Dopo le prime indiscrezioni – qui tutte le anticipazioni – stamane l’ufficialità: non solo refettori il comune di Como chiuderà anche cinque cucine prima del prossimo anno scolastico. Nello specifico si tratta delle strutture di via Alciato, Via Nicolodi, Prestino, Monte Olimpino ma, soprattutto, via Fiume. Si tratta del servizio di refezione scolastica più grande della città.
Inoltre, ed è la novità più clamorosa di queste ore, il numero di pasti in mano ai servizi privati passerà da 1.800 a 2.500.
La conferma in queste ore dopo un nuovo vertice tra l’amministrazione e i sindacati. “Stanno smantellando le mense, pezzo per pezzo -attacca Matteo Mandressi dalla Cgil– prima hanno proposto un sistema misto pubblico-privato, che comunque non condividevamo. In novembre hanno annunciato la chiusura dei refettori, adesso aggiungono cinque mense facendo saltare pure i pasti preparati internamente. Anche se spergiurano che non ci saranno nuovi tagli noi non possiamo più fidarci”.
La vicenda è nota e parte da lontano. Su tassativa indicazione del segretario generale di Palazzo Cernezzi, per l’anno scolastico 2018-2019 il Comune non potrà più confermare ben 47 contratti a tempo determinato nel servizio di ristorazione per studenti. Il che ha comportato la scelta della giunta Landriscina, già resa nota nelle scorse settimane, di affidare la preparazione di circa 1.800 pasti (su 4mila totali) a un’azienda esterna, tramite un prossimo bando di gara, circa il 45%.
Ebbene la cifra in queste ore è clamorosamente aumentata, come conferma l’assessore alle politiche educative, Amelia Locatelli. “Il 62% dei pasti sarà esternalizzato” ha spiegato al telefono. Di fatto si tratta di quasi 2500 pranzi, una cifra enorme rispetto a quella ipotizzata. “E’ una cosa non superabile – spiega l’assessore – non c’è disposizione di legge che permetta di rinnovare i contratti determinati, salvo situazioni di emergenza”. Quindi i 49 dipendenti resteranno a casa.
“E non solo – attacca Mandressi – oggi abbiamo scoperto che il numero di personale non rinnovato salirà a quota 80. Non solo mense: sono coinvolti infatti dipendenti degli asili, del Centro Diurno di via del Doss e delle Serre di Mognano. La privatizzazione non riguarda solo le mense a questo punto”.
Secondo il sindacalista, “C’è un’assenza totale di decisioni politiche. Il Comune dice che non può permettersi di ristrutturare mense e refettori e per questo appalterà il servizio all’esterno. Sinceramente pensiamo che l’amministrazione si stia trincerando dietro queste scuse perché non è in grado di gestire la cosa. Vogliono il privato? Lo dicano e non accampino ragioni diverse mmi pare che non vi siano né capacità, né competenza nella gestione di situazioni tanto delicate”.
“Stiamo incontrando tutti: sindacati, personale e direzioni scolastiche per confrontarci sul tema – dice l’assessore – ma anche se la decisione non è formalizzata (cioè l’esternalizzazione del servizio mensa, Ndr) è comunque indipendente da qualsiasi alternativa. Se non abbiamo il personale non abbiamo il servizio”.
A quando il bando? “A breve, bisogna partire con il nuovo anno scolastico”. E il centro di cottura dove si troverà? “I sindacati propongono il vecchio sant’Anna ma non è una struttura nostra e comunque costerebbe molto metterla a norma”. Ma se il bando fosse vinto da un’azienda fuori provincia, i pasti dove verranno preparati? “Sicuramente non a distanze megagalattiche, ci assicureremo, costruendo la gara, che sia previsto un tempo tra preparazione e consegna molto breve”.
Un commento
L’amministrazione comunale dovrebbe occuparsi di offrire servizi ai cittadini, amministrare i fondi a disposizione con cura per il “bene comune”. possibile che non ci siano modalità valide per tutti i comune per la gestione di servizi come quello delle mense? non hanno modo i nostri amministratori di confrontarsi con altre realtà? In fondo poco rassicura il doversi fidare della precisione con cui verrà predisposto il bando di assegnazione. Questi problemi e queste tematiche però gettano un’ombra cupa sulla capacità di gestione e di attenzione verso la cosa pubblica, il continuo demandare al privato purtroppo non è certo portatore di servizi impeccabili, soprattutto quando quella che manca è proprio la capacità /volontà di controllo e verifica dei servizi erogati.