“Mi sono ributtato nella mischia politica dopo la sconfitta del 4 marzo perché avevo paura. Non temevo il risultato elettorale ma la difficoltà con cui il Partito Democratico si sarebbe rialzato. Ed è stata una follia aspettare più di un anno prima di riunire il Partito in congresso”.
Così Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e candidato alla segreteria del Partito Democratico (favoritissimo, a Como ha preso il 44,9%), ha esordito davanti a una platea gremita del Teatro Nuovo di Rebbio, durante la tappa della campagna per le primarie democratiche.
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Tanti i temi trattati, visti gli avvenimenti di politica nazionale (introduzione del reddito di cittadinanza, riforma dell’immigrazione, manovra finanziaria) ed europea, con elezioni imminenti, il prossimo maggio.
Il tutto nel contesto del necessario ritorno, secondo Zingaretti, di una forza democratica, di un Pd unitario, “pronto a raccogliere il testimone” dopo un possibile fallimento dell’attuale maggioranza ipotizzato dal candidato.
“PIAZZA GRANDE” E IL TORNATE PERICOLOSO DELLA STORIA
Zingaretti ha preso la parola specificando subito come non si stesse presentando sotto lo stendardo del Partito Democratico. “Dietro di me non vedete il simbolo del Pd – ha spiegato – ma il termine “Piazza Grande”. Perché è l’ideale di incontro e di inclusione, di un ritorno allo spirito di comunità al servizio del nostro Paese. Il messaggio che deve arrivare il 3 marzo, giorno delle primarie, dovrà essere: siamo tornati”.Zingaretti ha poi definito l’attuale situazione della politica Italiana come arrivata “a un tornante molto pericoloso”, dove la democrazia “rischia di essere stritolata da una morsa. Da una parte ci sono le aspettative altissime degli italiani e dall’altra una classe politica che non ce la fa. Rischiamo di andare incontro a un’ulteriore ondata di populismo” ha detto Zingaretti, riferendosi a una possibile deriva autoritaria.
IL “REDDITO DI SUDDITANZA”L’intervento di Zingaretti ha poi affrontato il tema della crescente disuguaglianza sociale che, secondo il candidato segretario, non è stata riconosciuta e contrastata adeguatamente durante il governo Pd .
“Quando il Movimento 5 Stelle si è affacciato al balcone proclamando di aver abolito la povertà, il nostro disorientamento è dipeso dal fatto che quei valori un tempo erano nostri – ha spiegato, riferendosi alla promessa elettorale regina del M5S – se avessimo creduto di più nel reddito di inclusione forse non ci troveremmo in questa situazione. La povertà è una tragedia dei nostri giorni. Ma ora a fronte di miliardi spesi per il reddito di cittadinanza, non ci sono investimenti verso la crescita e lo sviluppo del paese”.Zingaretti ha poi descritto la propria ricetta economica per il futuro del paese, nello scenario in cui gli effetti della manovra finanziaria sull’economia italiana possano manifestarsi.
“L’Italia di oggi proviene da una stagione di incertezza. Negli ultimi anni, le persone si sono trovate in difficoltà e non hanno visto soluzioni. Allora si sono rivolte all’anti politica. La nostra risposta è quindi un’ economia più giusta, un modello di crescita che produca ricchezza ma sia anche in grado di distribuirla”.
ELEZIONI EUROPEE E UN’EUROPA PIU’ DEMOCRATICA
Con un nuovo test politico a meno di quattro mesi di distanza, sia per maggioranza sia per opposizione, Zingaretti ha preso alcune posizioni forti nei confronti dell’attuale equilibrio di potere interno all’Unione.“L’Europa costruita dalle destre tra il 2005 e il 2008 ha dimostrato di non funzionare più. Ma la risposta non è il sovranismo, che è nemico del nostro Paese – ha detto, commentando l’avvicinamento di Lega e M5S a gruppi e Governi spesso legati a istanze anti-liberali, soprattutto in vista del voto di maggio – serve un patriottismo europeo per poter cambiare, per poter dare una missione a un’Europa diversa, più democratica”.
I VOLTI DEL PROGRESSISMO COMASCO INTORNO A ZINGARETTI
Il discorso di Nicola Zingaretti è stato l’atto conclusivo di una lunga serie di interventi da parte di altre personalità di spicco del mondo dell’associazionismo, volontariato e civismo comaschi.Don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio, ha aperto i lavori, auspicando il ritorno di una rappresentanza politica in grado di dare voce alla Como “messaggera di pace”, un concetto già espresso dal parroco di Rebbio nel discorso conclusivo della marcia della pace, poche settimane fa.
Italo Nessi, ex direttore di Medici con l’Africa Onlus, ex consigliere comunale di Como Civica, ha espresso la necessità di garantire il diritto alla sanità da parte del nuovo segretario del PD.Bruno Magatti, ex assessore (giunta Lucini) oggi consigliere di minoranza con la lista Civitas, ha parlato dell’importanza di ricostruire la sinistra a partire dal formulare un messaggio comprensibile. “Una delle forze di questo momento sta nella sloganistica semplificante.
Mentre noi abbiamo perso la capacità di dare voce a un pensiero comprensibile – ha detto Magatti – La retorica corrente del “prima gli italiani” è solo retorica.
Bisogna avere una linea politica che riporti entusiasmo nelle persone, passione”.Chiara Bedetti, presidente di Legambiente Como, ha invece sottolineato la necessità di attuare politiche a tutela dell’ambiente che vadano oltre le promesse elettorali. Giacomo Licata, segretario generale della Cgil Como, ha infine ricordato la necessità di un “campo progressista che costruisca risposte” in reazione alla disoccupazione e disoccupazione.
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Un commento
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