In una città sempre più “turistacentrica” in cui il destino di ogni casa o negozio che si libera, e persino ogni decisione urbanistica (si veda ad esempio il sempre rovente tema dei parcheggi), è in funzione di chi in città trascorre al massimo qualche giorno e non di chi ci vive, chi prova a dire che gestire così il turismo equivale a un suicidio, spesso è additato come un retrogrado, e inutile brontolone da liquidare con i soliti “se non ti sta bene vai a vivere fuori città” (salvo poi lamentarsi che i residenti calano). Ma per fortuna ogni tanto si levano voci come quella di Lorenza Ceruti, un nome che torna spesso sulle nostre pagine (la trovate qui) perché una dei pochi comaschi (comunque non l’unica) a saper leggere l’anima della città ma, soprattutto, a non aver paura di esporsi per dire che no, così la stiamo uccidendo, travolti da una bulimia incontrollata in cui “più siamo e meglio è”, e chissenefrega se poi tutto questo si rivelerà un boomerang per Como e forse, a lungo andare, anche per il turismo stesso.
E questo è il caso di un post che l’architetto e fotografa comasca ha pubblicato oggi in cui condanna quello che definisce “urbanicidio, cioè il turismo di massa che ammazza l’anima del centro storico”. “Tutto è nato osservando un turista mangiare un’enorme porzione di lasagne in un ‘ristorante’ che di vera cucina aveva ben poco – racconta Ceruti che abbiamo contattato per approfondire il suo punto di vista – mi sarei persino voluta fermare a questo, a come non siamo capaci di trattare come si deve chi visita la nostra città ma poi ne è nato un pensiero più articolato che, sia chiaro, non ‘turismofobico’, contro il turismo, ma è contro il modo in cui lo stiamo gestendo”.
Con centinaia di persone che si riversano in una città oggettivamente piccola, strade perennemente intasate, code alle biglietterie e infrastrutture che non reggono un flusso del genere, il destino di Como pare segnato, almeno secondo Ceruti. O forse no.
“Non so, forse troppo ottimisticamente, ma penso che Como, sia ancora in tempo per non rotolare verso quello che sembra un destino ineluttabile, come già successo in altre città, di essere diventate ormai solo fondale per un clic da mettere nella propria pagina social – scrive infatti nel suo post – certo anche Como, in breve tempo, sta subendo trasformazioni e sembra voglia assumere sembianze da ‘villaggio turistico’: trasformazione di molti appartamenti in B&B, interi edifici in alberghi e in ogni dove l’apertura di bar e ristoranti che servono la qualunque […]. Diciamo che manca totalmente la “territorialità” del cibo. La tendenza sembra essere quella che porta all’eliminazione di ogni forma locale. Anche di chi abita in centro! Questo appunto porta solo ad un urbanicidio e alla conseguente perdita di identità di una città. Magari si potrebbe pensare di offrire alternative (anche solo luoghi belli dove stare) al solo selfie sfondo lago, come la botticelliana immagine che sbafa il trancio di pizza con il fondale di Bellagio che ci ha fatto indignare”.
La soluzione? “Eliminare, o almeno regolamentare, le gite del pullman giornalieri come sta già pensando di fare Firenze – è la risposta provocatoria, ma non troppo – Como è già fin troppo satura e non ha bisogno anche di quel tipo di turisti che non pernottano in città, non hanno il tempo di entrare nei negozi o di mangiare in un ristorante ma la attraversano e vanno via verso altre mete”.
“So bene che ci vuole coraggio per fare certe scelte, ma quello che altrove ci insegnano è che le grandi masse distruggono la città – conclude Ceruti – e la soluzione non credo possa essere aggiungere barche sul lago perché non ce ne sono per accontentare tutti i turisti o creare altri mille parcheggi, perché questo significa solo portare altre mille persone o più che la città non può reggere”.
Qui il post completo di Lorenza Ceruti:
“Non è un post TURISMOFOBICO! È solo un punto di vista di una che abita in centro! A cosa sto assistendo? Al cosiddetto URBANICIDIO, cioè il turismo di massa che “ammazza” l’anima del centro storico! Quando scrivo turismo di massa non lo intendo in senso dispregiativo (turismo ignorante o altro) lo intendo come quantità! E questo è un dato di fatto!! Anche perché ormai siamo tutti comunque turisti che fanno massa, turisti globalizzati! Anche i comaschi lo diventano in altre parti del mondo!
