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Sicurezza a Como, affondo di Fratelli d’Italia sulla Giunta Rapinese: “Oltre la propaganda, cosa sta facendo?”

Fratelli d’Italia – non tramite il gruppo consiliare ma con una presa di posizione siglata dal coordinamento provinciale guidato da Stefano Molinari – va all’attacco della Giunta Rapinese sul fronte della microcriminalità e della sicurezza a Como città.

“Apprendiamo dagli organi di stampa dell’ennesimo atto di violenza di una baby gang operante nel centro cittadino, presso i Portici Plinio, già teatro nel recente passato di episodi di bullismo e rapine da parte di minori, e dove solo pochi mesi fa un senza fissa dimora era stato preso a bottigliate da un branco di giovani. L’ultimo episodio è accaduto venerdì mattina, quando un quattordicenne è stato rapinato di un paio di scarpe di pregio, il tutto in pieno giorno e mentre era in corso la “giornata della creatività” delle scuole comasche, con tanti stand e tanti studenti in giro”, si legge nella nota.

“Fratelli d’Italia, come sempre, ripone la massima fiducia nelle Autorità di Pubblica Sicurezza che stanno indagando su questa vicenda, ma al contempo non può non rilevare l’assenza della Amministrazione Rapinese, che non commenta, non interviene, evidentemente incapace di dare un contributo di idee, che pure gli compete per legge – aggiunge il comunicato – Ci domandiamo, rileggendo il programma del Sindaco a proposito di sicurezza (punto 34), se a distanza di oramai quasi 11 mesi dal suo insediamento, qualcuno dei punti sbandierati siano stati almeno messi in cantiere, o se è stata mera propaganda”.

Poi le domande dirette: “A che punto è la raccolta di informazioni che dovrebbero mirare a contrastare la microcriminalità? A che punto è l’interlocuzione con il Prefetto? Cosa sta facendo il Sindaco per aumentare sicurezza e attenzione verso la cittadinanza? Fratelli d’Italia continuerà a monitorare la situazione relativa a decoro e sicurezza, e a denunciare l’inerzia dell’Amministrazione attuale in un tema di assoluta rilevanza per i cittadini di Como”.

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10 Commenti

  1. Quando FdI ha pochi argomenti, tira fuori quello della sicurezza. E dire che sono al Governo e il Ministro degli Interni se lo sono scelto loro. E dire che ci hanno massacrato gli zebedei con la Commissione Sicurezza del Comune che è servita esclusivamente per ricordarci per qualche anno il problema della sicurezza. I reati nel nostro Paese, statistiche emanate dal Ministero dell’Interno, sono, ad eccezione della violenza sulle donne, in diminuzione. Gli unici problemi di sicurezza che dovrebbero preoccupare, sono quelli della sicurezza sul lavoro. Ma si sa, su quelli, sia se al Governo sia all’opposizione, a FdI importa poco e di commissioni sulla sicurezza non ne organizzano. Evidentemente per quelle non servono i soliti “sturmtruppen” in pensione. 😊

  2. Stefano Molinari una ocasione persa per tacere. Ricordiamo a tutti che F di I, se non erro era con la giunta precedente e, visto i risultati, è stata “cacciata” da una lista civica. Per quanto riguarda la sicurezza e non solo a Como credo anch’io si possa fare di più e meglio.

  3. Bravi continuate a monitorare la situazione decoro e sicurezza ,come avete sempre fatto : così da riportare la situazione allo stato di *eden* del passato ( quando Ve ne occupava te voi e niente propaganda )
    Ma pensate che i comaschi NON abbiano memoria ,del vostro operato ??

    1. Il Sindaco non era di Fd’I, l’Assessore alla sicurezza non era di Fd’I, forse lei ha visto un altro film.

  4. Girate queste domande al sottosegretario, visto che è così potente. Sicuramente può interagire col ministro dell’interno e magari chissà, domani mattina troviamo l’esercito in piazza Cavur pronto a soddisfare le vostre richieste….

  5. Certo un maggiore controllo del territorio scoraggerebbe certi comportamenti (basta spostare i viglili dal compito di fare multe per i divieti di sosta e ridicoli appostamenti sulla napoleona con autovelox), ma il problema delle baby gang non è un problema di sicurezza, non si risolve con la polizia, è un problema di disagio sociale, un problema culturale, ragazzini lasciati soli con unico punto di riferimento i social, le chat di messaggistica, i gruppi che si creano su queste chat che esaltano la violenza, la prevaricazione, che forniscono modelli di vita criminali esaltandoli come modelli da seguire.
    E’ a questo livello che si deve intervenire

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