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Scuole da chiudere, Rapinese: “Sono ancora poche”. Fermi, Gaddi, Orsenigo e i genitori contestano metodo, merito e numeri

Le polemiche contro il piano di riorganizzazione delle scuole voluto dall’amministrazione comunale di Como esce dai confini cittadini, dove già ha suscitato le proteste dei genitori riuniti in ben due comitati (il Comitato genitori “Como a misura di famiglia” e il comitato genitori Via Perti/Carluccio) e la presa di posizione di due degli Istituti comprensivi coinvolti, quello di Como Borgovico e quello di Como Nord (qui tutte le cronache), e arriva in Regione.

Ieri, 10 ottobre, infatti su iniziativa del consigliere Dem comasco Angelo Orsenigo si è svolta un’audizione davanti alla Commissione IV Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione alla quale sono stati invitati il sindaco di Como Alessandro Rapinese, il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Giuseppe Bonelli e i rappresentanti dei due comitati genitori cittadini.

Come è andata? Per semplificare, diciamo che l’apertura di un dialogo tra Comune e genitori auspicata da Orsenigo, e prevista dalle indicazioni della delibera regionale in materia, non è andata esattamente a buon fine con il sindaco Rapinese fermo sulle sue posizioni che a conclusione del suo intervento, dopo aver snocciolato numeri sulla denatalità e la chiusura delle scuole a livello nazionale, ha buttato lì con nonchalance una frase che non può non far tremare altre famiglie, ovvero che nel 2026-2027, quando tutte le sei scuole previste dal piano saranno chiuse (otto, in realtà, se si contano anche il nido Magnolia di via Raschi e quello di Monte Olimpino), un’aula su tre sarà vuota “al netto di tutte le chiusure che faremo, che mi sembrano poche. E sono solo l’inizio”.

 

Entrando nel merito della chiusura della primaria “Nazario Sauro” di via Perti e della materna “Carluccio” di via Volta, il sindaco ha poi citato la relazione del Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione sui luoghi di lavoro: “Manca un’uscita diretta verso l’esterno nel locale refettorio – sono state le sue parole – in alcune aule sono evidenti infiltrazioni dalla soprastante copertura, cosa che nel Documento di Valutazione dei Rischi redatto dall’Istituto non compaiono, nei servizi igienici c’è cattivo odore proveniente dagli scarichi, è necessario monitorare fessurazioni presenti negli ambienti, non funziona un lucernario, le prese elettriche non sono schermate, molte portefinestre in vetro non si aprono, è necessario un intervento di revisione della copertura causa infiltrazioni”.

Quanto ai finanziamenti Pnrr ottenuti di recente dalle due scuole, il sindaco ha liquidato la questione dicendo che il Comune non ne era a conoscenza e che “sono stati concessi a scuole non in regola per quanto riguarda agibilità e piano antincendio”. (Qui il video del presidente del consiglio di istituto Como Borgovico che racconta come è andata).

Dal canto suo, il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Bonelli, accennando al calo demografico descritto dal sindaco, ha chiarito che “questo non ha necessariamente avuto come conseguenza la chiusura di scuole. Noi come amministrazione cerchiamo di assecondare le decisioni delle amministrazioni comunali, alcune scelgono di razionalizzare, altre scelgono di mantenere le sedi operative. Penso che il dialogo tra le istituzioni, le amministrazioni e i genitori sia la strada migliore per affrontare questo tema”.

In risposta a quanto esposto dal sindaco, ha poi preso la parola Teresa Minniti, referente del Comitato genitori per la materna Carluccio, che non solo ha fatto presente la mancanza di documentazione tecnica secondo cui l’edificio sarebbe degradato al punto da meritare la chiusura, ma, definendolo un assist, ha anche evidenziato come nel documento citato poco prima dal sindaco non si parli di gravi problemi strutturali, bensì della semplice necessità di verifica delle infiltrazioni. QUI L’INTERVENTO INTEGRALE.

“Nell’ultimo anno, caratterizzato da eventi meteorologici importanti, all’interno della scuola non si è vista un’infiltrazione – ha detto Minniti – noi genitori ci sentiamo traditi perché temiamo che le motivazioni di questa chiusura siano state strumentalizzate per giustificare una decisione già presa. Chiediamo alle istituzioni coinvolte di rimettere al centro i bambini perché il loro interesse dovrebbe essere anteposto alle logiche di risparmio o di profitto”.

