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Villa Erba ai privati, in Provincia si vota. Livio: “Io dico sì”. Ecco il nuovo statuto

E’ un momento storico per Como, per la sua storia politico-economica recente, per gli enti pubblici. E’ il momento in cui Villa Erba – il sogno nato morto del grande centro espositivo nato per le fiere tessili, quando le fiere tessili tradizionali sparivano – potrebbe passare “in mano” ai privati.

Sotto un generico controllo pubblico, con clausole di salvaguardia varie, in virtù della concessione sempre pubblica, con presenza ancora importante degli enti locali nella compagine sociale (ma decisamente sotto il 50%). Con tutto quello che si vuole, insomma, ma pur sempre con il timone in mano privati neomaggioritari, per forza di cosa amministratori e finanziatori.

La delibera di questo passaggio storico – che si presenta nella forma di varie modifiche allo statuto – è pronta. Arriverà in consiglio provinciale il prossimo 12 luglio, quando è prevista anche l’audizione dell’attuale presidente di Villa Erba, Filippo Arcioni e forse già il voto (non sicuro).

Naturalmente, identico documento dovrà poi passare da tutti i consigli dei soci pubblici oggi proprietari del compendio: Comuni di Como e Cernobbio e Camera di Commercio. Ad oggi, una compagine – Villa Saporiti inclusa – che assomma il 53% circa delle azioni, la maggioranza. Quella stessa maggioranza che potrebbe sparire per sempre, passando appunto ai privati tramite la ricerca di un nuovo socio tramite procedura a evidenza pubblica. E infine “benedetta” dall’inevitabile aumento di capitale che porterà anche tecnicamente i pubblici sotto il 50% ma potrebbe almeno dare respiro a un polo che accumula enormi debiti da tempo immemore.

In assoluta anteprima possiamo offrire ai nostri lettori già il nuovo statuto, con le modifiche a specchio rispetto a quello attuale: lo trovate in formato integrale cliccando qui.

Ma ben oltre ai tecnicismi, a nessuno potrà sfuggire l’enorme portata politica della vicenda. Nel pozzo di Villa Erba sono stati soprattutto gli enti pubblici a pompare dagli anni ’80 fino al no all’ultimo aumento di capitale, enormi quantità di denaro. Pubblico, ovviamente.

Da Villa Saporiti, una parola netta (e favorevole) al cambio di statuto arriva già dalla presidente della Provincia Maria Rita Livio (PD).
“Alla base di tutto – dice Livio – c’è la questione della ricapitalizzazione e che gli enti pubblici non sono in grado di fare ma è necessaria. Detto questo, voglio sottolineare che gli enti pubblici, e sicuramente la Provincia, non devono né si sognano di lasciare totalmente in mano ai privati il bene. Ci sono clausole e norme che assicurano comunque il controllo pubblico”.

A proposito degli altri soci, difficile fare previsioni esatte ora. Di sicuro, la Camera di Commercio è favorevole al passaggio. Il Comune di Como (maggioranza centrodestra) e quello di Cernobbio (neosindaco il civico-centrista Matteo Monti) non hanno ancora espresso pareri ufficiali sulla questione.

Livio sottolinea come “un momento importante per tutto il consiglio sarà l’audizione del presidente di Villa Erba, poi vedremo se avremo anche il tempo per il voto”.

Poi, però, la presidente è netta sul suo orientamento: “Sono favorevole al cambio dello statuto, senza dubbio. Tra l’altro il nuovo documento è stato condiviso, analizzato, limato per settimane e poi anche condiviso a livello politico. Mette i soci pubblici al riparo da ogni possibile sgradita sorpresa e Villa Erba necessita di un aumento di capitale che come noto gli enti non possono garantire. Per questo io dico sì”.

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