L’anomalia è oggettiva: i presidenti delle Province italiane – tramite elezione di secondo livello (cioè riservata in senso sia attivo che passivo solo a sindaci e consiglieri comunali) – dovrebbero restare in carica 4 anni.
Ma se in quel periodo di mandato, il presidente della Provincia eletto (prendiamone uno a caso: Fiorenzo Bongiasca) terminasse il suo mandato da sindaco nel paese di appartenenza (prendiamone uno a caso: Gravedona e Uniti) e per di più non fosse rieleggibile (prendiamo sempre il caso di Bongiasca a Gravedona), allora l’interessato decade anche da presidente della Provincia. Anche se i 4 anni di mandato non sono conclusi. Astrusità burocratiche e legislative italiane, obbiettivamente.
Inutile dire che questo è esattamente il caso di Fiorenzo Bongiasca, che a maggio terminerà il suo mandato da sindaco a Gravedona ed Uniti senza poter essere rieletto nello stesso paese. In questo caso, dunque, sebbene il mandato da presidente della Provincia arrivi fino all’ottobre del 2022, Bongiasca dovrebbe lasciare anche Villa Saporiti istantaneamente.
A meno che, naturalmente, non si candidi a sindaco in un altro comune e vinca. Che farà, dunque, Bongiasca? Innanzitutto, confida in una modifica a monte di questo meccanismo.
“Secondo alcune informazioni – spiega il sindaco di Gravedona e presidente della Provincia di Como – sia l’Unione delle Province italiane, sia l’Anci stanno lavorando per modificare questa assurdità, che ovviamente non riguarderebbe solo me. Però onestamente non ha molto senso che un presidente di provincia eletto perda i requisiti che aveva al momento dell’elezione nel mezzo del mandato. Almeno la durata dei 4 anni, anche senza essere più sindaco, dovrebbe essere garantita”.
Al momento, però, è così: o sei in carica nel tuo comune o decadi. E se non arrivasse la modifica da Roma, Bongiasca dovrebbe lasciare Villa Saporiti per forza un anno e mezzo prima della naturale fine del mandato. Ma c’è un’altra possibilità: candidarsi ed essere eletto in un altro Comune, così da garantire la continuità anche a Villa Saporiti. E tutti i rumors indicano che potrebbe andare così.
“Non posso dirlo adesso – si schermisce Bongiasca – Però ammetto che mi ha fatto molto piacere ricevere varie attestazioni di stima da diversi comuni del territorio, con l’eventualità anche di una proposta di candidatura. Adesso è prematuro questo ragionamento, resto in attesa di sapere se le norme cambieranno. E poi le elezioni amministrative saranno in primavera e, nel caso, deciderò in quel momento se accettare o meno qualche proposta di candidatura”.
Come noto, il feudo di Bongiasca è l’Altolago. E chissà che tra i municipi che andranno alle urne da qui a qualche mese (li trovate qui) non arrivi la proposta irrinunciabile.
2 Commenti
Sono dell’opinione che il sindaco di un comune, sia esso piccolo o grande, debba essere residente nel comune stesso. Così da conoscere “dal vivo” i problemi e le necessità dei suoi amministrati. Immagino la contentezza dei residenti del “comune-stampella” nel sorbirsi Bongiasca solo per conservargli la poltrona in Provincia…
“tramite elezione di secondo livello (cioè riservata in senso sia attivo che passivo solo a sindaci e consiglieri comunali)”
L’elettorato passivo è riservato esclusivamente ai sindaci.
Motivo per cui Bongiasca può solo candidarsi sindaco e vincere per poter tenere la carica.