“Ho pianto, sì, ho pianto due giorni”.
Barbara Minghetti non manca di animo gentile, attenzione e sensibilità ma, rarissimamente, in tanti anni di conoscenza, la si è sentita mollare l’ormeggio su qualcosa di intimo, personale. Una discrezione elegante quella che l’ha sempre portata a scindere privato e pubblico (e che pubblico, un proscenio inevitabile per una donna d’arte oggi fatalmente estesa all’agone politico).
Anima storica (e madre del rilancio) del Teatro Sociale di Como (di cui oggi è responsabile della programmazione artistica e dei progetti speciali), Direttore artistico del Macerata Opera Festival, consigliere d’opposizione nel Cernezzi per Svolta Civica con Maurizio Traglio e Vittorio Nessi.
Ha pianto due notti.
Sì, quando abbiamo perso le elezioni. Ho studiato, lavorato, ho creduto potessimo davvero fare qualcosa per la città. Poi mi sono detta: ha vinto Landriscina, lo conosco da tanti anni, è in gamba, lo stimo: bene così.
Invece.
Invece c’è una difficoltà di squadra, non c’è progettualità. Vedo disgregazione, nessuna unità. Landriscina paga queste cose.
Teatro, politica. Palcoscenici diversi, ma pur sempre ribalta. Dopo un anno e mezzo in seconda fila ultimamente si sta facendo sentire. Interventi tosti, centrati.
Difficile parlare del Consiglio comunale. E’ un mondo che sto iniziando a conoscere, tra linguaggio e procedure. Il ruolo del consigliere non è facile da valorizzare.
Beh, stare all’opposizione non è davvero esaltante.
Mi pare peggio in maggioranza, almeno noi si discute. Presentiamo idee, proposte. Loro parlano raramente. Comunque, la mia era una candidatura tecnica in cui ho creduto. Sto facendo esperienza imparo i meccanismi della città.
Tecnica, insomma: si è candidata e ha pure fatto il pieno di preferenze.
Era una candidatura tecnica. Oggi tramite la commissione Cultura posso dare il mio apporto. Non è semplice i processi sono lenti.
Si spieghi.
La questione ex Uli che avete sollevato voi (qui): l’Archivio del Moderno andato a Varese, è un segno forte del poco che si fa. Speravo passassero più idee per la cultura.
Aveste vinto, Traglio l’avrebbe fatta assessore alla Cultura. Oggi c’è Simona Rossotti. Che ne dice?
In Commissione ha voluto condividere e discutere con tutti il Bando Cultura, è stato molto importante.
Minghetti alla Cultura, cosa avrebbe fatto?
Io penso Como possa avere un respiro internazionale sul fronte turistico e un welfare culturale per la città. Progetti partecipativi e diffusi. Non vedo niente, non ci sono progetti lineari, capisco che il lavoro è complesso però c’è poco.
Parlava del bando Cultura. Ci sono molti dubbi sugli eventi estivi. Abbiamo perso il Lake Como Film Festival, si dice che Wow abbia qualche difficoltà
Lo so bene. Ci sono problemi diffusi per molti operatori. Poi c’è Villa Olmo. Non si sa che formula gestionale voglia l’amministrazione, facciamo domande e le risposte vengono rinviate. Cosa faranno dentro? Mostre, musei, eventi: serve sistema. E’ un valore o no? Purtroppo a Como la Cultura non pesa come tema centrale.
Servono manager.
I luoghi della cultura hanno bisogno di un padrone di casa. Guardate cos’è successo al Museo della Seta con l’arrivo di Bianca Passera e la nomina di Claudio Aquilini. Un successo di pubblico: mostre, eventi, partecipazione.
PER APPROFONDIRE
E’ diventato grande e batte la Pinacoteca. Museo della seta: diamante cittadino
Ha battuto la Pinacoteca.
Ecco. Gli uffici comunali lavorano benissimo ma sono pieni. Servono manager esterni.
Rimarrà in Consiglio fino a fine mandato?
Certo. Ho molti obiettivi: i giardini a lago (rompo le scatole all’assessore Galli ogni settimana), il forno crematorio. La prossima settimana con l’assessore Pettignano visiteremo una sala nuova da dedicare al commiato (per le cerimonie laiche, Ndr).
Si ricandiderà?
Non so rispondere.
Farebbe il sindaco?
Lo stesso: non saprei proprio. Invecchiando mi sono avvicinata alle dinamiche di Como, soffro per la città e per il Paese.
Si spieghi.
Soffro per le persone in difficoltà, ci sono troppe diseguaglianze. Io sono molto fortunata, nel mio piccolissimo cerco di fare le mie cose da volontaria.
Cioè?
Faccio l’accoglienza per Emergenza Freddo. Sono molto orgogliosa di aver letto di Giorgia Linardi (giovane comasca che lavora per Sea Watch, Ndr). Le ho scritto invitandola perché parli del suo lavoro al Sociale.
Migranti e senzatetto. Che dice delle politiche della maggioranza?
Speravamo che il centro di via Regina aprisse anche ai migranti. Non è andata così, ne prendo atto. Non sono temi politici, hanno valenza umana.
Ha commesso errori in Aula?
Un’ingenuità da neofita: ho votato il decreto anti-accattonaggio voluto dal sindaco per Natale 2017. Ho commesso una leggerezza ma non in malafede. La consapevolezza si acquisisce solo col tempo.
L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.
Un commento
Onestà intellettuale.
Ammettere che votare quell’ordinanza a dicembre 2017 fu una immensa c***** non è poco. Infatti altri suoi alleati non l’hanno mai fatto.