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Punti di vista

“Ho lavorato nella ristorazione comasca. Tra Porlezza e Valle Intelvi 600 euro per 16 ore, umiliazioni e ansia”

Ieri abbiamo dato conto dell’indagine Uil sulla carenza di lavoratori nel settore turistico a Como e provincia. Un tema dibattuto da tempo ma che oggi offriamo – grazie al contributo di un nostro lettore – dall’altro punto di vista: le condizioni che, almeno in alcuni casi e senza voler in alcun modo generalizzare, chi trova occupazione in quell’ambito è costretto a subire. Il commento di Oscar – con cui abbiamo interloquito prima della pubblicazione – racconta l’esperienza vissuta in prima persona, che ovviamente non si può generalizzare, ma fa luce anche sugli “angoli bui” del dorato mondo del turismo comasco.

Pubblichiamo integralmente di seguito il contributo e se volete raccontarci le vostre esperienze (anche tutelando la privacy) scriveteci a redazionecomozero@gmail.com

Dal 2012 al 2016 ho lavorato come stagionale nei ristoranti, facendo le estati e, dopo il diploma alberghiero, fisso tutto l’anno, questo tra Porlezza e la Valle Intelvi. Il posto in cui ho guadagnato di più erano circa 600€ al mese per picchi di 15/16h al giorno. Umiliazioni, conseguente insonnia, ritmi atroci, la ricorrente frase “se non ti sta bene la porta è quella come te ne trovo altri”, sapere a che ora entravo, senza sapere a che ora uscissi, ansia prima di ogni evento come battesimi e matrimoni, lavelli colmi oltre ogni limite di piatti e pentole lerce. Straordinari, ferie, contratti regolari, tutto questo inesistente.

Nel 2016 mi sono ammalato a causa di questi ambienti malsano e mi sono licenziato per la prima volta in vita mia, dovevo prendere 500€ da quel ristorante pessimo di cui vorrei fare il nome ma qui mi fermo, ebbene quei soldi mi furono lanciati addosso dopo 7 mesi di insistenze dal titolare tanto grasso quanto piccolo come persona. Due sole parole riassumono la mia esperienza da aiuto cuoco e lavapiatti stagionale: SCHIFO E DISGUSTO! Una parentesi buia della mia vita che se fosse per me ristoranti sfruttatori e schiavisti chiuderebbero tutti! E quindi li vedo ora ripagati della stessa moneta, e provo una malsana goduria, o forse un lecito senso di vendetta vera.

Oggi a distanza di anni da questa traumatiche esperienze, lavoro come bidello a scuola. Salvo le difficoltà del precariato, lavoro divinamente. Ho finalmente la mia dignità di uomo, sono stimato e apprezzato da alunni e docenti, finalmente non umiliato e sfruttato, nonostante da precario ci siano dei ritardi a volte nei pagamenti, ma una volta in ruolo queste difficoltà si lasciano alle spalle, e comunque è imparagonabile a quella che è stata la mia traumatica esperienza nella ristorazione.

La gente o si tratta dignitosamente, o non state a lamentarvi che non trovate. Ma qui in provincia di Como e in Italia in generale, dignitosa ristorazione suona come un perfetto ossimoro.

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12 Commenti

  1. Perché se fanno nomi e cognomi qualcuno va a controllare? È sempre stato un settore da schiavisti,pur avendo importanti introiti, tolti pochi ristoratori.Dovrebberovesserci più controlli a prescindere e meno tasse sul lavoro

  2. Non lavoro nella ristorazione e non conosco nessuno che ci lavora. Ma a screditare una categoria si fa presto! Questa signora Lucia Manzoni ha ragione! O si fanno i nomi o inutile fare i “piangjjjna”!

    Quel che poi mi sorprende è che uno che ha fatto scuola alberghiera finisca a fare il bidello felice! Lassastà! Io ci credo poco!

    Come in tutti i campi c’è chi ci marcia ma non credo proprio sia tutto così! Fate i nomi e cognomi dei titolari e ristoranti. Se i fatti che raccontate sono realmente accadutiiiii…. anche BASTA parlar dietro!

    Uno che scrive “e provo una malsana goduria, o forse un lecito senso di vendetta vera” …..mi sembra al quanto frustrato! E ho detto tutto! NON DOVREBBE NEANCHE FARE IL BIDELLO uno che gode con senso di insana vendetta covata chissà da quanto!

    Mammmmmmamiiiiiia! Io sto con Lucia Manzoni!

