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Punti di vista

Manca solo il mito di Palazzo Cernezzi illuminato di notte: un coro al potere così, a Como non s’era mai visto

Il bello è che qualche spezzone di città – piuttosto preciso e forse non del tutto disinteressato – indica in questo giornale un nemico ingiusto e gratuito del sindaco di Como. Bizzarro, sinceramente. Perché se è vero che questa testata (bannata a vita da ogni contatto col primo cittadino, esclusa completamente dal suo flusso delle informazioni formali e informali, capace di trovarsi il massimo rappresentante delle istituzioni a filmare il campanello di redazione per una video-ritorsione dopo un articolo non gradito), si diceva, se è vero che questa testata certamente non lesina critiche e controletture all’azione solitaria di Alessandro Rapinese, è anche ora di affermare in maniera chiara una verità solare e incontrovertibile: a Como non è mai esistito un regime di stampa così compattamente prono al “capitano” di turno come quello che è entrato in azione a partire dalle elezioni 2022 e che in questo mese di agosto sta toccando livelli parossistici.

Intendiamoci, ogni editore – con l’attuazione pratica che passa poi da direzione e redazione – decide liberamente e a pieno diritto la propria linea editoriale: è sempre stato così e vale per tutti (noi inclusi), dai giornali cartacei, alle testate online fino alle televisioni. Un problema in più, di salubrità generale dell’ambiente informativo, si pone quando praticamente tutti i media o quasi di una determinata località si uniscono in un coro (bulgaro, si sarebbe detto un tempo) per celebrare ogni giorno, ogni settimana, ogni minuto in maniera pressoché acritica – quando non lirica – le gesta di un politico. A grandi linee è quanto sta accadendo a Como da 13 mesi, eppure il problema per alcuni sarebbe l’unica voce flebilmente dissonante: gli ultimi arrivati, i più piccoli, eppure con un seguito piuttosto consolidato forse proprio perché rimasti isolati a offrire un minimo di controcanto, nei limiti delle possibilità, rispetto al concerto celestiale suonato H24.

Eppure il meccanismo che si è innestato in città è oggettivamente distorto, ne abbiamo parlato più volte. A partire dall’assurdità – che pare sempre più una torsione scientifica – di un capoluogo di provincia privato di veri organi di comunicazione istituzionali, tutti assorbiti nella pagina personale del sindaco, se non proprio nel corpo e nella voce del sindaco, dove ogni informazione diventa propaganda politica di un singolo, per essere poi servita da tastiere-eco tale e quale, senza alcun accenno critico o riflessione aggiuntiva, ai cittadini. Chiaro l’obiettivo di Rapinese: disintermediare tutto, diventare l’unica fonte di informazione del capoluogo, trasformare qualsiasi comunicazione di legittimo interesse collettivo in un messaggio fuso con la sua persona, dalla raccolta rifiuti all’inaugurazione di nuove piazze, dai parcheggi al Politeama e così via. Almeno a livello di capoluoghi di provincia, un unicum con contorni distopici, sia per l’appropriazione della comunicazione istituzionale da parte di una sola persona, sia per l’effetto narcotico sui media ridotti a megafono.

Ma se dal suo punto di vista il sindaco fa bene a coltivare questa tecnica di ipnosi mediatica, che quotidianamente raggiunge l’obiettivo di veder “ciclostilata” la sua voce, i suoi contenti e le sue pittoresche modalità d’espressione senza che nessuno faccia un plissé (capita anche a noi ogni tanto, e chiediamo venia: ma a differenza di tutti gli altri, non abbiamo altri modi per poter dare conto delle attività del sindaco), altra cosa è poi l’impegno volontario che si mette nell’opera di beatificazione (con un’eccezione per Espansione Tv, che al di là del sindaco fisso al venerdì sera per 9 mesi all’anno, tenta senza dubbio più di altri di mantenere equilibrio e barra dritta). A titolo esemplificativo, questi sono i titoli principali di prima pagina de La Provincia solo degli ultimi tre giorni (ma si potrebbe andare avanti per ore):

La città invasa dai rifiuti. Rapinese: basta incivili, 12 agosto, tratto da un post su facebook del sindaco;

Como: lotta all’evasione. Un archivio dei debitori. Il sindaco Rapinese: niente contributi comunali a chi non è in regola, l’11 agosto, ripresa del pezzo del giorno prima, con un’informazione di base francamente incomprensibile;

Rapinese contro gli evasori. “A loro niente sanità gratis”, il 10 agosto, tratto dall’apparizione su La7 del sindaco, che egli stesso ha diffuso sulla sua pagina facebook, benché omettendo completamente (oltre a qualche articolo della Costituzione) le obiezioni trasversali alle sue proposte durante la diretta (qui la puntata per verificare da un’ora e 31 in poi).

