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Salvini a Cantù, nuove accuse. La Cisl: “Il ministro sdogana i sentimenti più turpi”

Ieri il comizio brianzolo del ministro dell’interno:

Salvini a Cantù, tra lotta alla droga e dialetto incorona Alice Galbiati (con baby “assessore” milanista) 

E subito dopo le prime polemiche. Prima il deputato lariano dei Cinquestelle, Giovanni Currò:

Attacco di Currò a Salvini: “Fa il comizio a Cantù e si dimentica della ‘ndrangheta” 

Subito dopo il Segretario generale Fim Cisl Lombardia Andrea Donegà che ha diffuso una nota stampa dai toni durissimi. La riportiamo:

Salvini perde un’altra occasione per dimostrarsi all’altezza del ruolo, attacca i bambini stranieri e tace sulla ‘ndrangheta.

Non ci abitueremo mai a questo odio. Le parole pronunciate da Salvini, oggi a Cantù, sono le ennesime pietre scagliate sulla nostra Costituzione.

Marcare la differenza tra i bambini nati in Italia e quelli nati in altre parti del mondo, auspicando che le generazioni future possano nascere in Italia senza bisogno di “importare bambini già confezionati dall’Africa” e senza farli “arrivare coi barconi dall’altra parte del mondo” sono pensieri sconclusionati, volgari, anacronistici e carichi di un odio che va necessariamente respinto costruendo reti di solidarietà e cooperazione tra tutti quelli che hanno a cuore un Paese inclusivo e più giusto.

Purtroppo questo Ministro sta sdoganando i sentimenti più turpi, alimentando una guerra tra gli ultimi e penultimi che farà pagare un prezzo alla collettività, compresi quelli che ora applaudono a questi deliri che pensavamo già superati dalla Storia. Ci dispiace, invece, che il Ministro si sia dimenticato di usare le stesse parole dure nei confronti della ‘ndrangheta, protagonista di estorsioni e pestaggi proprio nei dintorni della Piazza Garibaldi da dove oggi teneva il comizio.

Salvini, che qualche giorno fa dichiarava, in spregio al 25 aprile, che la vera liberazione è quella della mafia, avrebbe dovuto ricordare le condanne per associazione mafiosa emesse nei confronti di questi affiliati, sostenendo chi ha avuto il coraggio di denunciare nonostante il clima omertoso e intimidatorio ma, invece, ha preferito, ancora, distrarre l’opinione pubblica dai reali problemi del paese confermandosi, per l’ennesima volta, forte solo con i deboli.

Il Ministro, legittimamente in campagna elettorale, dovrebbe iniziare a lavorare seriamente visto che le politiche economiche messe in atto dal suo Governo hanno trascinato il Paese in recessione e stanno varcando il punto del non ritorno, gettando le basi per un futuro di arretramento economico e industriale. La questione dell’immigrazione è un falso problema visto che proprio Salvini, dopo aver costruito la sua fortuna politica sulla paura dello “straniero”, ha ridimensionato la cifra dei migranti irregolari presenti in Italia, smentendo se stesso quando, nel Contratto di Governo, parlava di 500.000 irregolari. Uno svarione grande e falso come la promessa di ridurre il prezzo della benzina al primo consiglio dei ministri.

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