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Como, Paolo De Santis (imprenditore alberghiero) ribalta tutto: “No a un assessorato al Turismo”

Uno degli interventi senza dubbio più significativi dell’incontro organizzato da Barbara Minghetti allo Yacht Club da Barbara Minghetti è stato sicuramente quello dell’imprenditore alberghiero Paolo De Santis (presenti anche Corrado Passera, fondatore e CEO Illimity, Marco Zalamena, Head od Hospitality EY Italia, Anita Longo, docente Marketing territoriale università IULM di Milano, Giuseppe Guzzetti già presidente di Fondazione Cariplo e Mattia Palazzi, sindaco di Mantova). Se non altro perché, proprio per il suo ruolo professionale, il ribaltamento copernicano dell’assioma ormai dilagante per il futuro di Como, ossia “il turismo prima di tutto”, ha colpito e non poco. Tanto da sfociare in un consiglio a sorpresa per la candidata sindaco del centrosinistra: “Non fare un assessorato al Turismo, punta sulle attività produttive”.

Di seguito, l’intervento integrale di Paolo De Santis.

Io sono preoccupato per Como, perché noi perdiamo i giovani. La vicinanza con Milano e la Svizzera ci dissangua giorno dopo giorno e richiama i nostri talenti. I nostri bambini fanno l’asilo, frequentano delle ottime scuole ma poi vanno all’università o intraprendono delle carriere che li portano altrove.

Dieci anni fa, ricordo che partecipati alla festa di una impresa edile che festeggiava i 50 anni dalla fondazione. Eravamo a un tavolo con professionisti e imprenditori e allora feci il giro e chiesi ai presenti dove erano i figli: nessuno stava lavorando o studiando a Como. Io dico che non dobbiamo preoccuparci di aumentare il turismo pensando che risolva tutti i problemi, pensiamo anche a quanto questa convalle può assorbirne. perché la città è anche molto altro, non soltanto il lungolago. Il lavoro vero deve essere sul futuro, dobbiamo essere attrattivi per i giovani e non soltanto per i nostri che sono difficili da recuperare quando il loro progetto di vita si è sviluppato in altre parti del mondo. E’ dal mondo noi dobbiamo portarli qui. Como se la gioca su questo punto, ma la città deve investire in asili, scuole, palestre, campi di calcio, in abitazioni e servizi sociali che aiutino le famiglie perché è da lì che si innesca un processo virtuoso.

La seconda cosa che voglio dire è che l’amministrazione, le istituzioni, il Pubblico, devono metterci del loro e spesso e volentieri anche i soldi. Oggi si parla di tutto e ci si aspetta sempre che sia il privato a mettere le risorse. Il Pubblico invece deve essere protagonista, dare il là alle cose e sostenerle, assumendo anche impegni finanziari importanti. Il cittadino deve tornare al centro dell’attenzione e in questo senso il turismo rischia di nascondere problematiche che sono profonde. Dunque va trasformata la mobilità, i servizi lo stanno già facendo con il digitale, le scuole e le attrezzature devono essere pensate pre i cittadini e poi allora anche il turimo ne può beneficiare. Se posso darti un consiglio Barbara, non fare l’assessorato al turimo, fallo alle attività economiche perché serve un disegno ampio per lo sviluppo, ritornando a pensare all’alta formazione e all’università come qualcosa di importante.

Quando Alberto Botta divenne sindaco nel ’94 tenne per sé due deleghe: l’Urbanistica perché venivamo da Tangentopoli e nessuno voleva occuparsene e poi l’Università, quando iniziò un processo che coivolse anche gli industriali. Oggi di questo settore non so chi se ne sia occupato negli ultimi anni. Ho letto che qui nasce l’Its Meccatronica: interessantissimo, è da questo tipo di formazione che nasce il supporto allo sviluppo.

Come consiglio ti dico che bisogna avere coraggio e avere la forza di scelte impopolari. Facile fare solo promesse, ma ora serve guardare lontano pur senza trascurare il quotidiano. Devi essere generosa e pensare oltre i cinque anni, anche se l’esperienza finisse lì. D’altronde la fabbrica del Duomo è partita alla fine del 1300 e fino alla Cupola di Juvara sono poi passati secoli: generazioni intere hanno lavorato per quella cosa lì, senza assolutamente pensare che ne avrebbero visto uno sviluppo significativo.

L’augurio, dunque, è di guardare molto lontano.

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7 Commenti

  1. Meno male che esiste il turismo a Como altrimenti molti sarebbero davvero in crisi…..il turismo aiuta a pagare con la tassa di soggiorno molti problemi del comune….e molto altro….

  2. Serve un assessorato al turismo ed uno alle attività produttive. Il turismo deve essere governato: finora, lasciato ai privati, sta soffocando il centro città perché nessuno controlla e gestisce il flusso.
    Dove sono i Vigili Urbani e la Guardia di Finanza? Ci sono auto parcheggiate ovunque, tavolini ovunque, locali aperti fino a notte fonda ed i registratori di cassa vengono spenti dopo una certa ora.
    Provate a chiedere come si vive in Piazza Mazzini, Piazza Volta, Piazza Matteotti e nelle altre zone in centro.

  3. Condivido pienamente l’intervento di Paolo De Santis: il turismo è una risorsa importante ma è opportuno ripensare e sostenere attività produttive aziendali, laboratori e botteghe artigianali, start up, scuole a indirizzo professionale che diventino un modello di innovazione

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