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Confessioni di Ada: “Dormitorio? Mi si è aperto il cuore. Un voto, un’emozione. La prima”

E’ vero, da queste parti [ovunque stia, ovunque vada, comunque la pensi (e non sempre ci accordiamo, anzi, sia chiaro)] nutriamo una piccola passione, umana e personale e politica (in senso laico) per Ada Mantovani.

Non sono i cappotti (splendidi) o le camicie (perfette). Non è nemmeno il tocco verbale (delicatissimo), forse nemmeno l’eleganza dentro-e-fuori (impeccabile, gentile, serena, composta, britannica) del gesto.

Piuttosto: Ada Mantovani ha un dono che supera schieramento, politica, moda, cose.

Per chi di mestiere cerca di raccontare, Ada Mantovani è un personaggio mitopoietico, per certi versi sovrannaturale.

Poi, come, e dove, si schieri politicamente è altra cosa. Che, qui e ora, poco importa sul serio. Questo giornale non è un’urna elettorale e non è un manifesto.

Ada Mantovani

Ada Mantovani è fatta di coerenza pura. E, in qualche modo, questo affascina.

Come Patrizia Maesani (che è specularmente altro ma coerentemente lo stesso volto di questo racconto: qui) ha scelto e, drammaticamente, ricapitolato un percorso politico in un abbandono:

Storico addio, Ada Mantovani lascia Rapinese. “Chiedevo il dormitorio, mi è stato detto no” 

Ieri sera la mozione Dormitorio è passata, ne abbiamo parlato all’infinito (qui). Ora è tempo di osservare questi consiglieri, queste donne [!], che, a memoria, non hanno precedenti storici nella politica cittadina.

Persone capaci di spazzare via tutto in nome di un’idea, pensiero o valore che (vi piaccia o meno) supera il concetto di appartenenza a un partito o a uno schieramento, e si immola, nel bene e nel male, per una città.

Così un piccolo scritto di Ada Mantovani, pubblicato su Fb in queste ore, è la misura, il segnapasso, di una dignità e di un modo di scegliere.

Cose rare di questi tempi, ma davvero. Scegliere è cosa di pochi.

Ecco quanto scrive:

Politicamente parlando sono stati mesi molto intensi per me. Il distacco dalla mia Lista è stato a tratti, emotivamente oltre che amministrativamente, difficile perché dal giorno dopo mi sono sentita sola in aula: era venuto meno quello stimolante e fitto confronto che per anni aveva caratterizzato il mio rapporto con Alessandro, poi con Fulvio e Paolo.

Devo però dire che ieri sera quando è stata approvata la mozione sull’ individuazione di una nuova struttura da destinare a dormitorio, mi si è riaperto il cuore perchè nell’istante in cui ho potuto esprimere il mio voto, individuale, ho sentito la mia coscienza, i valori in cui credo (anche se nella vita talvolta ho errato).

Su questi temi nessuno ha in mano la verità ed è per questo che continuo a rispettare la posizione di tutti, ma ieri sera mi sono ancor più convinta che non avrei mai potuto esprimere un voto distante da me.

E’ la prima volta che ho votato emozionandomi. Con questa mozione è stato tracciato un primo percorso, ora bisogna percorrerlo con tutti i necessari equilibri. Grazie a tutti i sostenitori della mozione e in primis alle preziosissime presentatrici.

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