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Punti di vista

Como, il sindaco chiude la scuola modello: 7 maestre e una lettera piena di orgoglio, sofferenza e dubbi

La platea che si sta attivando nel dibattito sul tema della chiusura delle scuole a Como voluta dal sindaco Alessandro Rapinese continua ad allargarsi.

Oggi il Comitato Como a misura di famiglia condivide la lettera ricevuta dal corpo docenti della scuola dell’infanzia di Salita Cappuccini, una delle 6 scuole coinvolte nella proposta del comune di riorganizzazione degli edifici scolastici.

Una lettera che parla di una didattica arricchita dalla qualità degli spazi nei quali si svolge. Una lettera che parla di amore per il proprio lavoro e per la propria scuola. Alleghiamo il documento integrale di seguito.

Vorremmo far pervenire alla vostra attenzione alcune nostre riflessioni in merito alla scelta dell’Amministrazione Comunale di accorpare la nostra scuola alla scuola primaria Vacchi di via Montelungo.

La nostra scuola è stata costruita alla fine degli anni settanta. Pensata e progettata per i bambini dai 3 ai 6 anni con spazi a loro misura, per rispondere ai loro bisogni e accompagnarli verso l’autonomia. Al suo interno ci sono tre ampie e luminose classi con bagni a cui i bambini possono accedere serenamente. Ha un ampio salone con istallazioni laboratoriali, una ricca biblioteca, patrimonio della scuola che le famiglie ci hanno aiutato a costruire negli anni. Inoltre, è presente un laboratorio che secondo i bisogni didattici si trasforma, essendo uno spazio multifunzionale.

Sono presenti 3 indispensabili locali di servizio, oltre al locale mensa che è stato allargato circa 6 anni fa per consentire all’utenza di poter accedervi in modo sicuro visto il numero elevato di bambini iscritti e frequentanti. Infine, la scuola ha due grandi giardini che sono per noi spazi didattici e che, grazie a progetti nazionali, regionali (Orti didattici di Lombardia) e progetti di plesso (progetto Genitori) sono stati trasformati in aule green. Spazi e giochi progettati e realizzati con i bambini e con i genitori che hanno collaborato dando il loro prezioso contributo materiale ed economico per rendere tali spazi fruibili dai loro figli.

Abbiamo realizzato una pista ciclabile per diffondere buone pratiche di mobilità sostenibile avviando anche il bike sharing con l’intervento della polizia municipale.

Con gli anni la nostra scuola si è resa flessibile ad accogliere i nuovi bisogni ed esigenze dei bambini di oggi e si è sempre modificata nel rispetto e nella tutela del loro benessere con particolare attenzione all’accoglienza e all’inclusione di bambini con disabilità certificate.

Abbiamo aderito a numerose sperimentazioni ministeriali e partecipato aPON (Coding e robotica, Cubetto…) ed avuto accesso al PNRR – StemInfanzia, per il quale sono stati stanziati fondi europei per l’acquisto distrumentazioni didattiche digitali innovative fisse e mobili (cablaggio reti,lim, digital board, tavoli luminosi, tappeto interattivo, arredi e stazioniscientifiche). Spazi, materiali, arredi, progetti sono stati attentamente scelti e curati conl’obiettivo di rendere la Scuola non un semplice edificio ma un luogo educativo, didattico ed inclusivo di qualità per rendere i bambini cittadiniconsapevoli e responsabili.

Ora apprendiamo della decisione dell’Amministrazione Comunale di accorpare la nostra Scuola dell’Infanzia con la Scuola Primaria di via Montelungo che al momento non siamo certe, conoscendo le due scuole, sia adeguata ad accogliere i bambini della fascia d’età 3-6 anni sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista pedagogico e didattico.

Sorgono quindi queste perplessità: siamo preoccupate che non vi sia la valutazione degli spazi come componente fondamentale della proposta didattico-educativa.Non siamo ad oggi a conoscenza di una progettazione mirata a garanziadella prosecuzione dei progetti educativi avviati che da anni, aderendo anumerose sperimentazioni e innovazioni, viene realizzata nella scuola. Abbiamo bisogno di laboratori multimediali, uno spazio multifunzionale, spazi per svolgere un’educazione individualizzata, uno spazio di psicomotricità, uno spazio di relazione ludica, la biblioteca.

Altre preoccupazioni riguardano lo spazio mensa che disponga di arredi etempi adeguati all’età, così come i servizi igienici, un atrio e un giardino che attualmente presentano problemi di sicurezza riferita all’età dei nostrialunni. Siamo preoccupate che tanti materiali acquisiti con i fondi europei non potranno essere trasferiti nella nuova sede con la conseguente penalizzazione dei progetti innovativi avviati, parte dei quali a garanzia diuna scuola inclusiva.

Non siamo a conoscenza di un piano di trasformazione che preveda l’ottimizzazione delle risorse a fronte di un’offerta formativa rispettosa dell’utenza.

Comprendiamo la necessità di ottimizzare i costi, ma crediamo che l’obiettivo di evitare sprechi sia il miglioramento del benessere e della qualità di vita dei cittadini. A volte i nostri alunni di ieri sono genitori di oggi che tornano attenti al sociale, a rendere il luogo dove viviamo migliore, a volte sono gli accompagnatori del pedibus, a volte sono i ragazzi dell’alternanza scuola lavoro, a volte sono colleghe, a volte sono ragazzi che tornano da scuola e passano dalla cancellata a salutarci e a guardare i nuovi bambini nella loro vecchia, ma calda scuola. Forse questi piccoli ritorni evitano dispersione scolastica, evitano cittadini ai margini, evitano difficoltà nella società futura.

E’ un augurio, noi crediamo che sia più di questo perché questi ritorni ci fanno vedere un presente sostenibile e umano, dove emerge benessere e non dispendioso e doloroso malessere.

Como, 08/10/2024

De Giusti Cristina, Foderà Antonella, Minervini Roberta, Morazzoni Milena, Tevisio Barbara, Tornielli Annalisa, Liparoto Maria Concetta.

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