“Stendo un velo di pietà sul piano del Comune sul ridimensionamento delle istituzioni scolastiche che sembra una specie di colabrodo e che può fare il paio con le fessurazioni – ha detto invece il consigliere Sergio Gaddi – il fatto che l’infisso non si apra capisco che sia un tragico impedimento alla didattica, ma mi sembra francamente una motivazione cabarettistica. Chiedo invece ai genitori se sulla questione fondi Pnrr non possa esserci una responsabilità patrimoniale del Comune che di fatto si trova a impedire la continuazione di investimenti già pianificati che devono essere rendicontati”.

A chiusura dell’audizione, ha preso poi la parola l’assessore regionale comasco Alessandro Fermi.

L’esponente comasco della giunta regionale, dopo aver chiarito che la Regione si limita a prendere atto di una decisione legittima dell’amministrazione comunale, ha detto: “Ad Alessandro (Rapinese, Ndr) dico che è mancato completamente il metodo. Se prendessimo il telefonino e andassimo a girare le scuole della provincia di Como per vedere quante manchevolezze ci sono, al di là delle certificazioni di cui siamo deficitari a livello nazionale e anche a livello locale, è chiaro che troveremmo una fotografia che legittimerebbe qualsiasi narrazione sulla pericolosità di queste scuole. Se sei così convinto che questa decisione è inevitabile per il calo demografico e per i costi che sono connessi, e hai in mente cosa fare di queste strutture che ti permetterà di risparmiare dei soldi, hai tutte le ragioni per convincere tutti Forse val la pena fermarsi un attimo e ragionare con un range temporale un po’ più lungo che consentirebbe di costruire un percorso condiviso da tutti. Siamo tutti disponibili a contribuire a trovare una soluzione se c’è disponibilità da parte tua di dialogare e trovare soluzioni”.

In Commissione intervenuto anche Angelo Orsenigo del Pd.

“Le indicazioni regionali sono di attuare una concertazione, noi ci facciamo carico di creare un dialogo con le famiglie. Invito il sindaco – ha affermato – dal punto di vista politico a non ragionare dei piccoli studenti come fossero numeri e pacchi da spostare, credo che tagliare sul futuro dei nostri bambini sia sbagliato”.   

LO STREAMING DELLA COMMISSIONE

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23 Commenti

    1. Per tutte le parti in causa, provate a vedere il film “un mondo a parte”. Ci sono spunti molto interessanti anche qualche soluzione.
      Penso che il problema sia “l’inverno demografico”….

    1. AhAhAhAhAhAh

      Quanto patetica è la difesa dei Fan…
      Tutto perché i partiti cattivi hanno distrutto tutto, come se il “listone” del sindaco non fosse un partitello locale e personale come la “Lista Asfalto che Ride” del leggendario Carcarlo Pravettoni (tra l’altro molto simile per modo di fare e programma politico 😁)

  1. Buongiorno, per esperienza lavorativa ho avuto la possibilità di vedere come si redige un DVR e i controlli istituzionali nei luoghi rispetto allo stesso.
    Mi sorge un dubbio che come sempre c’è una bella differenza di trattamento tra “privato” “e” pubblico”…..
    Trovo che quello predisposto dall’amministrazione Rapinese è assolutamente un atto dovuto.
    Se fossi un genitore con i bimbi che frequentano queste scuole NON A NORMA mi farei delle domande sulla SICUREZZA.

    1. Francamente non capisco il senso della “differenza di trattamento tra privato e pubblico” forse si riferisce alle tempistiche relative ai 30 giorni che le autorità ispettive (vigili del fuoco in primis, ATS, Digos, etc.) generalmente danno al titolare per sanare le irregolarità riscontrate in sede ispettiva e che nel settore privato vengono certamente rispettate, mentre nel pubblico sfioriamo e superiamo anche i decenni per una messa a norma e Como ne è la riprova.
      Attenzione che il Comune di Como, non ha bisogno di fare indagini tecniche sui fabbricati, di supportare i sopralluoghi con prove tecniche, indagini, calcoli, relazioni che possano confutare i sospetti…i fabbricati li chiude con analisi “a vista”!!!!!

    2. Atto dovuto di un amministrazione è lavorare. È sistemare. Progettare modellare il futuro.Non chiudere non rinunciare come col Politeama con via del dos con l’asilo Sant’Elia con il camping ecc

  2. Poniamoci una domanda: perchè le scuole sono ridotte in questo stato, pericolanti e non a norma?. Se chi ha amministrato la città prima di Rapinese (quelli che adesso criticano) avesse fatto il minimo edittale, come la manutenzione ordinaria forse non ci sarebbero edifici scolastici pericolanti, magari bastava solo una minima razionalizzazione

    1. Lei ha ragione, probabilmente è mancata la manutenzione da parte delle amministrazioni precedenti. Ma le scuole vengono chiuse alcune a partire dal 2025/26, altre dal 2026/27: o il sindaco è incosciente, oppure non sono scuole pericolanti. Alcuni lavori (per esempio le portefinestre che non si aprono, l’uscita di sicurezza dalla mensa ecc.) si possono/potevano fare tra il 15 giugno e il 31 agosto, forse. O forse è vero che le scuole vengono chiuse e poi nessuno più si occupa di quegli immobili? C’è qualche progetto alternativo?