Oltre ai titoloni in prima, poi, impossibile contare le infinite cronache ulteriori con cui il primo cittadino gira, vede gente, si muove, conosce, fa delle cose (semicit.) su lenzuolate a disposizione, in cui però le opposizioni sono sovente ridotte ad appendici filateliche, per il formato-francobollo in cui vengono mediamente offerte. E se non bastasse la cara, vecchia carta, sempre in questi giorni sul sito della Provincia campeggiano le cinque-puntate-cinque di videointervista al sindaco Alessandro Rapinese.

Naturalmente, il problema non è solo cartaceo, in un panorama comasco che garantisce quotidianamente al sindaco e (più raramente) agli assessori dirette streaming condite da frizzi, lazzi e risate sganasciate, reportage sui fiorellini, persino la recente ripresa di un post sempre del primo cittadino in cui rivendicava fieramente lo spostamento di un tubo ribattezzato Anaconda e riuscendo comunque ad attaccare i predecessori. Sul tubo-Anaconda. Sul serio.

Si potrebbe parlare anche di gruppi facebook che fanno da quinta colonna celebrativa all’amministrazione dopo aver massacrato almeno un predecessore in tempi recenti, ma lasciamo perdere. Il panorama della comunicazione “istituzionale” del Comune di Como, e parallelamente quello del trattamento straordinariamente benevolo con cui viene assorbita e restituita ai cittadini in ogni sua stortura, sono lì da vedere (per chi vuol vedere, naturalmente). Un compatto esercito di media, sotto varie forme, ha deciso scientificamente di fare da eco a una sola persona che a sua volta ha eliminato ogni possibile elemento di mediazione tra se stesso, la sua visione politica e i messaggi da lanciare alla città. Un blocco fatto da migliaia di pagine, di streaming e di clic giornalieri rilancia, esalta e narra epicamente le gesta di Rapinese a ciclo continuo, marginalizzando o oscurando chi dissente o aizzando singoli soldati della fede contro chi si discosta dal peana globale.

Eppure, per un curioso ribaltamento di realtà, in questo regime dove manca solo la narrazione della luce accesa di notte a Palazzo Venezia-Cernezzi, il problema saremmo noi, i più piccoli di tutti, i microbi che si permettono di dare una visione diversa da quella macinata dai mulini a senso unico. Abbiamo l’ardire di avanzare critiche e dubbi sul singolo e sull’amministrazione, pensate che oltraggio. Come sono piccole e isolate, alla fine, queste “lobby dei poteri fortihhh!1!!11!!”.

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24 Commenti

  1. Bei tempi quelli di Antonio Spallino e Renzo Pigni. Poi, c’è stata la stagione dei sindaci finiti al Bassone, e con loro numerosi assessori, per corruzioni. Visto da lontano Rapinese lascia perplessi.

    1. Scusi Marco, quali sindaci e assessori al Bassone? Faccia nomi e cognomi.
      Ma non può vero?! Bruni i suoi problemi, li ha avuti da commercialista, dopo la fine del suo mandato da Sindaco. Lucini mai fatto un giorno di carcere. E gli Assessori?! Nessuno.
      Per citare il re sole (de noi altri) stia attento a quello che dice (cit. AR)

  2. Certi commenti ripetitivi e prolissi sono ridicoli, alcuni anche sgrammaticati, bell’ articolo, colto e raffinato, ma non convince……..le giunte precedenti hanno fatto danni e portato la citta’ dove e’ ora, bastera’ non rivotarlo se non funziona, ma sappiamo bene quale e’ il tarlo che si rivelera’ anche a questo Natale………………

    1. Ha ragione, Giacomo. Basta con questi discorsi noiosamente prolissi e argomentati – da persone che non amano la grammatica italiana! Il Rapspeak è così più funzionale, facile, e così diretto (alla pancia della gente!!). Ha un vocabolario limitato – basta qualche parola ossequiosa nei confronti dell’autoproclamato Superman; qualche insulto qua e là nella direzione delle elite / “risorse’ (cit. Supeman) e i poteri forti di una volta (rosiconi!) e pure qualche insulto personalizzato con lo scopo di essere più intimidatorio possibile e di dissuadere qualsiasi voce flebile che ha la temerarietà di mettere in discussione il strongman nostrano. Oh….e una punteggiatura che consiste principalmente di tanti punti esclamativi!!!!!!! e lettere MAIUSCOLE!!! Simple really, innit?

  3. Leggo Comozero quando voglio divertirmi con un pò di polemica, e credo che sia anche una vostra tecnica commerciale oltre che ideologica. Però non aver mai visto un articolo pro Rapinese sul vostro giornale dice molte cose..Almeno una cosa buona l’avrà fatta? No? Dovreste essere più onesti altrimenti non vi crede più nessuno

  4. Avrete senz altro una foto con dedica Bruni/Formigoni (Comunione e Liberazione) in occasione dei fuochi d’ artificio x l’ ex Ticosa..
    Sappiamo come è andata a finire…..

