La candidata sindaco Barbara Minghetti (Svolta Civica, Pd, Como Comune Eurpa Verde, Agenda 2030) oggi ha presentato il programma elettorale su istruzione, scuole, asili, formazione e università. “L’educazione e la formazione di ogni individuo – ha detto Minghetti – rappresentano il pilastro dello sviluppo sociale ed economico della città. Uno sviluppo che non deve lasciare indietro nessuno e che dev’essere motore di crescita per una comunità in cui tutti devono poter vivere meglio, in primis i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, figli di genitori di origine straniera, residenti a Como ma non ancora cittadini, molti dei quali nati in Italia, frequentano le scuole del territorio”.
“Ogni proposta del programma della coalizione di Barbara Minghetti – evidenziano dalla coalizione – parte dall’idea che al centro siano sempre le persone, ovvero il capitale umano su cui la città costruisce il proprio presente e il proprio futuro. Lo sviluppo della città in ogni settore è strettamente connesso con i processi di formazione: dalla Scuola all’invecchiamento attivo.
L’imparare ci accompagna lungo tutto l’arco della nostra vita ed è un diritto fondamentale. È per questo che un intero capitolo del documento programmatico è dedicato al capitale umano, dalla più tenera età fino a quella più avanzata”. Il programma, spiegano ancora, “relativo al Capitale umano, sintesi del lavoro del tavolo, coordinato da Luca Monti, Monica dell’Antonia, Marco Corengia, Stefano Fanetti, Daniele Valsecchi, Marco Seregni, Eleonora Galli e Salvatore Amura, spazia dalla cruciale questione della prima infanzia fino all’alta formazione e tocca svariati ambiti”.
Ecco dunque quanto diffuso, punto per punto:
ASILI NIDO: ZERO LISTE D’ATTESA con i poli innovativi per l’infanzia.
Al centro di ogni iniziativa dev’esserci il benessere dei bambini e delle bambine. Per questo, sarà fondamentale comprendere i bisogni delle famiglie, attivando moduli con retta differenziata, mettere a disposizione spazi famiglie e spazi gioco. La socializzazione serve al bimbo ma anche ai genitori. L’obiettivo è di azzerare le liste di attesa, mantenendo il primato della gestione pubblica e considerando, per l’ottenimento del risultato, anche soluzioni miste pubblico/privato sociale con governance pubblica. La soluzione è complessa e non può essere che composita. In particolare ipotizziamo:
Supporto alla rete di nidi pubblici, con integrazione del personale fino al raggiungimento della capienza delle singole strutture;
Creazione di una rete di “nidi famiglia” (Dgr 11 febbraio 2005 – n°7/20588) e di una commissione ad hoc sulla qualità della proposta progettuale, della logistica e delle condizioni del servizio;
Attivazione del polo educativo per l’infanzia 0-6, che identifica strutture e servizi integrati con la partecipazione e co-progettazione pubblico privato sociale con governance pubblica e attività per le famiglie. Si tratta di una nuova modalità educativa dei bambini, nel rispetto dei tempi della famiglia, con apertura di spazi gioco per bambini e famiglie. Lo spazio gioco è un servizio rivolto alle famiglie per bambini fino ai 3 anni che non frequentano un nido d’infanzia una sezione primavera. È un centro che supporta e accoglie la famiglia. Un luogo di incontro e gioco, favoriti dalla presenza di personale educativo appositamente formato, tra bambini, tra adulti e tra bambini e adulti. e scambio, tra bambini, tra adulti e tra bambini ed adulti con la presenza di personale educativo opportunamente formato.
Per le opzioni miste sarà previsto il coordinamento pedagogico del Comune, anche per asili privati che si mettono in rete e usufruiranno di un contributo economico, proporzionato alle possibilità economiche delle famiglie (modello Isee).
Scuole dell’infanzia
Sono strutture pubbliche che dipendono dagli Istituti Comprensivi del Ministero dell’Istruzione e per la logistica dal Comune.
Sarà valutata l’ipotesi di un ampliamento dell’orario di copertura degli asili pubblici che attualmente hanno orari che non si conciliano con le esigenze delle famiglie.
Saranno incentivati l’attività di prescuola e doposcuola grazie a convenzioni con enti di Terzo settore, cooperative e associazioni.
