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Tangenziale, Erba (5S) svela testo-beffa di Pedemontana: “Sono i comaschi a dover ascoltare noi”

Ora il ribaltamento è definitivo. E, in apparenza, non reversibile. In sintesi, il concetto è questo: il secondo lotto della Tangenziale di Como non si farà mai (o quasi)? Sono i comaschi che devono ascoltare, non la Società Pedemontana. Parole e musica (stonata) messe nero su bianco dal presidente della Società, Andrea Mentasti, rivelate integralmente oggi dal consigliere regionale Cinque Stelle, Raffaele Erba e dal consigliere comunale Fabio Aleotti.

Erba ha letto parola per parola il resoconto di un incontro svolto il 4 ottobre scorso in Regione, con le Commissioni V e I riunite. Presente, come detto, anche il numero uno di Società Pedemontana che in poche parole ha sostanzialmente stroncato ogni realistica ipotesi di completamento della Tangenziale di Como nel tratto Albate-Albese con Cassano.

Prima le cose note, ancorché ribadite con durezza estrema: “Non c’è mai stata in nessun momento del processo della definizione del programma del Piano Economico Finanziario, l’opera delle seconde tratte delle tangenziali. E’ oggetto della concessione – ha aggiunto Mentasti – ma non è mai stato oggetto di finanziamento. Per cui, come ha detto l’amministratore delegato di Cal, è chiaro che, essendo oggetto della concessione, una volta che avremo terminato non dico l’opera, ma almeno il finanziamento del tratto orizzontale ovest-est, sarà nostro compito trovare i fondi per queste seconde tratte”.

Poi, però, quella che si potrebbe definire con un (azzardato) parallelo, l’inversione dell’onere della “prova”. Sulle spalle dei comaschi.

“Invito tutti però – ha aggiunto Mentasti – a tenere conto […] che il territorio dobbiamo ascoltarlo ma qualche volta magari anche il contrario. Se abbiamo un’opera da 800 milioni (il costo del secondo lotto originario, ndr) per una tangenziale di 8 chilometri e abbiamo un’opera da un miliardo e mezzo che mi fa tutto l’asse ovest-est (la Pedemontana nel suo complesso, ndr), forse c’è da domandarsi se chiedere al territorio una maggiore flessibilità nel valutare delle alternative che esistono, perché ripeto, 800 milioni per fare 8 chilometri, dovremmo essere in un trend economico un po’ più ricco di quello che viviamo”. Come se, in anni di promesse su mirabolanti progetti e gratuità, il territorio non avesse già prestato orecchio a sufficienza, insomma.

Segue, poi, un ulteriore passaggio in cui il presidente della Società Pedemontana invita il territorio a valutare progetti alternativi (del tutto sconosciuti, se non per sommi capi) a una “soluzione che porterebbe a più che dimezzare il valore dell’opera […] Oggi trovare un equity per fare 800 milioni di euro di un’opera che renderà quello che possono rendere 8 km, capite che è praticamente impossibile. Tema sempre legato alle tariffe e in generale al futuro dell’opera”.

Se non è una pietra tombale questa, sul completamento della Tangenziale di Como, davvero è difficile capire quale potrà essere. E infatti, Raffale Erba ha sottolineato che “ora stiamo parlando più di un sogno che di altro, il secondo lotto non è mai stato previsto dal project financing e non è negli accordi di realizzazione”, spiegando che del tutto vana è la speranza della gratuità del primo lotto. “Il punto di pareggio per le tangenziali di Como e Varese è di 6 milioni di euro all’anno di incassi – ha evidenziato il consigliere del M5S – Oggi assieme ne incassano 5,3 con quella di Como che nel 2018 dovrebbe arrivare a 2,05. Mancano 700mila euro circa, e da qui nasce anche l’azione di recupero crediti: per recuperare il gap che manca”. E che, ha sottolineato Aleotti, “dimostra come la gratuità tanto promessa in realtà è insostenibile, perché il privato non può andare in perdita”.

Erba poi – conti alla mano – ha smitizzato anche il teorico progetto alternativo per il secondo lotto, quello messo a punto (in fase assolutamente preliminare) dalla Provincia e che avrebbe un costo di circa 670 milioni rispetto agli 800 e oltre del tracciato originario.

E per dare una risposta molto meno costosa e forse anche più rapida da realizzare, il consigliere regionale ha rilanciato il potenziamento, lo sviluppo e l’elettrificazione della linea ferroviaria Como-Lecco, direzione Ticino (già contenuta in un odg al Bilancio approvato l’estate scorsa).

“L’elettrificazione della linea ora diesel è un intervento che risolverebbe non solo un servizio ferroviario dalle performance pessime, ma aiuterebbe anche l’ambiente. Inoltre, il tracciato su ferro segue di fatto la stessa direttrice del secondo lotto teorico della Tangenziale – ha affermato – Ogni giorno circa in 20mila frontalieri dalla nostra provincia vanno a lavorare in Svizzera e in un’analisi del settembre 2017 del Dipartimento del territorio del Canton Ticino è emerso che il 60% sarebbe favorevole a usare il treno con un potenziamento del servizio e tariffe ad hoc. Con l’elettrificazione della Como-Lecco, si potrebbe anche valutare l’inserimento di servizi Tilo verso la Svizzera. Il tutto a costi enormemente inferiori rispetto al completamento della tangenziale (stima di 6 milioni, ndr)”.

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