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Binda sul Patria: “Como ricca e avara, piena di mecenati solo a parole. Via quel simbolo di spreco da Villa Olmo”

Dopo un’attesa estenuante, progetti finiti nel nulla e polemiche assortite, ieri l’amministrazione provinciale di Como ha revocato definitivamente la concessione del piroscafo Patria ai privati della Como Lake Steamship Company dei comaschi Giorgio Porta ed Enrico Guggiari che ne avrebbero voluto fare un albergo galleggiante di lusso ma si sono scontrati con le cifre da investire ulteriormente (stimati in oltre 2,5 milioni solo per i restauri) e con l’indisponibilità di pontili fruibili sul Lario (la Navigazione non ha mai potuto concedere quelli potenzialmente utili).

L’imbarcazione da anni ferma e inutilizzata davanti a Villa Olmo, dunque, ora torna nella totale disponibilità di Villa Saporiti. Si chiude – o meglio, torna al punto zero – una vicenda iniziata tanti anni fa con l’impegno dello scomparso presidente della Famiglia Comasca, Piercesare Bordoli, per recuperare almeno parzialmente il piroscafo salvandolo dalla rottamazione, a cui fece seguito la cessione per un euro simbolico dalla Navigazione appunto alla Provincia. Cosa ne sarà in futuro, adesso, è un’incognita totale sulle spalle di Villa Saporiti.

Sulla questione – pur allargando il discorso a un livello più generale – oggi riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento dell’ex imprenditore ed ex assessore in Comune a Como, Nini Binda (per interventi, opinioni e repliche scrivere a redazionecomozero@gmail.com).

I cambiamenti degli ultimi anni sono stati frenetici come un vortice che non trova tregua. Tutto è cambiato: la città, le strade, le auto. Scrivo queste righe sconfortato. Quando ricoprivo la carica di assessore, ero al corrente dell’iniziativa per recuperare il Patria ed ero ammirato dal senso civico di chi la proponeva (Piercesare Bordoli, ndr). Ma conoscendo la mia città (ricca, ricchissima ma avara) con tanti mecenati ma solo a parole, scettica, sempre brontolona, che non ascolta che non sa fare squadra per valorizzare il suo territorio, i suoi simboli e i suoi monumenti, lo consideravo un azzardo. Povero Patria: un capriccio finito male. D’altronde, ora purtroppo non ci sono più certi uomini che, pedalando in testa al gruppo, sapevano trascinare il territorio.

Oggi chiedo alle Autorità competenti che venga tolto il Piroscafo da uno dei pontili più panoramici del Lago. Per il suo degrado non è un bel biglietto per il tanto decantato turismo. Piuttosto, uno spreco di denaro pubblico e un insulto a chi nel passato ha fatto tanto: vedi la splendida passeggiata voluta dall’ex sindaco Gelpi.

Como batta un colpo: ha un ministro (Alessandra Locatelli, Lega), un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Alessio Butti, FdI), un Sottosegretario all’Interno (Nicola Molteni, Lega), un assessore regionale (Alessandro Fermi, Lega) e cinque consiglieri regionali, uno dei quali il bravo amico Sergio Gaddi (Forza Italia) con il quale ho lavorato per due mandati (gli altri sono Anna Dotti di Fratelli d’Italia, Gigliola Spelzini della Lega, Marisa Cesana di Lombardia Ideale e Angelo Orsenigo del Pd ndr). Dopo un periodo di “sopravvivenza”, ora spero che possano aiutare la città a risolvere i suoi atavici problemi e si possa vivere una calda Primavera. Forza Como.

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8 Commenti

  1. Imprenditoria e Como sono due concetti opposti, almeno da un paio di generazioni a questa parte.
    Quella che un tempo era una città esempio di operosità e di attivismo ora è in completo declino in mano ai figli dissipatori dei vecchi industriali che tanto fecero per la crescita del paese.
    Forse converrebbe chiedere all’altro lato del lago di intervenire…

  2. Il mecenatismo a Como non è mai esistito. Non esiste nemmeno una imprenditoria navale strutturata. Non esistono grandi barche private. Il progetto di questi nuovi imprenditori doveva essere sostenuto. La provincia ente peraltro che doveva sparire non ha risorse per fare nulla. Qui è questione di volontà politica: bisogna sapere e volere scegliere e delegare ciò che il pubblico non è in grado di svolgere. Il Patria è l’emblema del sistema pubblico di non risolvere i problemi e di parcheggiarli… Ticosa… Tangenziale…. Viabilità con metropolitana…. Tanti piccoli feudi politici. Il Patria lasciatelo dove si trova che sta nella sua casa. Fate lavorare chi ha progetti che si integrano nel sociale. Il Patria torna a chi non ha fatto nulla… Davvero un bel risultato di questa storia esemplare. Dimenticavo dove sono gli armatori in ITALIA?

  3. Vi rammento che in questo caso la indisponibilità dei comaschi non centra nulla (anche se i comaschi sono come le descrive Binda). Qui si tratta della indisponibilità (impossibilità?) della Navigazione a mettere a disposizione i cantieri per intervenire su Patria. Di striscio rammento che la Navigazione è controllata dal Ministero retto dal sublime e competentissimo (si fa per dire) Salvini, che con la cilapa ha sempre pronte le soluzioni ad ogni problema, e che avete votato a piene mani, RIVOLGETEVI A LUI!!!!

  4. Un vero peccato rottamare il Patria; insieme al Concordia sono i soli piroscafi ancora esistenti.
    Visto lo sviluppo turistico esponenziale di questi anni sarebbe opportuno salvarlo e usarlo, come battelo per crociere, serate, cene , e perchè no un casinò gallegiante modello i battelli del missisipi a New Orlenas.
    Imprenditori del settore turistico, che non mancano sul nostro lago, dovrebbero pensarci seriamente, bisogna a volte avere fantasia e le ali per volare, non restare sempre ancorati a terra.

    1. “Imprenditori” tipo quelli che hanno risposto ad un bando, sapendo di non poterlo rispettare?

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