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Luca il mite e quel graffio a Pettignano: “Lido di viale Geno, bando dai tempi assurdi”

Bisogna riparametrare il concetto di rabbia quando si parla di Luca Biondi. Il mite e sorridente consigliere di Forza Italia (pupillo coccolato sotto le ali del decano-capogruppo, Enrico Cenetiempo) dal debutto in consiglio comunale si è distinto per tre cifre: acume, gentilezza e gran voglia di imparare.

Enrico Cenetiempo, a destra, con il collega di gruppo, Luca Biondi

Anche nei momenti più bui (tipo l’abbandono del consiglio da parte dei forzisti) ha sempre dispensato quelle che son parse genuine (e furbette) perle di serenità, qui la foto del fattaccio:

Quindi attribuirgli rabbia (che c’è, sia chiaro) significa anche dover restituire la fedele immagine del consigliere che oggi (per una volta, la prima) mentre aveva nulla voglia di sorridere ha pure dato due, tre, toni di gravità alla voce. Ed è già una rivoluzione.

Tema: il celeberrimo, attesissimo, bando per la gestione del Bar-lido-ristorante di viale Geno, di fianco alla villa. Documento invocato da anni e finalmente pubblicato sull’Albo Pretorio del Comune di Como il 26 febbraio scorso. Valore doppio: non solo una vicenda oggettivamente scandalosa da risolvere ma anche, e soprattutto, un tampone necessario dato che la sfortunata e triste storia del lido gemello (Villa Olmo) non pare prossima a sblocchi.

Cosa contesta Biondi? “Il Bando va anche bene, è giusto e sensato sia concepito per una riapertura veloce, in vista della stagione estiva”.

E quindi? “E’ assurdo, veramente assurdo, però – accusa il giovane azzurro – che un documento di tale valore e portata sia pubblicato il 26 febbraio e preveda un sopralluogo nell’immobile esclusivamente tra il 4 e l’8 marzo, cinque giorni lavorativi appena, previa richiesta da trasmettere con congruo preavviso. Come si fa a essere congrui tra il 26 febbraio e il 4 marzo? Non ha senso.”

Altro punto non digerito da Biondi l’obbligo della presenza di un rappresentante legale della società che parteciperà alla gara per l’assegnazione. “Normalmente – accusa – quando escono i Bandi prevedono un tempo di studio perché possano essere fatti business plan per capire le potenzialità del progetto. Così fatti i conti si vede la fattibilità, si presenta un’idea strutturata e approfondita, seria. Questo documento rende impossibile queste cose e anticipa passaggi che dovrebbero essere successivi la pubblicazione”.

Insomma, un documento che esclude, secondo il forzista. “Preclude a moltissimi la partecipazione, sono tante le società che aspettavano la pubblicazione per procedere a uno studio di fattibilità. Qui o si è già pronti o niente, non si partecipa. E’ una cosa troppo vincolante”.

Che dietro l’accusa vi sia l’estensore del Bando? Quell’ex assessore forzista, Franco Pettignano, uscito azzurro dalla giunta Landriscina e meravigliosamente rientrato, tre ore dopo, con la maglia di Fratelli d’Italia? “Io dico solo che al Patrimonio (settore competente, Ndr) hanno sicuramente molte gatte da pelare, certo hanno molto da fare ma non mi pare che pubblichino Bandi all’impazzata. Meglio studiarli in modo più approfondito. Villa Geno è un’area incredibilmente importante per la città, per i giovani e per i turisti. Il lido di Villa Olmo è chiuso, spero chiunque vinca tenga presente questi aspetti”.

SCARICA IL DOCUMENTO INTEGRALE

A quasi due anni dall’insediamento in consiglio ecco la prima, dura, presa di posizione del virgulto berlusconiano. Che stia studiando da capogruppo? (Nelle varie ipotesi di rimpasto non è escluso il rientro in giunta di Forza Italia. E se Cenetiempo finisse a fare l’assessore?).

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Un commento

  1. Buongiorno,

    “La Prima Repubblica non si scorda mai, la “Prima Repubblica” tu cosa ne sai ?”. Ricorderete quando nelle radio risuonava questo ritornello cantato da un certo Luca Medici, alias Checco Zalone. Un grido che sembra rivolto ai giovani che della “Prima Repubblica” non sanno quai nulla.

    Per “Prima Repubblica” si intende quel periodo della storia d’Italia che va dal referendum del 2 giugno 1946 al marzo 1994. Da quella data tutto è cambiato, l’imprenditoria è entrata in politica, la legge elettorale è variata ed è nata la cosiddetta “Seconda Repubblica”. Prima caratteristica di questo periodo storico è il ruolo dello stato. Usciti dal secondo conflitto mondiale, in Italia è iniziato il periodo del boom economico, periodo in cui la povertà sembrò scomparire e in cui si viveva non pensando al futuro. Il lavoro era disponibile per tutti e nel caso ci fosse qualche problema lo stato avrebbe provveduto a sistemarlo. Il liberalismo economico era osteggiato ed ad esso si preferiva un intervento magari controproducente, ma l’importante che fosse statale. Per chi non lo sapesse nei cinquant’anni di Prima Repubblica, lo stato italiano ha messo mano al valore della propria moneta decine di volte, cercando di attirare i clienti stranieri nel nostro paese con l’abbassamento del valore della lira. Ai tempi il debito pubblico non importava a nessuno e se esso aumentava non era un dramma, anzi era un sintomo che il paese si stava riprendendo dall’ennesima crisi che lo aveva colpito. L’importante era salvare gli italiani, o meglio chi aveva interessi sullo stato italiano. Ecco perché non mi trovo d’accordo con il Signor Ferrario che attacca Ferdinando Casini e Bruno Tabacci, perché sono due politici colti e preparati, e la politica ha bisogno di persone preparate, che purtroppo la rivoluzione del ’94 ha stravolto,”Si è buttato via il bambino con l’ acqua sporca”lo invito a leggere Max Weber “Il lavoro intellettuale come professione” (due mirabili relazioni #La Scienza come professione #La Politica come professione). Lo dice anche il dottor Davigo lo ribadisce la corruzione dal ’94 non è diminuita, anzi, solo che la classe politica è andata peggiorando, improvvisati, senza preparazione, non ci sono più le scuole di partito, la selezione, poi non per giustificare rubare è sempre rubare, ma lo dicono i magistrati i reati nella Prima Repubblica molti erano per finanziare i partiti, nella seconda per arricchirsi. Il generale Von Moltke, quello di Sedan, sosteneva con gli alleati imperiali che la linea più efficace era quella di “marciare divisi, colpire uniti”. La stessa frase fu ripresa anche dal Partito d’Azione al tempo dei Fronti Popolari. Ecco ormai i partiti di oggi sembrano uniti solo per uno scopo questo si occupare “sedie” non è che i nuovi movimenti si distinguono analizzate le spartizioni in Rai e nei principali Enti di potere resiste il manuale Cencelli, peggiora però la qualità intellettuale e di preparazione. Discorso lungo questo vale anche per i Comuni. Tutti ricordano gli anni di leggendari Sindaci di Como come Lino Gelli e Antonio Spallino. L’ analisi sarebbe lunga.
    Buona giornata e state sereni.
    Davide Fent
    @davidefent

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