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Don Roberto e l’Abbondino mancato. Gaiani (Pd): “L’occasione persa di una Como incattivita”

Sta facendo inevitabilmente discutere – molto – la mancata concessione dell’Abbondino d’Oro, la massima benemerenza cittadina attribuita dal Comune di Como, alla memoria di don Roberto Malgesini.

Un no maturato nella commissione comunale ad hoc che non ha trovato l’unanimità sulla proposta avanzata dal suo stesso presidente, Matteo Ferretti.

Como gli nega l’Abbondino, dal presidente Mattarella medaglia d’oro al Merito civile a don Roberto

In queste ore, rese ancora più “calde” dalla scelta del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di assegnare a don Roberto la medaglia d’oro al Merito civile, tra i tanti interventi spicca per articolazione e temi quello di Carla Gaiani, componente dell’Assemblea nazionale Partito Democratico e della segreteria provinciale del partito.

Pubblichiamo integralmente la sua riflessione.

Poteva essere l’occasione per dare un segnale di riconciliazione, per ricucire gli strappi, le divisioni, le lacerazioni aperte come la lama di un coltello, nella carne viva, nel tessuto sociale della città di Como sempre più incattivita, chiusa in sé stessa, impaurita, priva di una guida vera come di un orizzonte politico all’altezza di un futuro migliore.

Ci ha pensato la più Alta carica dello Stato italiano ad “inginocchiarsi” alla carità silenziosa di un “prete degli ultimi”: un gesto simbolico che restituisce un po’ di luce alla comunità sfilacciata e disorientata di questo confuso Paese in perenne polemica con sé stesso, in cui prevalgono modelli demagogici e oltranzisti “che inducono a disprezzare l’operato dei costruttori di senso e dei sarti della società” ed esaltano solo i “cacciatori di like”.

Poteva essere l’occasione per non dimenticare e rendere vani i terribili mesi del lockdown, lo sforzo intrapreso durante la crisi dell’emergenza sanitaria, la più cruenta dal dopoguerra ad oggi, per dare un riconoscimento vivo e sentito, per far capire di aver compreso la fatica fatta da medici, infermieri, operatori sanitari, responsabili della protezione civile, volontari alcuni dei quali hanno pagato con la vita l’esercizio del loro lavoro, della loro generosità.

Salutavamo medici e infermieri come degli “eroi”, sui balconi dicevamo che avremmo imparato, che saremmo diventati migliori, che quest’esperienza pandemica ci avrebbe cambiati definitivamente, che sarebbe andato tutto bene. Balle. Quanto siamo bravi a raccontarcele.

Poteva essere l’occasione per dare valore ad un sistema sanitario pubblico e universalistico che nonostante gli errori e le sottovalutazioni fatte, ha dimostrando il suo grande valore quale perno della sanità del nostro Paese, un patrimonio insieme da difendere e migliorare. Un sistema sanitario nazionale la cui legge istitutiva del 1978 porta la firma di un noto uomo politico comasco che ha perso la vita proprio nel pieno dell’emergenza pandemica.

L’Abbondino d’Oro 2020 della città di Como, senza nulla togliere a chi oggi ne è stato insignito, poteva essere tutte queste occasioni, forse anche altre, e invece non lo è stato.
Rattrista, sconforta, pone domande politiche e sociali pesanti come macigni. Per chi ha la voglia, la sensibilità, la coscienza politica di porsele.

Carla Gaiani (Assemblea nazionale Partito Democratico – Segreteria provinciale PD Como)

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