    1. Se per questo abbiamo visto anche il video Rapinese/Lombardi in merito alla Ticosa e anche lì abbiamo visto come è andata a finire…tutte chiacchiere e zero distintivo 😜

  5. Non è sorprendente che tutti i giornali locali ad eccezione di ComoZero siano allineati a Rapinese Sindaco. Quello che è veramente sorprendente è che giornali da sempre noti per la loro serietà e soprattutto sobrietà siano assolutamente allineati alle bizzarrie di Rapinese Sindaco. Perchè, alla fine, indipendentemente dalle posizioni politiche, sempre che qualcuno riesca a decifrarle, Rapinese Sindaco ci sta regalando una raffica di stravaganze, di proclami nel vuoto (i tre-sei mesi della riapertura di Muggiò in campagna elettorale su tutte), di minacce solo verbali alle più svariate categorie (gli svizzeri, i ritardatari all’asilo), di gratuiti sarcasmi alle opposizioni e a chi non è d’accordo con lui, di scelte fallimentari (Natale a Como per esempio), di sciocchezze ciclopiche (gli elicotteri di via del Doss) ecc.ecc.
    Ma ci sta. La destra non aveva campioni e non ne ha all’orizzonte. I giornali di destra in città sanno bene che anche un brocco quando nitrisce e non corre, può sembrare Ribot. Basta farlo credere e soprattutto evitare di farlo correre.

  6. Avreste fatto la stessa cosa se avesse vinto la Minghetti, per la quale avete fatto una disgustosa campagna elettorale durante il periodo elettorale.

    Ora Caso mi risponderà piccato che no, loro sono liberi, ma la sudditanza non è fatta solo di “sghei”, è uno stato dell’anima.

    Lungi da me difendere la pochezza degli altri giornali che hanno fatto di Rapinese un improbabile messia, ma voi non siete messi meglio con tutto lo spazio che avete dato a polemicucce risibili.

  7. La medesima tecnica viene utilizzata anche a livello nazionale dalla donna oggi tanto in voga e dai suoi sodali.
    È davvero preoccupante assistere alle quotidiane sviolinate dei tg tutti “allineati”.
    Riguardo al “nostro” : un personaggio imbarazzante su cui un buon psicologo avrebbe tanto da studiare.

  8. Sempre a favore della libertà di espressione e di critica e quindi onore a Comozero.
    I giornali di regime non mi sono mai piaciuti e non li leggo, se non per capire il grado di asservimento raggiunto, e a Como siamo ad altissimi livelli.
    Quanto ai seguaci del ras, la metà lo abbandonerà senza esitazione quando arriverà il momento della crisi, perché arriverà, come usano fare generalmente gli italiani.
    Un consiglio infine ai partiti tradizionali, che invito a non togliere le castagne dal fuoco in favore di chi lo usa normalmente, il fuoco, nei loro confronti.

  9. In questo momento, sembra proprio che il “bullo” della scuola abbia preso il controllo dell’intera scuola e che sia in preda all’euforia che il potere gli ha dato. Nel frattempo, i suoi sghignazzano e sorridono silenziosamente a ogni suo insulto e a ogni tattica da bullo, mentre gli astanti si allineano a questa nuova fonte di potere per interesse personale, oppure guardano in silenzio increduli, felici di non essere il bersaglio della sua furia narcisistica.
    Complimenti e rispetto per Emanuele Caso che sembra essere quasi il solo giornalista che abbia il coraggio di cantare fuori dal coro e di scrivere con una voce critica – che, alla fine – è il compito del giornalista.

  10. Mi sembra che da queste colonne siano sempre e solo partite critiche. Solo articoli provocanti e destinati a sterili polemiche. Avete trovato pane per i Vs. denti: una Amministrazione che non sta alla (vostra) finestra.

  11. Sul fatto che Rapinese faccia poi così bene a “disintermediare tutto” e a vivere su presunti allori mediatici offerti da media che fanno da strilloni ai suoi infiniti, spesso sterili, a volte deleteri proclami, non sarei così certo. Una cosa è vera e lampante: una cosa del genere non si era mai vista prima. L’impressione è che non si sia di fronte a precise scelte editoriali, ma a un flusso assurdo, in cui la professione del giornalismo è andata a farsi benedire. Il tutto, di fronte a una città che vede i suoi problemi maggiori aumentare e a un’amministrazione che, al netto della costante propaganda, non riesce a dare una vera impronta.

  12. A me ricorda tanto l’Istituto Luce e il soggetto preferito dallo stesso all’epoca.
    Poi ci sono gli irriducibili come Marco che nemmeno davanti all’evidenza vedono la distorsione della democrazia e del dibattito.
    Non è questione di “rosicare” è questione di rappresentanza e ascolto di tutti gli 82.984 abitanti della Città di Como e non solo dei poco più di 8.000 che hanno votato Rapinese.

  13. ComoZero sempre all’attacco e mai a caso…pregi e difetti della Guida erano noti già prima del voto, ma vedere rosicare tutti i partiti e i presunti benpensanti è sinonimo che il vento è cambiato. Non più la Como, bella senz’anima, ma una Como viva, piena di turisti, con parcheggi in divenire e atavici problemi che si cerca di superare magari senza il dialogo, ma un passo alla volta

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