Un esito quasi scontato (non passerà) ma molti scenari possibili. Il voto, indipendentemente dall’esito potrebbe registrare segnali significativi in una maggioranza da mesi tutt’altro che felice e compatta. Stasera in consiglio comunale a Como plana la mozione di sfiducia presentata dalla lista Rapinese sindaco (lo scorso 30 novembre) contro l’assessore alla Sicurezza, Personale e Pari Opportunità, Elena Negretti.
LA MOZIONE
Diverse le accuse contenute nel documento: la principale è il reintegro in servizio della dipendente licenziata in tronco dall’amministrazione lo scorso 26 gennaio per presunto assenteismo, vicenda poi smontata dal Tribunale di Como con condanna del Comune al pagamento delle indennità arretrate e delle spese di giudizio.
A novembre, la lista di Rapinese contestava a Negretti anche la mancata costituzione della Commissione per le Pari Opportunità e il mancato ed erroneo aggiornamento del sito del Comune rispetto a eventi e ricorrenze legate alla tematica. Infine, la lista accusa Negretti del fatto che “venditori abusivi, parcheggiatori abusivi esercitano ancora indisturbati la loro attività”.
TENTAZIONE SHOCK DI FORZA ITALIA
Il vero ago della bilancia sulla mozione di sfiducia a Elena Negretti sarà, paradossalmente, una forza di maggioranza (ma non di giunta): Forza Italia, da tempo assai turbolenta su vari fronti.
Se si tiene presente che – sulla carta – le opposizioni al completo hanno 12 voti mentre tutto il centrodestra (forzisti e sindaco inclusi) ne ha 21, il dado è presto tratto: come già accaduto nel caso della Commissione Sicurezza, se le 5 schede forziste (sfruttando il voto segreto) si spostassero in blocco in direzione minoranza, la sfiducia potrebbe passare con 17 voti contro 16. E per quanto queste mozioni non producano effetti concreti, politicamente a destra sarebbe uno tsunami da voto anticipato. L’ipotesi più credibile? Che non tutti i forzisti votino la sfiducia, ma solo qualcuno: così il documento sarebbe bocciato, la fine del mandato scongiurata, ma il segnale al sindaco lanciato.
TRA LE MINORANZE REBUS NESSI-ALEOTTI
Come abbiamo visto, con un eventuale voto (segreto) parziale o totale dei consiglieri di Forza Italia a favore della sfiducia contro Elena Negretti, il disastro politico nel centrodestra sarebbe a un passo. E questo in ogni caso: anche se il documento alla fine non venisse tecnicamente approvato grazie a qualche voto “fuori dagli schemi” nel centrosinistra.
Il capogruppo di Svolta Civica, Vittorio Nessi, ad esempio, persino al di là del giudizio politico su Negretti, non sarebbe del tutto convinto a sostenere il documento della Lista Rapinese per i toni e i modi che contraddistinguono il leader del gruppo.
E qualche dubbio – per identici motivi – coverebbe pure nel dem Gabriele Guarisco e nel Cinque Stelle, Fabio Aleotti. Chiaro, dunque, che se mai anche Forza Italia votasse per la sfiducia, una o più defezioni (astensioni?) tra le opposizioni determinerebbero il flop della mozione.