Una quantità che Como non può reggere per le sue caratteristiche per le sue dimensioni e infrastrutture. E lo vediamo…congestione di alcuni spazi e stress di servizi pubblici, traffico che immobilizza per tempi davvero troppo lunghi. Non so, forse troppo ottimisticamente, penso che Como, sia ancora in tempo per non rotolare verso quello che sembra un DESTINO INELUTTABILE, come già successo in altre città, di essere diventate ormai solo FONDALE per un clic da mettere nella propria pagina social!!
Certo anche Como, in breve tempo, sta subendo trasformazioni e sembra voglia assumere sembianze da “villaggio turistico”: trasformazione di molti appartamenti in B&B, interi edifici in alberghi e in ogni dove l’apertura di bar e ristoranti che servono la qualunque. Passando al fianco dei numerosi tavolini che occupano il suolo pubblico si possono vedere dalla macro porzione di lasagna, allo straripante trancio di pizza, dal risotto ai funghi alla piadina romagnola, per non parlare di piatti “esotici”. (Io a mangiare le lasagnone che ho visto ieri…neanche se me le regalano!) Diciamo che manca totalmente la “territorialità” del cibo.
La tendenza sembra essere quella che porta all’eliminazione di ogni forma LOCALE. Anche di chi abita in centro! Questo appunto porta solo ad un URBANICIDIO…e alla conseguente perdita di identità di una città. Magari…offrire alternative (anche solo luoghi belli dove stare), al solo selfie sfondo lago, come la botticelliana immagine che sbafa il trancio di pizza con fondale Bellagio che ci ha fatto indignare! Un po’ provocatoriamente (ma neanche troppo) per iniziare eliminerei le gite dei pullman giornalieri…come vuole fare Firenze!”.
26 Commenti
Una domanda da forestiero.
La gente che non può più abitare in centro si sposta nei quartieri vicini?
In generale la disponibilità di alloggi nella città è sufficiente oppure è in ribasso (ovvero meglio vendere o affittare per turismo che per residenza).
Crescono o scendono i residenti nel complesso?
Le scuole tagliano classi per il numero diminuito di alunni?
I servizi sanitari (posti letto, numero medici) seguono la stessa traiettoria? E il numero dei componenti della polizia locale?
Questi e altri servizi sono parametrizzati sul numero di residenti: per molti aspetti non può essere diversamente.
Per cui siete proprio sicuri che “se non vi aggrada andate a vivere altrove” funzioni?
Completamente in disaccordo su tutto!
Como è una citta provinciale chiusa nel suo piccolo mondo antico che ora è andato in frantumi.
Il turismo non è una disgrazia ma una grossa opportunità, basta gestire le cose, saperle organizzare, Sorrento è più piccola di Como ma da decenni gestisci flussi turistici enormi e questo ha portato ricchezza e non snaturamento. La cosi detta Como bene, quella che vive in centro e guarda gli altri dall’alto in basso, si deve rassegnare, il suo ruolo è ormai marginale.
Smettiamola con dire sciocchezze sui B&B ecc. Non tutti i turisti hanno la possibilità di risiedere a villa D’Este, quindi anche i B&B servono, basta che siano regolati, siano riconosciuti come una tipologia di attività economica e paghino le tasse, contribuendo in tal modo alla collettività. Avremo turisti che andranno negli alberghi e altri nei B&B e ce ne sarà per tutti; un turismo in crescita va regolato e gestito non stoppato, perchè chi viene e rimane contento torna e porta con se altra gente. Chi rimane deluso non torna e fa pubblicità negativa. Se il centro si svuota non è certo per i B&B, ma per i prezzi folli delle case, degli affitti e per i centri commerciali (ne aprono uno al giorno) che uccidono i negozi. Smettiamola con la litania del cibo, in Italia la categoria più importante sono diventati i cuochi e il cibo il nostro più importante asset! Segno della decadenza di questo paese che sta uscendo a velocità della luce dalle cose che veramente contano e che determineranno a breve il peso e l’importanza di una nazione.
