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Attualità, Politica

Addio a Elide Greco in Consiglio, Fanetti commosso: “Amica mia. Soldatessa per il bene di tutti”

La morte di Elide Greco ha toccato profondamente un intero territorio. Da sempre in prima fila per gli ultimi, consigliera comunale Pd a Como (giunta Lucini), anima luminosa a Lipomo con l’International Dance, olgiatese di ferro, anima viva della società civile. E’ morta sabato scorso dopo una malattia mai nascosta (lo raccontavamo qui) e ieri c’è stato l’ultimo, colorato e festoso nel dolore, addio nella chiesa nella chiesa Prepositurale dei Santi Ippolito e Cassiano di Olgiate Comasco.

Così stasera ha voluto ricordarla in Consiglio comunale a Como un compagno di viaggio, il capogruppo Pd, Stefano Fanetti.

Ecco l’intervento:

Cara Elide,
ricordo la prima volta che ci siamo parlati. Una riunione del Pd su un tema tecnico e abbastanza incomprensibile, dove tu ti sei presentata col tuo stivale a punta azzurro pitonato. Probabilmente il pensiero dei più volgeva all’imminente aperitivo, ma tu no, ci hai inchiodato con una serie di domande perché avevi quell’umiltà non comune di dire ‘scusa, non ho capito’. Già perché questo eri: una persona curiosa, mai superficiale, desiderosa di crescere e imparare da ogni situazione. Ne è nata una bella amicizia, un gruppo forte con Luca, Patty, Gabry, Enrico, Angelo, per citarne alcuni. Mi avevi convinto pure a frequentare un corso di ballo: io, un tronco rigidissimo. Mi sono divertito, anche se mi riprendevi continuamente per la mia manifesta incapacità, il ballo, la tua professione, la tua famiglia allargata: l’International dance con le tute nere e fucsia, il tuo colore preferito, come la mascherina che indosso stasera.

Eri una soldatessa del fare, col tuo agire irruento, il tuo grande cuore e i tuoi modi un po’ tamarri, hai saputo coinvolgere tante persone nelle più svariate attività, accomunate dallo ‘stare insieme’ per il bene collettivo. E quindi dipingere muri, pali e guardrail, le sferruzzatrici con le coperte per i senza dimora, l’aiuto a chi si trova in condizioni di grave marginalità, l’attenzione alle criticità delle case popolari.

Se c’era un problema, non ti tiravi indietro, mai. Anche in Comune conoscevi tutti gli uffici, con cui ti sei interfacciata per le questioni più varie. E riuscivi sempre ad ottenere le risposte che cercavi perché non ti arrendevi mai.

La malattia non ti ha affatto scoraggiata. Continuavi a darti da fare, come potevi, per i più bisognosi. Lavoravi tantissimo, pur con le mille difficoltà che avevi, nascondendo il dolore fisico dietro il tuo bellissimo sorriso.

Qualche tempo fa mi hai scritto “ti chiedo scusa per non essere attiva come sempre. Devo stare protetta, non posso fare più di quel poco che faccio. Anche la sera non sono sempre in forma e faccio fatica a reggere tutto il collegamento delle riunioni. Ancora scusa, purtroppo dobbiamo accogliere quello che ci dà la vita. Continuate a stare uniti e lavorate per il bene della gente, mettete al centro il lavoro, la disponibilità verso il prossimo, la gente ha bisogno di questo”.

Ieri il tuo commiato si è trasformato in una festa, come tu desideravi, palloncini colorati in cielo, musica- Una cosa fuori dagli schemi, come lo eri tu, amica mia. Adesso sta a noi seguire il tuo esempio e lavorare, al di là delle diversità, per rendere questo mondo un posto migliore. Insieme si può. Ciao Elide

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