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Luigino e lo ‘scandaloso’ discorso di Villa Olmo: “Sono fatto così, non cambio”

Questo articolo è tratto dall’edizione cartacea di ComoZero settimanale del 14 dicembre scorso. Lo ripubblichiamo in forma integrale. Il nuovo numero, uscito il 21 dicembre, è ancora in distribuzione, ecco dove potete trovarlo.

Una sala gremita all’inverosimile, la massima onorificenza da ritirare, l’attesa (a questo punto ingenua) di un discorso fatto di ringraziamenti e commozione.

E invece, due settimane fa, il “piccolo scandalo”: un Luigino Nessi pressoché inedito in giacca e cravatta, fresco insignito dell’Abbondino d’Oro per l’infaticabile vita al servizio dei più deboli e del suo-quartiere culla, Albate, sale sul palco, aggiusta il microfono e poi sgancia dolcemente parole che dividono a metà il salone. Chiede al sindaco che lo premia un dormitorio pubblico, boccia il Decreto Salvini su sicurezza e immigrazione e “sogna” una città dove nessuno debba più dormire all’aperto.

Risultato, molti applausi e molto gelo. Soprattutto da parte dei numerosi leghisti (ed esponenti del centrodestra in genere) seduti in platea. Il parlamentare salviniano Eugenio Zoffili, il giorno dopo la cerimonia lo contesterà apertamente parlando di “scivolone fuori luogo”.

“Sì, ho letto – dice Nessi a bocce ferme – Mi spiace che qualcuno se la sia presa. Ma avrei fatto un torno a me, a chi mi è vicino e a chi conosce la mia storia se non avessi detto quello che penso davvero. Conta poco, per me, la sede o l’occasione in cui sono chiamato a parlare: dico ciò in cui credo, sempre”.

Tanto è vero che gli incisi (bonariamente) scandalosi erano stati ampiamente preparati e non sono nati da un’improvvisazione. “Erano nel discorso che avevo scritto – sottolinea Luigino – Il testo originario era molto più lungo, parlavo della mia vita, di ciò che ho fatto. Poi molte cose erano già state dette quando sono salito sul palco. E allora mi sono concentrato sui concetti che ritenevo più importanti”. La richiesta del dormitorio, la stilettata al vicepremier e via dicendo.

“Ma ho fatto tutto sorridendo, non con l’intenzione di andare contro qualcuno – specifica tono leggero il neo-Abbondino – Sì, ho avvertito il momento di gelo di una parte della sala. E anche dopo molta gente mi ha detto bravo ma altri mi hanno mandato al diavolo. Ci sta, va bene così”.

Per invocare l’impegno degli enti pubblici su un nuovo dormitorio permanente, Nessi ha evocato l’immagine del sogno.

“Ed è vera – specifica – ogni sera, quando sono al caldo sotto le coperte, prima di addormentarmi penso a chi dorme fuori, al gelo. E non mi do pace. Per questo spero vivamente che il Comune ci rifletta. Io ho avuto una vita serena, felice. Mi sento in dovere di dare qualcosa agli altri”.

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Un commento

  1. Siamo arrivati al punto in cui pensare a chi dorme fuori al gelo è diventato “uno scivolone fuori luogo”.

    Penoso chi non perde mai occasione di lamentarsi.

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