Anche l’ex sindaco di Cernobbio e medico, Paolo Furgoni, è stato contagiato dal Coronavirus. Lo ha raccontato in prima persona, con un lungo post su Facebook. Parole che per fortuna non ha tinte drammatiche sulle condizioni di salute ma che – in una lunga seconda parte – non lesina accenni fortemente critici sul “delirio” dei negazionisti ma anche su qualla parte della comunità medica che pochi mesi fa parlava di virus “clinicamente morto”.
Riproduciamo integralmente di seguito le parole di Paolo Furgoni.
Alla fine è toccato anche a me: malato di Covid-19, sintomatico ma tra quei pazienti, per fortuna sono la maggior parte, che possono tranquillamente curarsi a casa, isolati. Sto meglio ed ho cominciato il conto alla rovescia per il tampone di controllo che spero mi restituisca ai miei cari e al mio lavoro, perché adesso serve ancora di più.
Questa è una malattia subdola, ma nella maggioranza dei casi con un decorso positivo, senza o con pochi sintomi, che può e deve essere curata a casa, in isolamento e seguendo le indicazioni del proprio medico, riservando l’ospedale ai casi più gravi.
Ho ripensato a quei soggetti che, soprattutto questa estate, erano alla ricerca di notorietà e consenso: quelli che “è clinicamente morto”, quelli che “la mascherina non la metto”, quelli che “le discoteche devono stare aperte”. Incredibilmente questi signori hanno ancora il coraggio di parlare e temo che neppure il “passaggio” in un pronto soccorso o reparto Covid-19, che pure è molto “educativo”, gli consentirebbe di uscire dal loro delirio.
Ma alla rabbia e allo sconforto che avevo, come tanti altri, le settimane passate, quando si vedeva la marea montante, si è sostituita la compassione e l’urgenza della verità! La verità su quello che serve adesso realmente alle persone e su quello che si può fare, la verità su quello che non funziona del nostro sistema sanitario e su come lo si deve cambiare, la verità su quello che ciascuno di noi può e deve fare per dare il proprio contributo.
Niente è risolutivo ed azzera il rischio ma sappiamo quello che aiuta: distanziamento, mascherine, lavare le mani… attenzione! In questa tragedia è ancora più evidente che ci si salva solo assieme, non da soli! A presto!