Serve gente che abbia la vista lunga che sappia rimediare al caos del presente dovuto alla totale miopia di chi doveva immaginare e guidare lo svilluppo del territorio e pianificare il futuro per stabilizzare i flussi turistici, fare in modo ch il fenomeno lentamente, ma nenache troppo, si spenga.
I verbi chiave sono “va regolato” e “va gestito”…
…si, la gestione turistica a Como andrebbe migliorata, ma se non ti piacesse Como “torna a Surriento”. Visto che, tra le righe, già classifichi chi vive in centro Como e non ti piacciono neanche i comaschi.
Mentre sul fatto che questo paese che sta uscendo a velocità della luce dalle cose che veramente contano e che determineranno a breve il peso e l’importanza di una nazione, hai ragione, ma non da ora! Si diventa così con il tempo, ovunque, non solo a Como, e non te ne sei accorto step per step. Il tempo cambia tutto.
Purtroppo o per fortuna.
Paracarro sei geniale: dovreste organizzare, con l’arch. Ceruti e l’arch. Franchini, una bella cutizzata. La metti su insta e viene mezzo mondo….Bobo, sei del gruppo?
Ciaoooooooo anche a me Paracarro diverte molto, ma non andrei a mangiare insieme.
Credo invece che tu e lui con uno che potrebbe somigliare al ragionier Filini, per completare, potreste trovarvi in una delle trattorie che conosce Paracarro. Penso che i posti migliori di Como, in quel senso, li conosca solo lui. ahahah.
Anche se da come parla della Città di Como potrebbe cambiare città perché non trova UN pregio. Nella vita ci si può anche spostare quando si vede “tutto brutto”.
Io ho un po’ timore di dove ci potrebbe portare ahahahahahah. Preferisco andare sul sicuro. Ho altri gusti. Grazie, ma passo. Comunque mi divertite e come se avessi accettato.
Buona serata a Silente Paracarro (coppia vincente dei commenti di oggi!) ahahaha
Perché Como centro aveva un’anima?
BOBO “lago di Braies” paragone non sostenibile, tale lago è immerso in un contesto non abitato circondato solo da montagne e foreste, e quindi facilmente isolabile con la possibilità di selezionare e contingentare la domanda, qui siamo in una citta di circa 80 mila abitanti che è anche transito inevitabile per merci e persone
hai ragione. Era un esempio da adattare meglio alla situazione di Como. Infatti si facevano riferimenti su Firenze e Venezia. Non non siamo da meno in termini di turisti. Avrai visto anche stasera come siamo messi, turisti ovunque.
Potenziare le strutture, assecondare il mercato, preparare dipendenti pubblici con corsi di inglese, predisporre biglietterie online… Tutto ottimo. Aggiungerei: riaprire i nostri musei chiusi da cent’anni; potenziare la Pinacoteca, magari con un book shop degno di questo nome, dove si possa pagare anche con le carte; risistemare le torri e le mura medievali – tra i monumenti più significativi di Como – e togliere le mille transenne che li chiudono. Insomma, un po’ di turismo anche culturale (non vorrei che l’aggettivo risulti troppo osé a qualche comasco purosangue). E poi: ripulire, potenziare, pubblicizzare i sentieri della cosiddetta Spina Verde (e anche quelli che portano sulle montagne intorno alla città: credo che non pochi turisti ne sarebbero contenti), ripristinando i luoghi di ristoro (una sbirciatina a come fanno in Alto Adige potrebbe tornare utile…). Poi, però, i chilometri quadrati della città quelli sono, e non si possono allargare. Se in casa mia posso ospitare dieci persone comodamente, venti un po’ meno comodamente, ma quaranta proprio non ci stanno, cercherò di evitare di invitarne contemporaneamente più di quindici. Come si fa, tradotto questo a livello di turismo cittadino? non saprei, ma c’è gente pagata per studiare strategie possibilmente vincenti. Finché ci intestardiamo a voler progettare millanta parcheggi, non solo non arriveremo da nessuna parte, ma peggioreremo la situazione. Poi, magari, a qualche commentatore qui sotto piace intrufolarsi nella calca umana che occupa le viuzze, e che sarà sempre più densa. A me non tanto, dico la verità, ma abitando a Como è inevitabile che debba farlo.
La Como dei comaschi è morta.
E l’ha uccisa Rapinese.
