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Regolamento polizia locale, round a Ghezzo-Negretti. Ma è guerra: oltre 80 emendamenti

Primo round alla giunta. Ma il secondo potrebbe essere davvero infinito, una sorta di guerra di logoramento, trincea ed emendamenti destinata a durare chissà quanto.

Come largamente annunciato e dibattuto, ieri sera è ripresa in consiglio comunale la discussione sul nuovo regolamento di polizia urbana. Quello, in sintesi estrema, proposto all’aula dall’assessore Elena Negretti e illustrato dal comandante della polizia locale Donatello Ghezzo che fissa una nuova serie di norme, regole e divieti e introduce le ormai celebri “zone rosse” con rischio Daspo (qui tutti i dettagli).

Non sono valsi a nulla – almeno in questa prima fase – i ripetuti ammonimenti giunti da Forza Italia (qui) all’indirizzo dell’esecutivo e del resto della maggioranza (ovvero Lega, Insieme e Fratelli d’Italia) per ritirare il regolamento, rivederlo profondamente assieme alle opposizioni e riportarlo soltanto dopo in aula, al massimo entro un mese.

E a nulla sono valse la questione pregiudiziale posta dal consigliere di Civitas, Bruno Magatti (smontata dal segretario generale e poi bocciata a maggioranza, senza Forza Italia, al voto), né la richiesta di sospensione di Patrizia Maesani (Gruppo Misto), anch’essa bocciata a maggioranza ma sempre senza gli azzurri. In opposizione, il gruppo “Rapinese Sindaco” si è invece espresso per proseguire la discussione.

Peraltro, pesantissima la stessa Maesani nel chiedere “la sospensione e il ritiro” del documento: “All’interno ci sono norme generiche e illegittime, alcune si pongono in conflitto con altre. Inoltre vengono affrontati in maniera monotematica il tema dei senza fissa dimora e quello di coloro che mendicano. Ma un regolamento – ha aggiunto la consigliera – deve coprire tutti gli ambiti problematici del convivere civile, altrimenti la norma si piega a mera propaganda”.

Risultato: anche grazie al parere negativo sulla questione pregiudiziale del segretario generale, Negretti, Ghezzo (ma in generale la giunta e il centrodestra, Forza Italia esclusa) hanno incassato la vittoria di tappa e hanno potuto proseguire la discussione.

Dietro l’angolo, però, una montagna da scalare: sono già 84 gli emendamenti depositati (poco meno della metà da Civitas). Insomma, la guerra – che pare destinata a giocarsi su tempi lunghi e con nervi a fior di pelle – è appena cominciata. E lo spettro di una saldatura Forza Italia-minoranze per trasformare il dibattito in un Vietnam, con in tasca pure i 17 voti trasversali per affossare tutto al voto finale, aleggia pesante su Palazzo Cernezzi.

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