Sul tema della Variante della Tremezzina, dopo il lunghissimo stop al cantiere e l’annuncio da parte del ministro dell’Infrastrutture Matteo Salvini di una ripartenza vicina, ieri abbiamo ospitato il duro intervento di Rifondazione Comunista che non soltanto contesta l’opera in sé ma ha attaccato anche le posizioni dei sindacati e della Cgil in particolare. Oggi arriva anche il contributo dei Fridays For Future sull’argomento. Lo pubblichiamo di seguito [per lettere, interventi, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com, al whatsapp 335.8366795 o alla nostra pagina facebook].
Leggo dalla stampa il comunicato di Rifondazione Comunista/Sinistra Europea Como che in una nota esprime la propria posizione sul tema della Variante della Tremezzina.
Tutti, penso, siamo consapevoli della viabilità, che è divenuta insostenibile, certamente in Tremezzina, come in altri paesi del lago e della provincia. Il tema posto da Rifondazione è quanto mai reale, e non è certo pessimismo, visto quanto è accaduto negli anni attorno a questa grande opera: tra le criticità e i “sacrifici” imposti alla cittadinanza.
In un tempo, non troppo remoto, il lago fu solcato dalle chiatte che caricavano le merci nei pressi del Tempio Voltiano (in via Borgovico sono rimaste le vecchie mura del troncone ferroviario che scendeva dalla stazione di San Giovanni). A Menaggio, prima che fu dismessa, vi era la ferrovia fino a Porlezza. Dunque, il trasporto intermodale era in parte realizzato, con il lago che fungeva da infrastruttura naturale.
Può certo, questa visione, apparire come il sentimento nostalgico di un passato che non vi è più o un sentimento reazionario, tuttavia se si guarda bene può essere invece un passato da cui prendere spunto per progettare il domani. Senza pensare a chissà quali interventi immaginifici con altrettanto immaginifiche fonti di finanziamento.
L’uso combinato dei mezzi (su ferro, su gomma, su lago) può diventare una delle tante soluzioni strutturali per rendere più vicini i servizi alle persone, e perché no: anche per il trasporto merci.
Perché il traffico, crediamo davvero che arrivato a Colonno, o dall’altra parte a Griante smetterà di esistere con la Variante? O forse, più plausibilmente, si renderà tra non molto, imprescindibile e indispensabile una nuova Variante ad Argegno?
Riguardo al comunicato espresso dai sindacati, chiedo: dobbiamo difendere il lavoro a ogni costo, anche quando deturpa il paesaggio, e rende invivibile il territorio oppure difendere i lavoratori? Ecco! Perché se i sindacati tengono a difendere i lavoratori, e non il lavoro fine a sé stesso, proprio nelle zone del lago ci sarebbero certo le economie da rilanciare. La manutenzione ambientale oculata ed attenta alle risorse naturali, la costruzione di filiere produttive agricole che sappiano tenere giovani e meno giovani legati al territorio. Quell’economia “sana” che nel patrimonio territoriale investe risorse, per costruire nel tempo, un valore duraturo. Non certo, l’economia che depaupera, toglie risorse ambientali, con enorme dispendio energetico ed economico, che ricade sulla comunità: su tutti noi!
Matteo Aiani, rappresentante associazione Fridays For Future Cantù