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Profughi afghani, Landriscina con Salvini: “Qui donne e bambini”. Lissi: “Crudele, separa le famiglie?”. Nello Scavo: “Apprezzo il segnale d’accoglienza”

“In merito all’emergenza afghana, informo che in quanto a donne e bambini sarò disponibile, come sempre, all’accoglienza, fermo restando un supporto da parte dello Stato”.

Queste le parole del sindaco di Como Mario Landriscina, riportate ieri in un articolo de La Provincia, in risposta all’invito di Mauro Guerra, responsabile lombardo Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e sindaco di Tremezzina, a rendersi disponibili ad accogliere le persone in fuga dall’Afghanistan.

Un messaggio che riprende quasi alla lettera, seppur notevolmente smussato nei contenuti, quanto twittato solo il giorno prima dal leader della Lega Matteo Salvini che, senza mezzi termini, ha parlato di corridoi umanitari per donne e bambini in pericolo ma “porte aperte per migliaia di uomini, fra cui potenziali terroristi, assolutamente no”.

Uno scarto lessicale quasi impercettibile ma profondissimo nella sostanza, insomma, che ha trasformato il “Prima le donne e i bambini” d’obbligo in ogni circostanza di pericolo in un “Solo le donne e i bambini” che, di fatto, rischia di dividere intere famiglie.

Ma come ha reagito la parte comasca più attiva e vicina ai drammi di chi scappa lontano dal proprio Paese davanti a queste parole?

L’abbiamo chiesto a tre figure di spicco della nostra città: Nello Scavo, firma di punta dell’Avvenire e profondissimo conoscitore della rotta balcanica dei profughi afghani, da lui stesso percorsa più volte e a cui ha dedicato diversi reportage, Marta Pezzati, volto storico della sinistra comasca nonché presidente e co-fondatrice di ComoAccoglie e Patrizia Lissi, consigliere comunale del Pd tra i più sensibili al problema dell’accoglienza.

“Francamente credo che il sindaco Landriscina non intenda separare le famiglie. Sarebbe disumano e anche contro il diritto internazionale, perciò tendo a escludere una simile interpretazione delle sue parole – è il pensiero di Scavo che già aveva risposto al tweet di Salvini e che, pochi mesi fa, ha dedicato un reportage proprio al dramma delle famiglie afghane respinte al confine croato e costrette a rifugiarsi nei boschi della Bosnia per non essere divise nei campi profughi – al contrario, credo sia apprezzabile il segnale di apertura all’accoglienza dei profughi su cui, in passato, si è fatta speculazione politica, non di rado lasciando sole le forze dell’ordine e i volontari a gestire un fenomeno che, come sta dimostrando la vicenda afghana, non si affronta e non si risolve con gli slogan. Purtroppo fino ad ora l’Europa ha incentivato (come del resto fa con i campi di prigionia libici) i respingimenti violenti. Ed è molto triste constatare che, per usare un paradosso, ci volevano i talebani perché si aprissero gli occhi su tutte queste nostre contraddizioni”.

“Siamo vicini e preoccupati per tutti gli afghani e, seguendo la nostra vocazione, stiamo considerando se e come poter essere utili – sono invece le parole di Marta Pezzati – l’unità familiare, il poter stare insieme ai propri cari in un momento così drammatico, è cosa preziosa, va tutelata e agevolata”.

“Quanto detto dal sindaco è crudele, stiamo parlando di famiglie. Come si può pensare di dividerle, soprattutto in un momento di difficoltà come questo? – è la risposta di Patrizia Lissi – sono sicura che anche dentro la maggioranza non tutti siano concordi con questa scelta”.

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4 Commenti

  1. Uomo afgano = islamico = terrorista. Quindi tutti gli uomini afgani sono potenzialmente terroristi (come più o meno tutti i napoletani sono potenzialmente truffatori ecc. ecc……). Proprio vero che il virus dell’ossimorico pensiero leghista corrode in poco tempo anche figure un tempo meritatamente prestigiose, svilendone la dignità a livello di un Borghi qualsiasi

  2. Landriscina ha escluso l’accoglienza degli uomini, assumendo la stessa posizione di Salvini. Una posizione incredibile e vergognosa, che non corrisponde allo spirito solidale della città messaggera di pace.

  3. Landriscina sa bene che la struttura di accoglienza, obbligatoria
    In ogni capoluogo di Provincia, è inagibile da anni, avendo impedito per ordine della Locatelli di ristrutturarla con i fondi del ministero dell’interno recuperati dalla giunta Lucini, e ora non più disponibili.
    Pura ipocrisia di facciata.

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