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Spelzini, consigliera regionale e docente: “In sicurezza, ma riaprire le scuole è fondamentale e possibile”

La scuola in Lombardia sembra essere alla vigilia della riapertura completa con il passaggio in zona gialla dal prossimo 26 aprile, sebbene il tema non sia esente da preoccupazioni e problemi pratici all’interno degli istituti così come sul fronte dei trasporti (in queste ore è fissata la riunione in Prefettura a Como sul tema, a livello locale).

Dalla Regione, però, arriva la voce della consigliera comasca Gigliola Spelzini (Lega) che oltre a essere impegnata in politica è anche Pedagogista e formatrice di docenti delle scuole dell’infanzia.

“L’apertura delle scuole è fondamentale per la socializzazione dei nostri ragazzi e per un loro sviluppo armonico – afferma Spelzini – Questo perché la scuola, ricordiamolo, non è solo ambiente di apprendimento, cosa che la Dad ha tutelato ma anche un ambiente educativo, dove fondamentali diventano le relazioni interpersonali. Questo lo dico non solo come docente, ma anche come pedagogista”.

“Ritengo però fondamentale un altro punto – aggiunge la consigliera regionale comasca – che è quello della sicurezza: in questo preciso momento storico infatti garantire la sicurezza nelle scuole è di primaria importanza. Bisogna quindi far sì che nelle relazioni sociali siano garantite adeguate condizioni di sicurezza”.

Un obiettivo su cui, comunque, Spelzini si dice ottimista: “Grazie a dei piani contestualizzati e strategici è possibile ottenere queste condizioni, con un lavoro di rete che guardi al contesto scolastico, all’organizzazione, ma anche ai trasporti. E, soprattutto, guardi in maniera puntuale ai contesti e alle peculiarità di ogni situazione”.

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Un commento

  1. Mi piacerebbe capire quale sia il concetto di “ambiente” che ha in mente la signora consigliera. Fa specie che una pedagogista (termine alquanto abusato se considerato nel suo reale significato) parli di ambiente ancora legato a spazi fisici, in un contesto storico pedagogico di tutt’altro avviso.
    È ci dica quali sono questi “piani strategici”, considerando l’evidente miopia che dimostra nei confronti Dell reale situazione delle scuole.
    Un po’ di umiltà e senso della misura ci vorrebbe prima di pronunciarsi su questioni educative.
    È davvero sconfortante che una persona che opera in ambito formativo debba ragionare con un paradigma esclusivamente dettato da una linea politica.

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