    2. Se gli edifici fossero veramente pericolanti andrebbero evacuati immediatamente senza aspettare un anno o due…e poi abbattuti velocemente. Quindi che ne vuole fare la giunta di questi edifici svuotati e pericolosi ??

  3. Mi chiedo dove fosse questo brillante “Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione” l’anno scorso o due anni fa (una uscita di sicurezza la poteva vedere anche prima; così c’era il tempo di predisporla prima dell’inizio dell’anno scolastico oppure non c’è perché la distanza di evacuazione in luogo sicuro dal refettorio è < 30 m. ?
    Per il resto il primo cittadino come sua abitudine, ha dimostrato solo la sua Ignoranza in materia citando interventi di ordinaria manutenzione che doveva già aver fatto Lui in quanto è da 2.5 anni che amministra (a suo dire) la cosa pubblica.
    Ma una domanda mi sorge spontanea: L' RSPP è lo stesso che ha valutato gli ambienti di lavoro comunali?
    Se si, ci dovrebbe spiegare perché negli uffici comunali ci sono tapparelle rotte (bloccate) che non scendono o non salgono con buona pace del rispetto delle norme in tema di igiene sul lavoro (ricambio aria, illuminazione naturale, schermatura della luce naturale in presenza di VDT; impianti elettrici non a norma con presenza costante di prese volanti; scarsità di uscite di sicurezza; mancanza di impianto di rilevamento delle emergenze; scala esterna per l’evacuazione in sicurezza del personale con porta di sicurezza non a norma; e che mi dice poi della mancanza di controllo periodico del “Rischio Legionellosi”? oppure del “rischio microclimatico”? Perché negli uffici quest’estate si lavorava con 32° e in inverno la temperatura non arriva a 18° provi il suo RSPP a lavorare fermo ad un PC con una temperatura di 18° il giorno dopo ha i geloni sulle mani.
    il ridicolo è che quando si attacca a qualcosa di tecnico il ns. sindaco toppa sempre.
    “È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s'illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza.”.

      1. certo che te lo spiego!
        la valutazione dei rischi tiene conto di tutti i potenziali rischi a cui sono esposti i lavoratori e fruitori nell’esercizio delle proprie attività.
        Se lavorare con l’acqua che ti cade in testa per te non è un problema ce ne facciamo una ragione, ma per la normativa gli ambienti umidi fanno proliferare muffe e funghi che possono essere dannosi se respirati.
        come vedi non sto parlando di crolli ma semplicemente di “igiene del lavoro”.
        lo spirito risparmialo per il tuo beneamato

  4. A breve, una volta verificato il possesso del titolo, il sindaco valuterà di chiudere anche qualche chiesa, non avendo i caloriferi e quindi non a norma.
    Fatevi la messa a casa vostra.
    Amministrare, raga, è una cosa seria. Vanno rispettate le regole. Dura lex….
    Per farlo a regola d’arte bisogna crederci, dura lex, si deve obbedire e bisogna combattere.
    Coerenza, ci vuole coerenza.
    D’altra parte Dura lex Sed lex è regola di diritto della tradizione scolastica, con cui si afferma la necessità morale di piegarsi a una legge. Lo dice Google. Bisogna crederci.
    Durex. E il problema è risolto.

  5. Forza consiglieri ed assessori… chi è il prossimo che ha le palle per andarsene? O volete legare il nome per sempre a questa amministrazione, così, giusto per averla nel curriculum ad imperitura memoria?
    Questo è il momento, l’ultima chance che avete. Non potrete andarvene un mese prima delle elezioni.
    Continuare significa dire a tutto il mondo: “mi sta bene così”.
    Siamo in democrazia, ogni vostro parere è lecito: ma almeno sapremo chi NON votare, delegare, scegliere per il resto della vita.
    Quindi, se qualcuno si sentisse a disagio: uno scatto di dignità, please. ORA.
    Per voi, eh, in primis. E per la città.

    1. ma già che ci siamo facciamo fuori anche tutti gli uffici del corpo aggiunto al palazzo, così palesemente sovietico/rumeni nel loro aspetto…..via, venduti tutti……tante belle queen e king suites da mettere all’asta;

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