Investita da un monopattino elettrico sulle strisce pedonali. Questa la disavventura, per fortuna senza gravi conseguenze, capitata nei giorni scorsi a una nostra lettrice (di cui conosciamo le generalità, ma che preferisce restare anonima) che ci ha contattati per raccontare quanto accadutole ma, soprattutto, per far sì che tutti siano spinti a una riflessione sulla convivenza, spesso difficile, tra pedoni e questo tipo di mezzi elettrici che, ormai, sono sempre più diffusi in tutte le città, Como compresa.
“Mercoledì scorso, intorno a mezzogiorno, stavo percorrendo viale Cavallotti e avevo appena iniziato ad attraversare la strada utilizzando ovviamente il passaggio pedonale che si trova all’inizio di via Rubini – racconta – conosco bene quella zona e so, per esperienza, che spesso gli automobilisti diretti in piazza Volta svoltano senza badare ai pedoni, quindi ho prestato particolare attenzione e guardato alle mie spalle e, non vedendo nessuno sulla strada, ho attraversato”. Peccato che in quel momento sopraggiungesse lungo il marciapiede un monopattino elettrico guidato da un addetto alle consegne di una nota società di delivery.
“Mi è piombato addosso alle spalle all’improvviso senza suonare o accennare minimamente a frenare e ha provato a tagliarmi la strada per svoltare in via Rubini senza preoccuparsi del fatto che io avessi la precedenza, in quanto pedone – spiega la donna – purtroppo però mi ha presa in pieno e, alle mie proteste, ha semplicemente risposto che era verde anche per lui, come se fosse una cosa normale passare dal marciapiede alla strada a quella velocità senza badare ai passanti”.
Risultato? Cellulare a terra, fortunatamente senza danni, una spalla dolorante e un episodio che riapre l’annoso problema della convivenza tra pedoni e questo tipo di mezzi, ormai sempre più diffusi. Per legge, infatti, nelle aree pedonali e miste pedonali-ciclabili la velocità massima consentita è di 6 km all’ora mentre è vietato percorrere i marciapiedi, regole che tuttavia non sempre vengono rispettate con tutti i rischi del caso.
“Per fortuna non ho subito danni seri perché alla fine mi sarebbe pure dispiaciuto rivalermi su un ragazzo che guadagna pochi euro all’ora e deve fare le consegne il più in fretta possibile per non perdere il lavoro – continua la nostra lettrice – però non è neanche possibile continuare ad accettare questa totale mancanza di regole e controlli. Monopattini e biciclette elettriche percorrono il centro storico, i marciapiedi e persino la passeggiata di Villa Olmo (percorso misto pedonale-ciclabile, Ndr), nonostante l’alternativa offerta da via Borgovico, a una velocità spesso elevatissima rischiando, prima o poi, di far male seriamente a qualcuno”.
“Se al mi posto ci fosse stato, banalmente, un bambino o una persona anziana – conclude amaramente la protagonista della disavventura – molto probabilmente non sarebbe finita altrettanto bene”.
12 Commenti
Se a invrstire sulle strisce era un auto non poteva raccontarlo. Sicuramente ci sarà gente indisciplinata sui monopattini MA c’è anche gente che attraversa sulle strisce SENZA GUARDARE!!!!
È TUTTO RELATIVO MA FA COMODO TROVARE IL BERSAGLIO A CUI ADDOSSARE TUTTE LE COLPE DI UNA VIABILITÀ GESTITA COME VEDIAMO BENE CON CANTIERI INFINITI E SEMIDESERTI, SENSI UNICI DEMENZIALI, GIRONI INFERNALI CHE ANZICHÉ SNELLIRE IL TRAFFICO LO STROZZANO….
