno di Rapinese di sostituire anche fisicamente Lombardi, prima o poi, questo a ora non si sa.

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5 Commenti

  1. Bisogna essere diffidenti delle regole sciocche. Cosa significa dover motivare la scelta di ritirare le deleghe a Lombardi. È sufficiente dire che si è perso la fiducia sul suo operato! E dopo che si è detto, non si è spiegato nulla e per gli altri avrà senso obiettare? Mah….. Tuttavia, una riflessione è d’obbligo. Agli occhi di Rapinese Sindaco, Lombardi ha avuto la principale colpa di cercare un confronto costruttivo con l’opposizione politica endoconsiliare, Lissi, Nessi e gli altri, e, soprattutto, con le opposizioni politiche esoconsiliari, quelle di RapiGoverno per intendersi. La satira, Rapinese d’opposizione lo sapeva molto bene, è anch’essa una forma di confronto politico. Le sue uscite da “ragazzino ribelle” durante i mandati Bruni, Lucini e Landriscina facevano parte di una strategia politica: dissacrare per porsi su un piano non più paritetico ma superiore. Un po’ come fa il ragazzino un po’ bulletto rispetto a chi subisce i suoi lazzi. Non è politicamente corretto, non è eticamente limpido ma fa parte del nuovo modo di fare politica. Purtroppo, quello che Rapinese Sindaco non riesce a interpretare, è la parte di chi i lazzi li subisce. Non sa come comportarsi quando è a sua volta dissacrato. A differenza sua, Lombardi deve essere più abituato a essere dalla parte di chi è preso in giro. La ricerca di un confronto costruttivo, infatti, è il modo migliore per riportare la discussione nella sfera politica e non più in quella goliardica. È quello che avrebbero dovuto fare Lucini e Landriscina per disinnescare Rapinese d’opposizione. Sarebbero riusciti in questo modo a sottolineare quelli che adesso sono i suoi evidenti limiti. Occasione persa….non solo per loro! 😊

    1. Nessuno dubita del fatto che il sindaco abbia avuto le sue ragioni, e ovviamente tutto pienamente legittimo.

      Non si capisce però perchè voglia trincerarsi dietro un silenzio, come se fossero questioni che non devono interessare alla città: che male ci sarà ad esporre pubblicamente le proprie motivazioni? Teme che vengano reputate pretestuose o non abbastanza solide?

  2. E così si scopre che Rapinese non conosceva lo Statuto quando faceva i video in cui rispondendo a richieste di motivazoni si trincerava dietro al classico “è tra le prerogative del sindaco, posso farlo, è legittimo, non devo dire nulla a nessuno”.

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