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Il Bosco cancellato dall’asfalto, i veleni e le montagne di soldi: la poesia di Stefano contro la Pedemontana

Dal nostro lettore Stefano Galliani, residente a Lentate sul Seveso in provincia di Monza e Brianza, riceviamo e volentieri pubblichiamo una poesia di protesta piuttosto particolare. Oggetto del componimento, la Pedemontana, la montagna di soldi che è costata e continuerà a costare (anche tramite nuovo pedaggio sul tratto da Como a Milano), e l’impatto delle opere in una zona già fortemente critica sul fronte ambientale e della salute, come dimostra la necessità di una vastissima bonifica sui territori colpiti dall diossina nella zona di Seveso dopo il disastro Icmesa del 1976.

A questo si aggiunge l’abbattimento per far spazio all’autostrada di una parte del Bosco delle Querce, definito dalla Regione Lombardia un bosco della memoria. Parliamo di 43 ettari di terra completamente bonificata sempre nel luogo dove il 10 luglio 1976 ci fu la catastrofe dell’Icmesa. Un luogo simbolo, che ora vedrà sparire una fetta di verde e di memoria.

“Negli ultimi mesi ha preso il via la fase propedeutica alla costruzione dell’autostrada Pedemontana, nonostante le proteste dei cittadini e di gran parte dei sindaci dei Comuni interessati dal progetto – spiega l’autore – Progetto che, tra le altre cose, prevede interventi nelle aree contaminate dalla diossina nel disastro di Seveso del 1976. Scrivo da cittadino italiano e da abitante di uno dei territori del nostro Paese con i più alti tassi di malattie oncologiche, nella speranza che vogliate dare seguito al mio lavoro”.

“La poesia si pone come obiettivo quello di sensibilizzare la collettività affinché si informi, partecipi alle proteste in maniera pacifica e consapevole e non accetti l’ennesimo sopruso perpetrato a poco a poco, senza fare rumore, per fare in modo che nessuno alzi la voce” conclude. Di seguito la poesia.

PEDEMONTANA
Abbiamo accettato che i nostri campi fossero contaminati
E ci abbiamo guadagnato
Abbiamo accettato che i nostri boschi diventassero discariche
E ci abbiamo guadagnato
Abbiamo accettato che i nostri fiumi smaltissero liquami
E ci abbiamo guadagnato
Abbiamo accettato che i nostri cari si ammalassero di cancro
E ci abbiamo guadagnato
E adesso
Accettiamo che una strada divori quello che resta del bosco
Accettiamo che le ruspe scavino dove la terra è veleno
Accettiamo che i nostri figli respirino diossina e gas di scarico
Accettiamo di giocare al solito gioco
Credendo alle bugie per poter inorridire di fronte al prossimo disastro
Ricevendo in cambio una nuova cicatrice sul volto
Una trincea dove combattere con le nostre auto
E la promessa di un ulteriore guadagno.

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