Saranno armonizzati, in accordo con le scuole pubbliche, i requisiti di accesso.
Il Patto per la scuola e le famiglie
Si propone un canale di ascolto e confronto di apertura sia con i dirigenti scolastici che con i presidenti dei Consigli di istituto e le famiglie, per l’armonizzazione e conciliazione anche in considerazione dell’importanza della logistica, dei trasporti, della refezione scolastica (commissioni mensa), del Piano dei tempi della città. in tema di conciliazione e.
Le associazioni genitori delle scuole diventeranno soggetti per che facilitano condividere tutte le iniziative inerenti che toccano la sfera scolastica.
Sarà aperto un canale speciale tra università e docenti delle scuole cittadine per dare loro una costante e migliore formazione e permettere agli istituti scolastici di accedere a forme di finanziamento alternative.
La scuola accessibile a tutti
Nell’ottica della città di tutti dello sviluppo, che sa accogliere e avere cura delle persone, gli edifici scolastici le scuole dovranno essere liberati dalle barriere architettoniche che ancora li rendono poco accessibili alle persone con disabilità motorie, permanenti o temporanee L’accesso al servizio scolastico dovrà essere sarà garantito anche con il sostegno alle famiglie che affrontano i temi della disabilità.
L’alfabetizzazione per tutti
Sarà obiettivo dell’amministrazione contrastare la povertà scolastica, educativa, digitale che tocca anche significative fasce della popolazione comasca. Una scuola aperta, inclusiva, per tutti è ciò che realizzeremo per sviluppare le potenzialità di tutti e tutte, garantire il diritto allo studio, assicurare un futuro all’altezza della sua storia alla città. Supporteremo le associazioni e le parrocchie che svolgono corsi di lingua italiana e attività per l’inserimento dei nuovi cittadini.
LA SCUOLA APERTA ANIMA DEL QUARTIERE
Realizzeremo il Piano per la scuola aperta.
La scuola aperta parte da un’estensione quantitativa: orari di apertura più ampi che soddisfano le esigenze di conciliazione dei tempi e si armonizzano con i trasporti sia tradizionali che con il piedibus. Lo faremo incentivando attività di pre e dopo scuola, con offerte diversificate e sostegno economico per chi ne ha bisogno.
La scuola aperta qualitativa è la vera sfida che il Comune può intraprendere anche con la partecipazione di finanziatori pubblici (come Regione Lombardia) e privati (come Fondazione provinciale della comunità comasca e Impresa sociale Con i Bambini).
Il Piano prevede la scuola al centro del quartiere, dove associazioni culturali, sportive e di promozione sociale collaborino alla realizzazione di un programma di iniziative rivolte a studenti, famiglie e cittadini. Valorizzeremo le occasioni di arricchimento culturale e di informazione, le sedi decentrate della Biblioteca comunale e le biblioteche di associazioni di Terzo settore che custodiscono tesori della cultura, come l’Istituto di Storia contemporanea Pier Amato Perretta.
I centri estivi
Il Comune promuoverà, anche con la co progettazione con il Terzo settore, Centri estivi rivolti ai bambini e alle bambine di famiglie che, per esigenze lavorative, necessitano di un sostegno educativo e ricreativo nei mesi di vacanza scolastica.
UN SERVIZIO PER I RAGAZZI CHE ABBANDONANO LA SCUOLA
Per contrastare l’abbandono scolastico istituiremo, in collaborazione con il privato sociale e i Centri di formazione professionale, laboratori extracurricolari collegati al sistema dell’apprendistato di primo livello, interamente gratuiti, finanziati dal Fondo Sociale Europeo attraverso Regione Lombardia. Il servizio si basa su un Patto con il Terzo settore, che avrà ruolo fondamentale in questo processo.
A COMO LA PRIMA UNIVERSITÀ PROFESSIONALE D’ITALIA – ITS
Al termine della scuola superiore la scelta non è più limitata a università o lavoro. Da qualche anno esistono percorsi di formazione professionale di livello universitario, di durata inferiore al corso di laurea. Sono gratuiti perché finanziati dal Fondo Sociale Europeo.
