Parole destinate a far discutere quelle pronunciate oggi dal deputato della Lega – nonché consigliere comunale a Como – Claudio Borghi Aquilini alla Camera. Rispondendo al discorso del premier Conte, Borghi si è lanciato in un confronto costituzionale tra diritto alla salute e diritto al lavoro, mettendoli inizialmente in pari ma poi di fatto classificando il secondo come decisamente precedente rispetto al primo.
“Lei ha detto che il diritto alla salute è prelimiare su tutti gli altri diritti costituzionali – ha affermato Borghi – Ma lei come si permette di fare una scaletta dei diritti costituzionali? Sono tutti importanti alla stessa maniera”.
“E se i numeri qualcosa contano – ha però aggiunto il deputato e consigliere comunale a Como della Lega – il diritto della tutela della salute è al numero 32, il diritto al lavoro è al 4. E le ricordo l’uno, che dice che l’italia è una repubblica democratica, dove si decide tutti assieme e dove non decide lei, fondata sul lavoro, quindi non fondata sulla salute e sui dpcm. E la sovranità appartiene al popolo”.
“Quindi vediamo di riportare le cose in un ordine costituzionale perché il momento è grave”, ha concluso il passaggio specifico Borghi.
5 Commenti
Non mi sorprende questa dichiarazione. L’idea di chi vive nell’illusione che le regole del capitalismo siano gli ingranaggi di un modello perfetto, si coniuga perfettamente con la consapevolezza che lo sviluppo economico capitalista sia votato a concretizzarsi nelle praterie del superfluo. Questo periodo ci ha insegnato che prima della Covid19 si comprava per il gusto di spendere. Non è necessario avere negli armadi 50 pantaloni per indossarne uno al giorno; non è necessario andare dalla parrucchiera una volta alla settimana, si è belle e interessanti lo stesso ed è più stimolante imparare a cucinare che andare al ristorante. Non è necessario il troppo se non per alimentare l’economia che il troppo lo produce e lo vende.
Suggerirei di leggere “Economia Civile. Efficienza, equità, felicità pubblica” di Bruni/Zamagni e The Theory of Reciprocity and the Choice of Economic System, in Investigationes economicas di Kolm. Non condivido tanto presupposti dell’Economia civile (nata in Italia per opera di Vico e Muratori nel 18°secolo), quanto il concetto che la visione marginalista possa essere superata da una lettura dell’economia in chiave liberale e non solo marxista.
Dimenticavo la dichiarazione. Non mi sorprende che il nostro eroe si sia buttato in un dibattito interpretativo della Costituzione, quanto che si sia dimenticato le motivazioni per cui il padre dell’Economia, A.Smith, ha sempre considerato prerogative dello Stato la Giustizia, la Difesa e l’Istruzione e, soprattutto, la Salute. Per un’economista DOC è sorprendente questo, il resto è politichese! ?
E anche oggi ha detto la sua boiata quotidiana!
Lo capisce il tuo cervello leghista che senza salute non c’è chi lavora ?
Lo capisce il tuo cervello leghista che la salute è il bene primario di un cittadino ?
Le auguro di finire nelle mani dei suoi compari di ATS Insubria.
Gli auguro di avere tanto lavoro. E basta!
Mais quelle finesse ! Che statista! In che mani siamo!