Ieri il prefetto Bruno Corda e il sindaco Mario Landriscina hanno sottoscritto il cosiddetto “Patto per l’attuazione della sicurezza urbana”.
Lunga dicitura che permetterà, in sintesi, di avere accesso ai bandi ministeriali e regionali che finanziano progetti di videosorveglianza. In città, nello specifico, l’intervento previste riguarda i giardini pubblici di via Anzani e via Leoni, dove dovrebbero essere installate 12 telecamere (41mila euro di investimento complessivo, di cui 31mila coperti dal bando ministeriale e 10mila dalle casse comunali).
Fin qui, dunque, la cronaca spiccia. Poi, c’è un aspetto politico che è emerso nelle ultime ore. Una sorta di ruggito Pd che certamente farà impallidire molta sinistra (questo articolo-linciaggio di “Left-L’unico giornale di sinistra” spiega tutto) e forse anche spezzoni arrossati dello stesso partito.
In una nota congiunta, infatti, la parlamentare dem Chiara Braga e il segretario cittadino Tommaso Legnani rendono un chiaro omaggio proprio all’esponente nazionale Pd tra i più controversi, cioè l’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, “padre politico” del contestatissimo – a sinistra, poco o niente nel centrodestra – decreto legge del febbraio 2017, intitolato “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”.
Sbrigativamente, quello che ha aumentato i poteri dei sindaci in materia e da cui discendeva – pur in maniera certamente anomala – la famosa ordinanza antiaccattonaggio emessa dal Comune di Como nel dicembre scorso (culminata nel clamoroso autogol della colazione negata ai senzatetto) e da cui promanerà a breve gran parte del nuovo regolamento della Polizia locale che prevede, tra l’altro, il Daspo urbano.
Ai tempi non si sono contate le bordate a Minniti – difensore anche dell’accordo con la Libia per fermare gli sbarchi – e al Pd in genere da partiti come Leu, Possibile, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e simili che non raramente hanno bollato il decreto come “fascista” e hanno gettato sul ministro ombre al confine con il razzismo.
Ebbene, dopo questa lunga premessa, torniamo a Braga e Legnani e il tributo – coraggioso, come abbiamo visto – al predecessore di Matteo Salvini.
“Landriscina, Salvini e il centrodestra sul tema della sicurezza non hanno proprio scoperto nulla – scrivono – Anzi, Como è pure in ritardo di un anno e mezzo. Ma intanto il sindaco vende come suo un provvedimento per la sicurezza che non fa altro se non rifarsi al Decreto legge del Ministro dell’Interno Marco Minniti del febbraio 2017, intitolato Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città. E che prevede esattamente quanto il Comune è andato a stipulare”.
“Nel decreto si parla di Patti per l’attuazione della sicurezza urbana tra Prefetto e sindaco – rincarano Legnani e Braga – che perseguono prioritariamente alcuni obiettivi”.
Segue il testuale elenco di quanto contenuto nel decreto: dalla prevenzione dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, attraverso servizi e interventi di prossimità”, alla “prevenzione di altri fenomeni che comunque comportino turbativa del libero utilizzo degli spazi pubblici”, fino “alla promozione del rispetto del decoro urbano, anche valorizzando forme di collaborazione interistituzionale tra le amministrazioni competenti”.
“In quest’ambito – chiudono il segretario cittadino e la parlamentare Pd – vengono previsti anche i sistemi di videosorveglianza, quindi non solo il sindaco non ha scoperto nulla di nuovo, ma anzi Como arriva in grande ritardo rispetto a molte altre città, a proposito di priorità della sicurezza”.