    1. Allora se nn hai lavorato, lascia stare i commenti su cose che nn conosci. Sia io che mia figlia abbiamo lavorato nel settore e ribadisco che, a parte pochissimi datori di lavoro, la situazione è molto, ma molto brutta.

  3. Brava signora Lucia. Mi auguro che mia figlia trova un lavoro con dei datori di lavoro come lei e suo marito..

  4. Comportamento vergognoso.. Mia figlia aveva, con il proprietario di un ristorante a lago di Como , concordato determinate cose. Doveva fare aiuto cuoco, orario di lavoro dalle 13 alle 22, vita e alloggio ed ovviamente straordinario pagati.
    Quando arriva le dicono.. Le esigenze sono cambiate, non fai 13 – 22 ma spezzato, quindi dalla mattina presto fino alla sera tardi con diverse pause di1-2 ore durante la giornata.
    Quindi a disposizione 24 su 24 e ristorante in questo modo evita di pagare i straordinari.
    Ho detto a mia figlia di non farsi prendere per il c.. E dire che gli accordi erano altri e stessa cosa sono le sue esigenze. Tantissimi ragazzi Vogliono lavorare ma non vogliono fare i schiavi.
    Mia figlia ora torna a casa esi mette a cercare un posto serio.

    1. Allora se nn hai lavorato, lascia stare i commenti su cose che nn conosci. Sia io che mia figlia abbiamo lavorato nel settore, quindi se nn l’hai provato su di te, come puoi capire, al di là del bancone oppure seduta ad 1 tavolo?

  5. Sono una ristoratrice dal 1988 e mi vergogno che ci siano “ristoratori” come quelli descritti nell articolo. Fate i nomi perché questi non meritano ne dipendenti ne clienti, ma solo il fallimento, finché non si fanno i nomi si fa di un erba un fascio e io non ci sto. Io e mio marito siamo stati dipendenti nel campo della ristorazione prima di metterci in proprio, ed entrambi abbiamo avuto esperienze positive e negative. Purtroppo quanto denuncia l intervistato esiste ma in piccola parte. I miei dipendenti fanno 8 ore con pausa pranzo che non cronometro, e pasto che non impongo ma lascio scegliere a loro, sono io ad invitarli a una pausa sigaretta, e x 6 giorni a settimana la retribuzione e di 1960,00 euro al mese più contributi, non capisco che contratti vi fanno, leggeteli prima di firmarli. Con tutti i miei dipendenti attuali e che hanno intrapreso altre strade è rimasto un bel rapporto ci troviamo x una cena un aperitivo e ci chiamano a distanza di anni. Sono disposta a darvi i contatti dei miei dipendenti se li volete sentire ma per favore fate i nomi di gente che non ha umanità, non rovinate una categoria intera, non è giusto nei confronti di chi si comporta correttamente.
    Lucia Manzoni

  6. Eh ma il turismo ci mantiene…chi non sogna di fare lo schiavo in qualche hotel del lago…stupidi quelli che se ne vanno in Svizzera

  7. E’ ora di finirla con questa tiritela e di fare nomi e cognomi , ma si sa tanto poi nessuno li citerà. Io ho vissuto l’esperienza di mio figlio prima come stagista in un Grand Hotel del lago dove e’ stato bellamente sfruttato a costo zero , poi in un hotel ‘mandarino’ sull’altro sponda del lago dove nel corso di un stagione di 6 mesi è riuscito ad accumulare quasi due mesi e mezzo di straordinari non pagati …non solo … alla richiesta di poter vedere il proprio cartellino presenza l’ufficio HR ha risposto che non era possibile e facendo capire di non fare troppe domande. Purtroppo esiste una “mafia” , parola forte,tra chi gestisce gli hotel/ristoranti e se solo tenti di far valere i tuoi diritti , la voce corre e ti crea problemi….
    Fortunamente qualche persona onesta esiste ancora ed ora mio figlio è riuscito a trovare , sempre sul lago, in un nuovo hotel delle persone che ne riconoscono il valore e l’impegno…

  8. Domanda spontanea.. che contratto ha firmato ? Perché alla prima violazione dello stesso , se c’è stata , non si è rivolto a si davanti e organi competenti oppure non ha salutato il datore di lavoro ?
    I CCNL sono consultabili da chiunque, le sigle sindacali sul territorio ci sono, in 4 anni il tempo per segnalare la cosa e risolverla pure . Ovviamente parlo da dipendente del settore , che conosco nel bene e nel male, così come consoco le zone di cui si parla e chi ci lavora , non è sicuramente la norma quello di cui si racconta qui. Saluti

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