L’ipotesi è la creazione di un Polo per la formazione terziaria professionale di eccellenza con la collaborazione di Università dell’Insubria, Politecnico, Comonext, i Centri di Formazione professionale e le scuole di Como oltre alle associazioni di categoria e alle imprese che vogliono investire in capitale umano.
Creatività, Tessile/Moda, Arredamento, Turismo e Innovazione sono i settori che ci rappresentano e che costituiscono la fonte di ricchezza economica della nostra provincia ma anche di know-how che deve continuamente aggiornarsi.
L’idea di una Università Professionale di eccellenza (ITS) che utilizzi la notorietà del Made in Como in questi settori può diventare attrattiva anche per studenti che, nel resto d’Europa, sono alla ricerca di proposte formative di livello. Questo risponderebbe anche alla disponibilità di “posti letto” in bassa stagione e al “turismo della conoscenza” che porterà qualcuno di questi studenti a trasferirsi anche dopo la formazione.
Tra le possibili sedi pubbliche utilizzabili, Palazzo Natta, inutilizzato da anni, con beneficio dell’intera la città.
L’UNIVERSITÀ DI COMO: giovane, dinamica, a misura di studente
La Fondazione Volta dovrà tornare ad essere soggetto promotore e di stimolo e opportunità per le università presenti in città (Università dell’Insubria, Conservatorio, Accademia Galli – IED).
È fondamentale costruire migliori relazioni tra le università comasche per cogliere le richieste del territorio e dare adeguate risposte. Altro tema fondamentale è poi quello dell’apertura accademica verso il resto d’Europa e del Mondo: le forti relazioni dell’Università dell’Insubria consolidate con atenei stranieri possono e devono essere messe al servizio della crescita della città e della sua affermazione come città universitaria anche all’estero.
La proposta formativa dell’Insubria vede una crescita di iscrizioni negli anni che pone alcuni temi relativi alla qualità dell’accoglienza degli studenti che arrivano da altre provincie e regioni nonché da fuori Italia.
Per rispondere a questi bisogni si propone la Carta dello Studente, promossa dal Comune tramite una dotazione (diritto allo studio annuale) che preveda sconti, accessi esclusivi, il trasporto urbano, il noleggio di bici.
Si propone inoltre di sviluppare sinergie pubblico privato per la ristrutturazione funzionale di edifici per residenze per studenti iscritti ai percorsi universitari e ITS nelle aree afferenti nei pressi delle sedi di studio.
Verranno identificati potenziali spazi e privati disponibili a investire nella ristorazione per studenti con convenzioni con Università Insubria, Setificio e altre realtà e spazi sportivi per gli studenti.
In tema di mobilità dolce verranno collegati spazi di formazione, ristorazione, studio e abitazione con il centro e tra loro con linee dedicate.
L’ALTA FORMAZIONE E LA RICERCA
Saranno attivate nuove opportunità per portare a Como progetti di alta formazione e centri di ricerca che possano trovare, all’interno del Patto per lo sviluppo, il terreno più fertile per poter crescere e rappresentare un plus per la città. Sull’esempio di quanto già attivato da Fondazione Volta con la Lake Como School of Advanced Studies, Como dovrà diventare luogo attrattivo per studenti di tutto il mondo e un’opportunità per i suoi giovani cittadini.
NON SI SMETTE MAI DI IMPARARE: l’importanza della formazione continua
L’apprendimento lungo tutto l’arco della vita favorisce l’invecchiamento attivo e la partecipazione consapevole alla vita politica e sociale. Supporteremo l’Università popolare. Realizzeremo un sistema di formazione degli adulti (disoccupati, occupati, e liberi professionisti) per avere un capitale umano sempre aggiornato rispetto alle sfide del mercato. L’obiettivo si raggiunge nel momento in cui la politica promuove reti (Patto per il Terzo settore) capaci di veicolare, in risposta ai bisogni, adeguate risorse professionali ed economiche.
Un commento
Il solito bla, bla, bla pre-elettorale, tutti bravi a promettere ma non hanno idea di cosa fare, come farlo e con quali risorse, in sostanza il vuoto che da decenni assilla la città di Como. Si sono alternati destra e sinistra ma per la città non è cambiata una “virgola” e adesso, gli stessi, si ripropongono per risolvere i danni di cui, in gran parte, sono causa.