Tutti la cercano, tutti la vogliono. Nel centrodestra e pure in qualche ipotetica civica che probabilmente non nascerà mai. Già, perché tirata una riga e al netto di ogni errore, erroraccio, scivolone o incidente di percorso, la zarina somma, Elena Negretti, nell’ultimo quinquennio il suo lavoro lo ha fatto. Era ovunque, con chiunque, fuori e dentro le stanze del potere.
Coi senzatetto di notte, dal prefetto, in piazza Cavour con il lago esondato, alla guida della Protezione Civile e della Polizia Locale. Dal Cernezzi, pronta per tutti. Sia chiaro: non è un componimento celebrativo questo, tutt’altro, perché non entriamo in questa sede nel merito di opportunità, modi e metodi, risultati o qualità delle relazioni. Parliamo soltanto di un dato non discutibile e chiaro nella geografia politica di questa città: Elena Negretti è sempre stata in primissima linea per tutto il lustro landrisciniano. E certo oggi ha affinato di molto le capacità rispetto agli esordi. Il suo leit-motiv è “io non sono politica”, ma è diventata la più politica di tutti. Semmai non è partitica e di questo bisogna darle atto, il suo alveo naturale è il civismo (sia pure orientato).
Comunque, quando ci sei sempre e per tutti, ecco, tutti ti conoscono. Fatto che in vista delle elezioni (da oggi ufficiale, primo turno il 12 giugno) si traduce meccanicamente una sola cosa: voti, preferenze, cifre e numeri potenziali. Solo uno sciocco non vedrebbe in Negretti un’opportunità per dare peso alla coalizione.
E Alessio Butti, deputato e leader di Fratelli d’Italia nel Comasco, è tutt’altro che uno sciocco, anzi. Solo due settimane fa il primo incontro con l’assessore per un plausibile tentativo di accordo a supporto del candidato del Centrodestra, Giordano Molteni. Riuscimmo a immortalare quella colazione mattutina, in piazza Mazzini. Qui il racconto: Il caffè clandestino Negretti-Butti: prove di intesa elettorale dopo lo sgarbo di sabato?.
Oggi nuovo summit tra i due, poco dopo le 10.30. Stavolta fuori dalle mura, a due passi dal Comune in una via più defilata, sempre in un bar. Però non basta spostarsi dai grandi flussi per non essere notati da occhietti affamati di notizie, curiosi e attenti che raccontano un faccia a faccia di almeno tre quarti d’ora. Insomma, la trattativa (o il tentativo della medesima) è ancora in corso.
Cosa farà dunque Negretti? I pronostici sono sempre traballanti, meglio evitarli. Ma ci sono degli elementi chiari.
Primo: il legame di vera amicizia, e debito d’onore, della zarina con il sindaco uscente, Mario Landricina che, peraltro, non ha ancora formalmente chiarito se uscirà di scena o se si ricandiderà (difficilissimo, comunque). Secondo, un altro legame di amicizia profonda e assonanza, quello con l’ex vicesindaco, poi ministro e ora assessore regionale, la leghistissima Alessandra Locatelli che non sgradirebbe affatto un ingresso di Negretti (e, perché no, dell’intera civica Insieme) nelle liste elettorali salviniane.
Un’adesione a Fratelli d’Italia per Negretti sarebbe certo, sondaggi nazionali alla mano, un ottimo investimento sul futuro politico ma non è detto che l’amico Landriscina la possa prendere benissimo. Dunque la strada Lega potrebbe profilarsi come migliore.
Eppure.
Eppure tutti danno per scontata una nuova vita politica per l’assessore a Sicurezza e Polizia Locale, dimenticando che la protagonista non ha mai nascosto, e non nasconde in questi giorni a più riprese, di provare una grande nostalgia per il suo lavoro al 118 di Como. Incarico cui potrebbe tornare serenamente dopo i cinque anni di aspettativa. Vedremo, quest’ultimo passaggio non è tombale ma non va (decisamente) sottovalutato.
3 Commenti
Benissimo, se è così brava (come dicono) nel suo lavoro nell’ente pubblico, forse è l’occasione buona per dimostrare che lo può essere anche nel privato, quale migliore occasione per dimostrarlo…
Certo la Zarina in questi anni ha dimostrato in modo astuto e (quasi) ammirevole di indossare panni diversi e a volte contrastanti: un momento con la maglia di Salvini addosso sul palco del capitano nel periodo di daje daje daje contro l’immigrato di turno, tutto abbracci, baci e sorrisi, e in un altro momento piazzata per un ben 5 minuti (il tempo per farsi fotografare) sorridente davanti alla raccolta di cibo per ComoAccoglie organizzata durante la manifestazione dei sardini per poi defilarsi in fretta e furia nel momento in cui i flash delle macchine fotografiche si sono spenti. Sto guardando The Roman Empire su Netflix in questo periodo. Insegna molto sull’arte della sopravvivenza, politica e reale, durante l’impero. Si fa quello che si può e quello che si deve per rimanere in potere e in vita. È comprensibile e umano. Questa capacità di muoversi tra gruppi assai ostili e con una politica molto diversa (credo…o pecco di ingenuità?) non è da tutti. C’è da dire (quasi) chapeau. Vedo che quella perla di saggezza di Esopo ‘If you try to please everyone, you will please no one’ non è applicabile da questi parti. E anche una frase shakespeariano in Hamlet ‘To thine own self be true’ è da considerare poco sensato. Non realpolitik. Comunque se la Zarina dovesse decidere di ritornare al servizio del 118 sarà senz’altro un’uniforme che le donerà tantissimo.
Ma che torni a fare quello che forse sa fare….. In cinque anni ha fatto solo delle gra sfilate…….