Sta a vedere che ora è colpa dei datori di lavoro o di come sono fatte le strade… Magari facciamo tutti stradoni a 4 corsie, cancellando le zone pedonali, le viuzze storiche, le piazzette e così finalmente i “pony” potranno scorazzare e guadagnare a loro piacimento e a spese di chi preferisce i propri spazi di libertà da bipede! La verità è che queste schifezze di monopattini, wuaditutti elettrici, oltre ad essere pericolosi in movimento, danno fastidio anche da fermi: lasciati ovunque, sui marciapiedi, ai semafori, davanti ai negozi…tanto che spesso le mamme con le carrozzine o i disabili faticano a spostarsi… Approvati troppo in fretta, sono da abolire. Non hanno nulla di ecologico e favoriscono la deregulation (come si rintraccia un “pirata” che ti investe?), Nelle città come Milano o Roma si è arrivati al limite! Ma siccome ormai sono iperutilizzati soprattutto da immigrati (e quelli sono “gli intoccabili”!), si preferisce tacere…
Grazie per aver voluto condividere la sua brillantissima analisi.
“Monopattini e biciclette elettriche percorrono il centro storico, i marciapiedi e persino la passeggiata di Villa Olmo (percorso misto pedonale-ciclabile, Ndr), nonostante l’alternativa offerta da via Borgovico”.
L’alternativa di via Borgovico è una strada stretta con limite a 50 km/h (malgrado una velocità meda di 23 km/h), con circa 13’000 passaggi giornalieri (dati 2019) e picchi di 2’500 auto/h nelle ore di punta (40 auto al minuto). I chiusini, specie le caditoie a bordo carreggiata, non sono mai stati rialzati in occasione delle asfaltature.
I marciapiedi (quando presenti) sono stretti, sconnessi e affollati costringendo i pedoni che si incrociano a invadere la sede stradale. I 14 passi carrai oltre ai posti auto a bordo strada offrono un ulteriore fonte di interferenza.
La “alternativa” di via Borgovico non esiste.
Continuiamo a farci la guerra tra pedoni, monopattini e biciclette… è esattamente quello che vogliono le auto e gli idioti che non possono farne a meno.
Se la situazione di via Borgovico è così tragica proporrei di permettere anche alle moto (e magari anche alle utilitarie come le Smart) di passare per la passeggiata di Villa Olmo…
bravissimo
Grazie caro…
eh no. le regole ci sono. vanno fatte rispettare.
Il problema non è il monopattino o la bici ma il conducente. C’è da dire che questi addetti alle consegne hanno dei tempi così stretti che se dovessero seguire il codice della strada non arriverebbero a guadagnare niente. Io ho provato a circolare secondo il codice ma anche quando ci sono corsie ciclabili si arriva a un punto dove si deve continuare a piedi per centinaia di metri o aggirare sulla strada per chilometri. Facile criticare senza aver provato
Smettiamo di ordinare da casa..comunque chi ha favorito ampiamente la diffusione di questi acceleratori di velocità DOVEVA fare delle regole. In parte ci sono nel codice della strada, ma andava fatto un articolo ad hoc, perché esiste il 182 per le bici e il 190 191 per precedenza e comportamento dei pedoni. Secondo le circolari succedutesi nel tempo non possono circolare sul marciapiede ma possono farlo nelle corsie miste ciclopedonali e nei centri storici. Il controllo ci dovrebbe essere però va fatto sistematico: in quel periodo lo farei fare alla Polizia Locale, ma magari distogliendoli da interventi di ordine pubblico come quello di piazza Cavour dell’altra sera col pestaggio del senza tetto o di piazza vittoria di giovedì con un signore di colore seduto sulla sua valigia in mezzo alla via..
Aspettiamo che Salvini batta un colpo col nuovo regolamento del CdS. E’ di tutta evidenza la pericolosità nell’uso sconsiderato di questo “mezzo” e aggiungerei anche le biciclette. Il rispetto del codice della strata riguarda tutti dai pedoni agli automobilisti e nelle zone pedonali dovrebbero essere assolutamente vietati a meno che non vi sia una pista dedicata.
Purtroppo attualmente circolano ovunque e in tutti i sensi, con velocità assurde e utilizzando i pedoni come birilli da evitare, se possibile.
Perché le auto no? Smettetela di scrivere questi articoli contro l’unica mobilita che ci peo permettere di liberarci dal traffico.