Da Europa Verde, partito guidato da Elisabetta Patelli che sostiene la candidatura a sindaco di Barbara Minghetti, arriva una proposta per fare almeno delle aree interne all’ex orfanotrofio di via Grossi-Dante un parco pubblico di quartiere.
“Ciò andrebbe a restituire al quartiere un’area verde totalmente abbandonata, a offrire una valida alternativa ai pedoni che oggi incontrano evidenti difficoltà nell’utilizzo dei marciapiedi di via Grossi, stretti e pericolosi, che rappresentano una vera e propria barriera architettonica soprattutto per anziani e disabili.
Da Via Dante, a partire dal cancello già esistente, si prevede un accesso a un parco pubblico di quartiere, recuperando il percorso pedonale che unisce i chiostri interni. Una rampa raccorderebbe i secondo chiostro all’ultimo cortile che sfocia di fianco a S.Orsola. Si creerebbe così anche una potenziale attrattiva per negozi di vicinato e servizi .
“Quale che sia il destino dell’orfanotrofio – commenta ancora Elisabetta Patelli, capolista di Europa Verde Como – anzi proprio per rilanciare l’appetibilità del comparto, crediamo sia possibile dare ossigeno al quartiere e ai pedoni intervenendo sulle sue aree libere, dando un’indicazione forte e concreta anche in vista di una futura trasformazione edilizia . In sintesi creare un polmone verde per i residenti e per i turisti , un percorso alternativo illuminato, frequentato e sicuro per i pedoni e un’opportunita’ più appetibile per gli investitori che favorisca anche insediarsi di servizi e negozi di vicinato. La conditio sine qua non per l’apertura del passaggio dovrebbe essere, ovviamente, la messa in sicurezza dell’intero percorso. Una messa in sicurezza che potrebbe essere eseguita con tempistiche relativamente brevi e investimenti contenuti”.
2 Commenti
Finalmente qualcuno si esprime riguardo a questa struttura: l’avevo già indicata commentando l’articolo dei “20 interventi nei quartieri da fare subito”. Che sia stato “d’ispirazione”? Non lo so, però ben venga!
Interessante. Mi permetto, sul tema, di rilanciare una vecchia ipotesi, che ritengo essere la soluzione ottimale. Recupero dellantico palazzo Cernezzi, da adibire a sede del comune per il consiglio e eventi di rappresentanza, con demolizione di tutte le aggiunte degli anni 60, e uffici esistenti da trasferire all’ex ULI. Sull’area così liberata, ripristino del parco originario, vero e proprio parco urbano che rivalorizza il palazzo Cernezzi e dà sfogo al bisogno di verde. E poi, apertura continuativa del parco del museo Giovio, con ripristino della passeggiata lungo le mura!