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Como, il no alla guerra in Ucraina di Arci e Acli. Le parole di Rosso e Consonno

Arci a Acli di Como dicono no alla guerra in Ucraina.

“Sono già migliaia i morti determinati dalla contrapposizione tra l’impero di Putin e la Nato sulla pelle del popolo ucraino – scrive il presidente di Arci Como, Gianpaolo Rosso – Gli eserciti che si fronteggiano costano alla vita delle persone un prezzo enorme anche se non si arriverà alla guerra guerreggiata. Con il denaro sperperato nella guerra preparata si sarebbero potuti salvare milioni di persone dalla fame, vaccinare chi ancora, per il predominio dell’economia sulla vita, è condannato a morire di covid, offrire a tante e tanti occasione di serenità e di gioia”.

“Invece siamo costretti da sistemi politici (quelli dei paesi della Nato e quello russo) entrambi impegnati contro il volere dei loro stessi popoli ad attendere che allo sterminio in “pace” segua un’ancora maggiore sterminio nella guerra annunciata – prosegue Rosso – In questi giorni si avverte pienamente quanto siamo distanti anche nel nostro paese dalla democrazia al punto di pensare di inviare a dare sostegno alla guerra, che nessuna persona sensata può volere, nostri militari mandati al macello come è terribile consuetudine delle guerre”.

“L’Arci, come la Costituzione Italiana, non ha in nessun caso l’opzione violenta come ammissibile, l’Arci “Ripudia la guerra”, non si riconosce in governi e alleanze che perseguono il dominio contrapposto sul mondo. L’Arci è per la Pace. Sempre”, si chiude la nota.

Di seguito, la nota integrale di Marina Consonno, presidente Acli Como, sullo stesso tema.

Come italiani e come europei stiamo assistendo ad una preoccupante escalation della tensione tra la Russia, gli Stati Uniti e la Nato ai confini dell’Europa.

Il possibile precipitare degli eventi alla frontiera russo-ucraina rischia di evocare nuovi scenari di guerra sul territorio europeo che potrebbero non riguardare solo Mosca e Kiev. Ciò avviene, inoltre, in un clima di esasperato riarmo con il quale gli eserciti sembrano cercare la supremazia invece che un equilibrio strategico che sia garanzia di pace futura.

Mai come in questo momento si avverte la necessità di una seria azione delle diplomazie, che sappiano comporre le divisioni, edificando una pace giusta. Ma più ancora sono i popoli d’Europa ad essere chiamati in causa per far sentire la loro voce contro la guerra, dopo che per due volte, nel corso del XX secolo, il nostro Continente è stato origine di un conflitto devastante che si è poi propagato a tutto il mondo.

Per questo le Acli di Como aderiscono all’appello delle Acli Nazionali unitamente alle altre associazioni cattoliche perché il Governo italiano e l’Unione europea sappiano trovare una via di mediazione, per ridurre la tensione e favorire un accordo politico chiarendo in particolare l’indisponibilità a sostenere avventure militari.

Le Acli di Como che da sempre testimoniano la propria volontà di pace e di giustizia per tutti i popoli, invitano a pregare vicine al popolo ucraino e continuando a supplicare il Dio della pace perché le tensioni e le minacce di guerra siano superate attraverso un dialogo serio e duraturo, secondo quanto dichiarato da Papa Francesco che chiede ai politici ogni sforzo per la pace, considerando la guerra una pazzia.

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