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Bentornato, Beppe. Che bello, oggi, risentire la tua voce (emozionata)

La voce sì, era un filo meno stentorea e asciutta rispetto a quella sentita fino al 2 dicembre 2016, quando lasciò il suo ufficio da dirigente a Palazzo Cernezzi. Qualche increspatura emozionata, qualche punta di fragilità a incrinare impercettibilmente sillabe e gesti, invero subito ricomposti e riannodati al filo del discorso severo, impeccabile, diritto come la sua schiena.

La figura, quella è apparsa esile ed elegante come sempre, invece. Il sorriso, la stretta di mano a chiunque gli si avvicinasse, immancabili. Ma questo non è mai stato in dubbio, nemmeno nei due anni tempestosi, difficili, immeritatamente bui per una persona così solare. Due anni complicati, vissuti lontano – dopo lustri e lustri – dalle ribalte pubbliche che nel tempo aveva sempre addomesticato con passione e professionalità estreme.

Ma questo, probabilmente, da oggi è il passato. Perché oggi, Giuseppe Cosenza, l’architetto schivo e gentile benché inflessibile come l’acciaio, quel signore cordiale apparso per la fortuna di questo territorio dapprima nella Comunità Montana del Triangolo Lariano (eravamo quasi in bianco e nero: era il 1981) e poi quell’uomo che da dirigente a Villa Saporiti ha governato la nascita del nuovo ospedale, del Piano territoriale di coordinamento, la realizzazione della terza corsia della A9 e di quel poco di Tangenziale che pure siamo riusciti ad ottenere, la recente trasformazione del centro storico di Como e altre centinaia di progetti che hanno plasmato il comasco negli ultimi 25 anni, beh, oggi Giuseppe Cosenza è tornato.

Il “Beppe”, come è quasi impossibile non chiamarlo per la sincera amicizia che trasmette se si riesce ad essere credibili ai suoi occhi piccoli ma veloci come lampi, avrà anche qualche cerotto segreto, dentro.

Ma fuori, stamattina, invitato come relatore al convegno di FdI sul futuro della provincia, era assolutamente lui.

E le sue parole chiaramente commosse all’indirizzo di chi lo ha invitato e lo ha riportato dopo tanto tempo dietro a un tavolo – ma soprattutto davanti a un pubblico – a parlare di progetti e di futuro, di traguardi e di scocciature, sembravano quasi segnare un prima e un dopo. Non saranno uguali, ma c’è da credere che con l’architetto in giro saranno bellissimi, interessanti.

Ne ha anche dette di tutti i colori, il Beppe: ha giudicato “troppo frettolosa” l’archiviazione del progetto firmato Paolo De Santis per un hub della creatività in Ticosa, ad esempio (e accanto aveva l’archivista per eccellenza di questa idea, l’assessore Marco Butti); ha punzecchiato forte l’amministrazione su una certa inerzia nel prendere di petto il futuro dell’ex area Sant’Anna e del San Martino (“Como deve riprendere il suo ruolo di capoluogo, non può sempre aspettare la Regione o altri”). Ha già lasciato il segno, insomma.

Ma oggi chissenefrega. Oggi è tornato Cosenza. E’ la migliore notizia tra tutte. Per le interviste ci sarà tempo.

Finalmente, Beppe.

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3 Commenti

  1. Ciao Beppe
    Bentornato
    Apprezzo moltissimo il tuo commento sul progetto di Paolo De Santis
    “troppo frettolosa l’archiviazione”

  2. Ho avuto la fortuna di avere Beppe Cosenza come collega nel CdA di SPT Spa. Mi è capitato di incrociarlo successivamente per la mia attività amministrativa. Uomo garbato e gentile, professionista serio e preparato. Mi ha fatto un grande piacere rivederlo “in campo” dopo un periodo per lui durissimo. Non c’è notte che non finisca.
    Bentornato Beppe!

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