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Terremoto in FdI. Il buttiano di ferro dice addio. Mascetti: “Non sono uno yesman”

Buttiano di ferro, uomo certezza della destra comasca per 20 anni. Simpatizzante del Movimento Sociale, entrato in An (di cui è stato dirigente), poi Pdl (“purtroppo”, sorride) e diligentemente approdato in Fratelli d’Italia dopo la scissione.

E’ una scossa tellurica violenta e profonda quella che tocca (incrina?) le fondamenta del partito a Como. Massimo Mascetti (58 anni, libero professionista, storico team manager del Como) saluta, ringrazia (non tutti, anzi) e se ne va.

D’altronde la cosa si fiutava da qualche settimana. Un’assenza strana, sospetta, quella del coordinatore cittadino.

Prima dalle conferenze stampa del deputato, Alessio Butti, poi dall’incontro con il capo supremo lombardo: Daniela Santanché.

Così abbiamo abbiamo chiesto e richiesto fino a quando, oggi, Mascetti ha confermato. Non nasconde la sofferenza: “lasciare la politica dopo 20 anni, lasciare un progetto, lasciare amici di una vita è cosa difficilissima. Il punto è così io non ci sto più, non sto più in questa politica”.

Si spieghi

Il discorso è ampio, non la prenda come retorica ma ho sempre fatto politica in mezzo alle persone, coltivando relazioni. Sono stato a lungo presidente di Circoscrizione (Centro Storico, Ndr) per mettermi sul serio a servizio, senza ambizioni. Poi ho operato ai piani superiori per un paio d’anni: da quando sono coordinatore cittadino e le cose non mi sono piaciute, per nulla

In che senso?

Il mio partito come altri di maggioranza, il sindaco Landriscina, una parte della giunta: ecco, quasi nessuno ha rispettato il mio ruolo

Colpevole anche il rapporto conflittuale con l’ex coordinatore provinciale (ora uscito) Mainardi?

Sicuramente avevamo visioni diverse, è un elemento. Vorrei precisare, già che lo cita, che la mia decisione e quella di Mainardi non hanno nulla in comune, deve essere molto chiaro

Viceversa non mi è chiarissimo il perché della sua scelta

Non vivo di politica ma d’altro. Ho dato correttezza e coerenza e non ne ho ricevute. Quindi stacco, non mi ritrovo in una politica che non garantisce rispetto del ruolo e della persona


Scusi, non è che, magari, c’entra la mancata nomina a consigliere di Como Servizi Urbani?

Non è stata la molla. Però dopo un enorme lavoro e molti sacrifici, certo, questo è stato un ulteriore elemento di peso. Mai cercato poltrone ma un minimo di riconoscimento, è stata l’ennesima dimostrazione della mancanza di rispetto. Nessuno mi ha chiamato, nemmeno il sindaco

Formalmente non ha avuto l’incarico perché il curriculum è stato giudicato debole, così è stato nominato Lucio Levi (sempre quota Fdi: qui i dettagli)

Dopo tanti anni di partito, di circoscrizione, di dirigenza, definire debole il mio curriculum…

E’ comunque uno schiaffone a Alessio Butti

Forse è vero. Ho sempre condiviso i suoi indirizzi al 99% ma ho altrettanto ragionato con la mia testa, la decisione di oggi lo dimostra. Non sono uno yesman della politica.

Insomma, l’onorevole ha perso un altro pezzo. Parecchi fuggitivi in questo periodo

Non è un attacco a Butti. Lui come Paolo Mascetti (cugino di Massimo) mi ha introdotto alla politica e fatto crescere. Le mie insofferenze sono note a tutti nel partito

Come l’ha presa il nuovo coordinatore provinciale, Stefano Molinari?

Molinari è un coordinatore eccellente, sa unire e non divide. Ha cercato, come molti, di farmi cambiare idea, lo ringrazio è persona che stimo davvero

Beh, in questo momento non ha fatto un favore a nessuno, lo sa?

Purtroppo la vita ha dei cicli che si concludono. Non escludo un ritorno con condizioni diverse

PER APPROFONDIRE
Ora è ufficiale: Marco Mainardi lascia Fratelli d’Italia. “La mia esperienza finisce qui”
Nuovi scossoni in Fratelli d’Italia: se ne vanno altri 5. Molinari: “Spiace ma si va avanti”

 

 

 

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5 Commenti

  1. Purtroppo un Italia che si
    “ impoverisce,, in toto,
    la persona del direttore
    signor Mascetti era un
    eccellente biglietto da visita della destra comasca.

  2. Antonio, non credo il partito chiuderà a Como. Fino a prova contraria il miglior risultato elettorale è sempre stato ottenuto qui.
    Il problema semmai è un altro. Troppo autoreferenziale , qualche dinastia (milanese) senza fine e sopratutto debolezza cronica nella comunicazione esterna.

    Buona serata .
    Fabio

  3. in occasione dell’abbandono di Mainardi ebbi a dire che è un partito personale di sole due persone e qualche parente stretto, ormai a Como è destinato a chiudere i battenti…..e forse non solo a Como

  4. Spiace sempre quando qualcuno se ne va, ma fa specie quando uno che se ne va dice di non aver mai chiesto niente e si lamenta per non aver avuto qualcosa.

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