… a Como centro si è sempre mangiato mediamente male, anche prima che i flussi turistici avessero questa impennata. La territorialità la fai prima con l’agricoltura, con i prodotti che poi finiscono nelle tavole. Ci vuole cultura e dove c’è turismo di massa non c’è cultura. La qualità non va d’accordo con la quantità. Però il territorio è ricco di qualità, basta cercarla, lontano dai centri troppo turistici.
Poi il turista a Como si concentra nelle vie del centro e sul lago perchè li ci sono i maggiori luoghi di interesse. Il Lago soprattutto. Quello che non si è riusciti negli anni è aumentare i luoghi di interesse della città, fuori dal centro. San Martino, Ticosa, Sant’Anna. Creando nuova attrattività capace di sgravare il centro e il lago. Un nuovo museo, un nuovo parco… oppure un museo nel parco.
Alcune soluzioni sono già state suggerite, se ben ricordo, in altro articolo. Sono d’accordo che così non si può andare avanti. Troppi turisti!
Oltre a come ATTIRARE i turisti ci devono essere strategie su come CONTENERLI.
Como è satura e una soluzione si deve trovare per chi arriva da fuori come turista. Io stesso avevo parlato del lago di Braies su prenotazione. Come esempio. Paragonarci a Firenze non è sbagliato.
Siamo una delle più belle città d’Italia e del mondo…forse qualcuno non se ne fosse accorto! Perché siamo abituati e non ci facciamo più caso. Ma è così!
Instagram uccide le città
“Una quantità che Como non può reggere per le sue caratteristiche per le sue dimensioni e infrastrutture […]”. Traduzione: anziché potenziare le strutture, “eliminare” le persone. Anziché assecondare il mercato, lo si vincola. Anziché preparare dipendenti pubblici con corsi di inglese, si pretende che il turista parli italiano. Anziché predisporre biglietterie online, si esige che ognuno stia a casa propria.
Ragionamento preistorico, provinciale e specchio di buona parte della cosiddetta “elite” intellettuale della città.
Caru Francu. Il vaso è ormai colmo e rischia di tracimare facendo enormi danni. Il mercato non lo si “asseconda”, ma lo si “indirizza”. Le ultime 2 righe ti qualificano per quello che sei: un “adesso vi porto il menù”.
Caro “föra-di-ball”, tranquillo, per te ci sarà sempre un ottimo misultin, che tutto il mondo ci invidia. Sono le 7, vai che è pronta la cena.
Tutto bello ma io a Firenze in una settimana forse vedo tutto quello che c’è da vedere, e a Como? A parte quei due musei ammuffiti e il centro? E poi basta con sta storia del cibo, una settimana a missoltini, polenta uncia e galina fregia non la auguro a nessuno!
Oh Paracarro, nessuno ne risentirebbe se tu dovessi stare a casa tua! Penso che la città di Como possa fare a meno di uno che la pensa come te! Stà a cà tua.
Oh Bobo, daiii non fare cosiii, rilassatiii! Ti invito io a fare un giro a Como, la mia città! Prima andiamo a vedere le monete d’oro ritrovate qualche anno fa, poi un bagnetto nel lago tra i più inquinati d’Italia o se preferisci in piscina e per terminare una bella cutizza, dolce che tutto il mondo ci invidia! Se sei uno a cui piacciono i ruderi abbandonati ed i cantieri tranquillo che ne hai per una settimana almeno!
Paracarro, non hai tutti i torti…
Quindi per la suddetta praticamente Como potrà essere visitata solo da chi può permettersi di dormire in città (e non in un B&Bbma minimo a Villa Geno), da chi non ama ammirare le bellezze del lago e della città ma preferisce spendere il proprio tempo (e non solo ovviamente) nei negozi, da chi può permettersi di pagare un caffè 20 euro.
Ottima idea, avanti così!
E vai un altro architetto (pardon architetta) che insegna a noi burini e incolti come e dove vivere!!
Loro dall’alto della loro cultura e portafoglio pieno la sanno lunga .
“noi” burini, incolti … parla per te! Grazie. Scusa eh.
Tranquillo BOBO sicuramente parlo per me, discendo dalla nobile schiatta dei “marchesi della zolla” (contadini ) come diceva il grande Giun Brera fu Carlo!
Qualcuno può dirmi dove posso trovare una copia della Strategia per il Turismo del Lago di Como?